Settore telefonia: dopo la “riorganizzazione” Telecom quale futuro per i lavoratori del settore installazioni

 

La riorganizzazione territoriale che Telecom ha effettuato sul territorio nazionale, attraverso una diversa ridistribuzione del lavoro fra le aziende del settore telefonico, come primo risultato negativo ha prodotto in alcuni territori la perdita di posti di lavoro nonostante le assicurazioni date da Telecom che i livelli occupazionali sarebbero rimasti invariati.

Sul territorio fiorentino, fino ad oggi, non ci sono state conseguenze a seguito di tale riorganizzazione, e conseguentemente non  sono stati stravolti i livelli occupazionali attuali.

Ciò non può esimere la Fiom-Cgil di Firenze dal valutare la situazione nel suo complesso, e gli effetti di riflesso che la riorganizzazione può avere e ciò che si deve mettere in campo per contrastare la logica organizzativa di Telecom che è volta, solo ed esclusivamente, al risparmio che graverà esclusivamente sulle condizioni dei lavoratori del settore.

Nella nostra provincia le aziende del settore di telefonia sono quattro di livello primario, (che prendono gli appalti da Telecom) Sirti, Ciet, Mazzoni e Sielte (questa ultima opera soprattutto su ponti radio) e una miriade (da quantificare) di aziende che lavorano in subappalto rispetto alle prime. Nelle primarie sono occupati complessivamente circa 250 addetti, dove siamo presenti con le RSU, nelle seconde si stima altrettanti addetti, con “contratti regolari”.

In queste ultime non è possibile quantificare i lavoratori a nero, o lavoratori ai quali vengono proposti contratti di collaborazione a condizioni bassissime, questo fenomeno è alimentato soprattutto da lavoratori che sono stati estromessi dalle aziende primarie del settore durante il corso delle varie ristrutturazioni e crisi, altri arrivano ad alimentare il lavoro sommerso nel momento in cui vanno in pensione (compresi pensionati Telecom).

Anche se la provincia di Firenze non è investita da una pesante”crisi del settore”, corriamo il rischio che le scelte industriali che sta adottando Telecom, colpiscano le aziende del settore mettendole in concorrenza fra loro al ribasso, con una riduzione dei costi che ricadrà direttamente sulle condizioni di lavoro.

Probabilmente Telecom avrà una crescita dei profitti ma a danno della qualità degli interventi e un indebolimento delle aziende del settore.

Questo ha fatto si che le imprese anziché avere una politica comune di settore volta a contrastare i piani di Telecom e a salvaguardare la qualità delle aziende, hanno proceduto in ordine sparso con l’intento di accreditarsi presso Telecom come il miglior referente al fine di garantirsi il lavoro a scapito delle altre.

Tutto ciò ha prodotto solo un “cannibalismo” sfrenato fra le stesse, che porta nell’immediato solo alla diminuzione di addetti ed in futuro metterà in crisi definitiva le aziende oggi più deboli perché ridimensionate nell’aggiudicazione degli appalti.

Un punto critico per il nostro territorio potrebbe essere la crisi che sta attraversando Mazzoni, a seguito del dimezzamento a livello nazionale degli appalti Telecom.

Il Sindacato di categoria in raccordo con le Confederazioni deve avere una strategia a tutti i livelli  per contrastare la logica di Telecom, facendo emergere con nettezza quali sono le vere esigenze produttive di cui Telecom necessita sul territorio nazionale e in particolare nelle varie zone.

Rispetto a questo la gestione corretta dei  volumi occupazionali diviene strategica nelle varie zone, al fine di evitare che ad ogni cambio di appalto ci sia la messa in discussione degli stessi.

Ciò si può realizzare con normative e pratiche contrattuali che prevedano l’obbligatorietà per le aziende subentranti nell’appalto al riassorbimento dei lavoratori delle aziende uscenti alle stesse condizioni economiche e normative.

Sarebbe opportuno stabilire in futuro, che le gare di appalto non possono avere la sola logica del massimo ribasso di prezzo, ma si tenda a garantire una qualità del servizio e del prodotto chiunque lo esegua, per salvaguardare le professionalità dei lavoratori, la loro sicurezza, e anche l’utente finale del servizio telefonico.

Le Istituzioni possono giocare un ruolo attivo attraverso una politica volta all’emersione del lavoro sommerso con un controllo costante del lavoro in subappalto e con atti finalizzati a favorire l’assorbimento in maniera regolare di quei lavoratori che oggi sono comunque occupati nelle varie aziende.

Inoltre chiederemo alla Provincia di Firenze l’attivazione dell’unità di crisi, volta al monitoraggio dell’andamento occupazionale nel settore, finalizzando tale intervento alla individuazione di tutti gli strumenti finalizzati alla ricollocazione dei lavoratori.

Come Organizzazioni Sindacali dobbiamo continuare nel denunciare agli organismi ispettivi preposti il fenomeno del lavoro sommerso, quando questo è palesemente conclamato ma anche quando è latente. Allo stesso tempo dobbiamo far maturare, qualora ce ne fosse bisogno, in tutti noi e nei lavoratori del settore una particolare attenzione al fenomeno, consapevoli che questa non è mai una soluzione occupazionale.

Siamo tutti consapevoli del fatto che la rete telefonica ed i servizi ad essa collegati sono un punto nevralgico e importante per il paese e per la sua economia. Consapevoli altresì che quanto sopra esposto è competenza puramente sindacale, ciò nonostante riteniamo opportuno aprire un confronto anche con le associazioni dei consumatori per far comprendere che questa situazione ha riflessi negativi sui servizi che Telecom eroga agli utenti, e su la riservatezza dei dati che passano nella rete telefonica.

La riorganizzazione di Telecom si può contrastare e cambiare solo se saremo capaci di far emergere le contraddizioni del piano di riassetto che adesso ci vede coinvolti ad affrontare le emergenze occupazionali immediate, ma dobbiamo costruire una strategia comune di concerto con le Istituzioni, anche quelle locali, su tutto il territorio nazionale che centri il problema nel suo insieme e non come tante crisi territoriali.

 

Coordinamento delegati Fiom-Cgil Firenze settore installazioni Tlc

 

Firenze, 9 febbraio 2007