Per
tagliare i costi non badiamo a spese ... e quindi Ibm, in occasione
dell’incontro svoltosi il 12 maggio in Assolombarda, ha precisato che: - è necessaria una riduzione dei
costi che complessivamente equivale a circa 1.000 lavoratori; - potrebbero rendersi necessarie
ulteriori delocalizzazioni analoghe a quella operata per l’Idc di
Vimercate; - intende chiudere le filiali di
Ancona e Verona e gli uffici di Bolzano e Udine; - intende abbandonare la sede storica
milanese di via Tolmezzo; - intende realizzare risparmi su
alcuni trattamenti come ad esempio l’auto in leasing; - chiede di ricontrattare alcuni
istituti retributivi come l’indennità di turno, gli straordinari e le
reperibilità; - chiede di ricontrattare il costo
della mensa a carico dei dipendenti e si riserva, se il sindacato non
sarà disponibile, di peggiorare la qualità del servizio a parità di
costi. Il
Coordinamento nazionale Rsu e le organizzazioni sindacali Fim, Fiom,
Uilm hanno dichiarato la propria netta contrarietà a una prospettiva
industriale, il cui unico elemento chiaro è la riduzione dei costi e
dell’occupazione che avverrebbe nonostante un quadro internazionale
caratterizzato dalla crescita dei profitti della Corporation. Per questa
ragione si riservano, dopo l’opportuno confronto con i lavoratori e al
loro interno, di presentare all’azienda le loro valutazioni sulla
situazione di Ibm e sugli interventi necessari per garantirle
competitività, salvaguardando i livelli occupazionali e qualificando
una diffusa presenza sul territorio come elemento fondamentale per il
raggiungimento di tale obbiettivo. Nei
prossimi giorni saranno convocate le assemblee dei lavoratori per
informarli più dettagliatamente e per valutare le iniziative da
intraprendere. Il
Coordinamento nazionale Rsu dichiara una giornata di lotta per il
prossimo 23 maggio in concomitanza con l’Action day europeo. Coordinamento
nazionale Rsu Ibm e
Fim, Fiom, Uilm 13
maggio 2005 |