Ericsson Marconi: taglia la "ricerca & sviluppo" eppure l’Italia per la multinazionale svedese rappresenta il terzo mercato mondiale... Si è concluso senza passi in avanti l’incontro tenutosi a Roma il 22 aprile con la direzione Ericsson/Marconi, avente a oggetto la decisione di procedere alla chiusura del Design Center di Roma. Dopo aver precisato che tale decisione è irreversibile e che è stata assunta all’interno di un piano più complessivo varato dalla Corporate mirante – sempre all’interno della ferrea logica della riduzione dei costi – a ridurre la frammentazione e a concentrare le competenze presenti nei centri di Ricerca sparsi nei vari Paesi, la Direzione Aziendale ha cercato di dimostrare, riscontrando per altro scarso successo, che comunque l’Italia, se da una parte era chiamata “a dare” (chiusura di Roma), dall’altra “avrebbe preso” (possibile potenziamento di Genova) , con l’attribuzione delle competenze nel “broad band access e nell’optics networks. Ma ancora meno convincente è stata l’illustrazione del piano, predisposto dall’azienda mirante alla ricollocazione di tutti (?) i lavoratori coinvolti (circa 300). Sostanzialmente, a detta dell’Azienda, una buona metà circa dei ricercatori romani dovrebbe trasferirsi, armi e bagagli (mogli, mariti, figli...) dalla città eterna alle “amene” località di Milano, Pagani, Genova e Pisa. L’altra metà dovrebbe invece transitare in parte (circa una cinquantina) verso la TEI, i rimanenti (cento lavoratrici/lavoratori) invece dovrebbero essere oggetto di outsourcing verso un partner industriale in via di identificazione al quale verrebbero passate oltre ai lavoratori, parte delle attività di Ricerca della Piattaforma (inizialmente destinate a Paesi “Low Cost”). Le Segreterie nazionali di Fim, Fiom, Uilm hanno a quel punto ribadito che la strumentazione proposta dall’Azienda al fine di “trovare le migliori soluzioni possibili per tutte le persone coinvolte” (espressione questa utilizzata nella lettera “ai colleghi” dell’11 marzo dell’A.D. Cesare Avenia), era puramente teorica dal punto di vista dei risultati ottenibili, e che comunque il tema rimaneva quello di evitare la chiusura del Design Center di Roma. A questo riguardo, la delegazione sindacale presente al tavolo, ha manifestato stupore sul fatto che un’azienda hight tech quale Ericsson Marconi, voglia spostare fisicamente le persone verso i centri di ricerca per i quali si prevede lo sviluppo delle attività (Genova, etc.), e non l’inverso (spostare cioè le attività di R&D dove sono previste risorse e competenze, cioè Roma). Ma non solo. Il Design Center di Roma – anche per i proficui rapporti che può vantare con ben tre Istituti Universitari – e per l’esperienza che ha maturato in questi anni, non può essere cancellato dalla mappa dei Centri di Ricerca Ericsson Marconi. In tale contesto, al fine di salvaguardare il mantenimento del presidio di R&D nell’area romana, è indispensabile che il coinvolgimento della Regione Lazio sulla vicenda, richiesto dalla OO.SS. nei giorni scorsi, porti a iniziative concrete da parte della Regione stessa finalizzate a creare condizioni – insieme alle Università romane – capaci di non disperdere competenze e di mantenere una realtà di Ricerca che offra occupazione, sviluppo e ricadute sul territorio. Su questo tema, sono previsti nei prossimi giorni specifici confronti con il Presidente della Regione Lazio. A sostegno e a difesa della “Ricerca Romana”, il Coordinamento Ericsson Marconi ha deciso, al termine dell’incontro con l’Azienda, di indire in concomitanza con il prossimo incontro previsto con la Direzione Aziendale per il pomeriggio del giorno: 13 maggio 2008 - una giornata di mobilitazione nazionale con 2 ore di sciopero in tutte le sedi ericsson marconi in tale giornata nella sede romana ai terrà un’assemblea pubblica alla quale parteciperanno – oltre a delegazioni sindacali provenienti dalle altre sedi italiane di Ericsson Marconi – anche rappresentanti delle Istituzioni e delle forze politiche.
fim, fiom, uilm nazionali coordinamento nazionale Rsu
Roma, 24 aprile 2008 |