Eunics: il problema dei lavoratori è il piano industriale e la capacità dell’azienda di valorizzare le attività informatiche
L’azienda
ci ha chiesto un incontro per discutere dei problemi che dovevamo aver
risolto già con l’accordo di febbraio. Non vogliamo pensare che sia
strumentale, visto che le proposte di incontro appaiono sempre in
corrispondenza delle udienze in tribunale. Vogliamo però dire
all’azienda che oggi c’è anche un altro tema all’ordine del giorno. Al
di là delle rassicuranti dichiarazioni aziendali, c’è un problema
enorme relativo alla capacità di stare sul mercato nel settore
informatico. Troppi appalti persi e non sostituiti da equivalenti volumi
di attività, evidenziano come la società ad oggi non sia in grado di
vendere sul mercato l’enorme potenziale di professionalità e competenze
dei lavoratori ex Bull ed ex Getronics. Come se non bastasse poi,
l’uscita da commesse come Banca d’Italia, Wind, M.ro del Lavoro, BNL,
rischia di far perdere quella caratteristica di fornitore di fascia alta
della società, precipitandola in attività di basso profilo con tutte le
conseguenze del caso. In
questo contesto di difficoltà aziendale, riteniamo l’annuncio di
fusione in Eutelia con la sostituzione del CCNL di riferimento, un fatto
grave ed inaccettabile soprattutto in relazione all’enorme contenzioso
in atto per comportamento antisindacale da parte dell’azienda, peraltro,
già sanzionato dal Tribunale di Milano. Oltretutto
la fusione in Eutelia SpA, così come annunciata nei giorni scorsi, se non
adeguatamente sostenuta dagli investimenti necessari e dalla
valorizzazione delle competenze presenti, rischia di indebolire
ulteriormente la connotazione ed il profilo industriale dell’impresa,
come operatore non di primo piano delle telecomunicazioni, rispetto alla
possibile integrazione di prodotti e servizi ICT. Per
questo, oltre a parlare di armonizzazione degli accordi, di RSU e di Fondo
sanitario, riteniamo indispensabile il confronto anche e soprattutto su
questo tema, sul quale finora la società ha sempre deciso di non
rispondere. A
questo punto è necessario che l’azienda dia un segnale forte di
cambiamento nel comportamento e nelle modalità di relazione, se vuole
veramente confrontarsi nel merito dei problemi, ritiri tutti i
provvedimenti disciplinari nei confronti della RSU e dei lavoratori e
venga al tavolo ministeriale. Noi vogliamo confrontarci lì e non nelle
aule di tribunale ma è evidente
che, fino a quando i rappresentanti sindacali che hanno partecipato al
confronto con l’azienda sono attualmente licenziati, sospesi o ad Arezzo
in “rieducazione” e alle RSU non vengono riconosciute le legittime
prerogative ribadite dalla magistratura (per questo molti delegati non
hanno potuto partecipare al coordinamento), le “buone intenzioni”
delle richieste di incontro non trovano riscontro con la realtà dei
comportamenti. E’ per queste ragioni e per la forte preoccupazione sul futuro di questa azienda che FIM-FIOM-UILM hanno sollecitato l’attenzione sulla vicenda della Presidenza del Consiglio dei Ministri e che il coordinamento nazionale ha deciso di mantenere lo stato di mobilitazione, con assemblee nelle sedi aziendali e con la preparazione di una iniziativa di mobilitazione a carattere nazionale per il mese di settembre.
Fim,
Fiom, UIlm nazionali Roma,
18 luglio 2007 |