Comunicato delle Segreterie nazionali Fim Fiom Uilm sul settore Installazioni Telefoniche

Da alcune settimane ci vengono segnalati diversi problemi relativamente alle attività svolte da Italia Lavoro nell’ambito del progetto riguardante il settore delle Installazioni Telefoniche.

A tale riguardo, vogliamo in primo luogo ribadire che, al di là di alcune specifiche situazioni operative legate alle diverse realtà territoriali, il quadro di riferimento è fissato nei verbali di Accordo sottoscritti presso il Comitato per l’Occupazione della Presidenza del Consiglio dei Ministri in data 10 maggio 2002 e 19 novembre 2002 e ripresi dal Verbale di riunione del 21 gennaio 2003 presso il Ministero del Lavoro.

In tali documenti sono chiari i criteri utilizzati per individuare e dimensionare il bacino iniziale di riferimento così come sono chiare le soluzioni occupazionali e le forme di ammortizzatori sociali adottate per fornire soluzione al problema occupazionale.

In particolare, il Verbale del 10 maggio 2002 stimava in 6.500 unità le dimensioni iniziali del bacino di riferimento e individuava due tipi di interventi idonei alla risoluzione delle problematiche occupazionali: quelli per gli ultracinquantenni e quelli per il restante personale.

A fronte di ciò, il successivo Verbale del 19 novembre 2002, riprendendo i punti qualificanti del piano, segnala l’obbligo delle aziende a fornire a Italia Lavoro i nominativi dei lavoratori utili all’individuazione di coloro per i quali, attraverso la verifica contributiva sia possibile conseguire il diritto alla pensione e, dall’altro lato, i nominativi del personale in Cassa integrazione. Tutto ciò specificando che dove il personale è in rotazione devono essere forniti un numero di nominativi pari al numero delle persone coinvolte dalla CIGS.

Era ed è assolutamente chiaro, quindi, che gli elenchi del personale che le Direzioni aziendali sono tenute a fornire a Italia Lavoro devono essere composti utilizzando esclusivamente i seguenti criteri:

1.       lavoratori in possesso di requisiti anagrafici tali per cui sia possibile conseguire, attraverso la proroga delle CIGS per l’anno 2003 e la mobilità, il diritto alla pensione.

2.       Lavoratori interessati dall’utilizzo della CIGS a loro volta suddivisibili tra coloro appartenenti ai Centri Operativi “chiusi” e quelli interessati alla CIGS a rotazione.

Sempre con l’accordo del 19 novembre poi, successivamente, con il Verbale di riunione del 21 gennaio scorso presso il Ministero del Lavoro, era stato precisato che non sarebbero stati coinvolti nelle attività di formazione e ricollocazione di Italia Lavoro quei lavoratori, di cui al precedente punto 1 che avessero concordato con la rispettiva azienda il percorso di uscita.

Infine, sulla base delle segnalazioni delle aziende, si era convenuto operativamente di dare priorità assoluta alle situazioni dei “Centri operativi chiusi”.

Ora tutte le situazioni di lavoratori che risultassero convocati da Italia Lavoro che non siano riconducibili ai criteri sopra riportati si collocano al di fuori degli accordi e degli impegni sottoscritti.

In tal senso, mentre confermiamo l’impegno di tutti al rispetto degli obblighi previsti per i lavoratori a rispondere alle convocazioni di Italia Lavoro, riteniamo non motivato e sbagliato l’uso “discrezionale” a seconda delle aziende, di altri criteri, in aggiunta a quelli indicati in precedenza, per la segnalazione di lavoratori a Italia Lavoro.

Quindi, a fronte del verificarsi di tali episodi, invitiamo le nostre strutture, i Coordinamenti sindacali, le RSU e i delegati ad attivarsi per sospendere per quei casi il percorso di Italia Lavoro, informare la struttura nazionale e procedere alla richiesta di un confronto in sede locale con l’Azienda interessata, con l’obiettivo di eliminare tali segnalazioni dagli elenchi forniti da quella impresa a Italia Lavoro.

Deve essere assolutamente chiaro che problemi relativi all’utilizzazione di altri criteri, o ad altre finalità come ad esempio quello di riorientare o riqualificare figure o profili professionali “superati”, problema che, sappiamo essere presente all’interno di molte aziende, è altra cosa dai problemi individuati dai Protocolli ministeriali e non vanno confusi con le iniziative di Italia Lavoro.

Dentro a questo quadro e con questi elementi di chiarezza, le Segreterie nazionali di Fim, Fiom, Uilm prevedono di richiedere un incontro chiarificatorio presso il tavolo del Comitato per l’Occupazione della Presidenza del Consiglio dei Ministri.

 

Roma, 20 marzo 2003