Ciet: riunione inutile, ignora accordi e lavoratori. La reazione

 

La riunione chiesta alla direzione Ciet dal sindacato e dal Coordinamento delle RSU, per tentare ancora una volta la ricerca il pieno rispetto degli accordi ministeriali e delle leggi, tenutasi ad Arezzo il 25 settembre si è rivelata inutile.

Il Dottor Luccherini, capo del personale, ha confermato che l'azienda continuerà nella sua azione senza modifiche di sorta.

Il tentativo fatto da Ciet di motivare l'atteggiamento aziendale con le difficoltà del settore è totalmente “sbilenco”. Tutte le aziende del settore hanno, chi più chi meno, in corso difficoltà simili e utilizzano ammortizzatori sociali per farvi fronte, ma il mal costume della Ciet è unico: mancate rotazioni, ritardi nei pagamenti degli stipendi, uso discriminatorio e improprio della cassa, estensione dell'uso del sub appalto, violazioni di norme contrattuali e delle leggi, eccetera.

Si aggiunge, a tutto questo, anche una interpretazione unica a livello nazionale nel calcolare il dovuto della cassa integrazione che prevede una tassazione esagerata dell'assegno di Cassa. Il fine è ridurre oltre il dovuto le spettanze del lavoratore: mentre di norma il netto dell'assegno di cassa è 720 – 740 euro netti al mese, Ciet ha comunicato con lettera ai lavoratori un valore netto di 620 euro, raggiunto attraverso alchimie contabili sull'IRPEF, che forse saranno conguagliate a fine anno. Come sindacato abbiamo chiesto che rivedano i conteggi presentati ai lavoratori.

L'INTENDO È CHIARO!
 

Prendere per “fame” le famiglie di questi lavoratori e avere un'arma impropria di ricatto sulla loro condizione e sulle loro prospettive, compreso la pressione verso l'accettazione del licenziamento o della mancata rotazione, edulcorata dalla uso del proprio TFR ci accetta le condizioni capestro.

Trattamento degradante che viene attuato anche in altre circostanze, con gli stessi scopi. Ad un lavoratore di Firenze, in infortunio da circa 4 mesi, per un grave incidente, non ha a tutt'oggi ricevuto nessun stipendio, per una arbitraria decisione della CIET.

Anche in questo caso la legge e gli accordi sono chiari, prevedono l'anticipo da parte della direzione Ciet delle spettanze per l'assicurato, che INAIL versa direttamente all'azienda.

È chiaro che la violazione così palese delle condizioni minime, ha necessità di una risposta collettiva molto ferma e forte, oltre che prorogata nel tempo! L'azienda non sta colpendo questo o quel lavoratore, o qualche cantiere, ma intende disegnare nuovi rapporti di forza nelle relazioni di lavoro, stravolgendole, approfittando anche del quadro generale favorevole a tali azioni.

UNIONE FA LA FORZA

Ora non c'è nessuno che può tutelare i lavoratori se non l'azione e la reazione collettiva anche di lotta, utile a contrastare queste gravi ingiustizie e sevizie sociali. Chiudere gli occhi pensando che tocchi ad altri non farà che affrettare l'estensione a ognuno di questa condizione.

Le azioni legali, alcune già avviate, e che tutte le strutture sindacali sono tenute ad attivare immediatamente, a tutela dei lavoratori colpiti, oltre che per far rispettare le intese sottoscritte, agendo di conseguenza direttamente, possono essere una delle forme di reazione ma non sono ne sufficienti ne utili se non accompagnate dall'azione collettiva di contrasto.

IN PREVISIONE DELLE VARIE INIZIATIVE SINDACALI IN CAMPO PER RISPONDERE ANCHE AI PROBLEMI DELL'INSIEME DEL SETTORE OLTRE CHE ALLA SPECIFICITÀ DELLA CIET, SONO INDETTE 3 ORE DI SCIOPERO CON PRESIDI E ASSEMBLEE IL 30 SETTEMBRE A INIZIO GIORNATA LAVORATIVA IN TUTTI I CANTIERI DELLA CIET. È UTILE COINVOLGERE TUTTI I LAVORATORI ANCHE DELLE DITTE D'APPALTO.

ULTERIORI INIZIATIVE SARANNO PROGRAMMATE, OLTRE A QUELLE GIÀ PREVISTE, ANCHE IN RELAZIONE ALLE CONCRETE AZIONI DELLA DIREZIONE. COME SINDACATO CONTINUIAMO AD AUSPICARE CHE RITORNI NELLA DIREZIONE CIET IL BUON SENSO PERDUTO. SERVONO I FATTI E NON PAROLE.


Fim, Fiom, Uilm nazionali

Roma, 28 settembre 2009