Ciao Marcello, cuore di metalmeccanico!
 

Notizia terribile. E' morto Marcello Malentacchi, per oltre 20 anni segretario generale della Federazione Internazionale dei Metalmeccanici (FISM). Una bella persona, un pezzo di storia metalmeccanica. Una grande tristezza. E un grande abbraccio alla amata Josephine, sua compagna per tanti anni di vita e di lavoro.

Era nato nel 1947 a Grosseto, e a 17 anni, come tanti ragazzi della sua generazione, se ne andò in Svezia. Ma non fu solo un'avventura giovanile. Segnò l'inizio di una vita da metalmeccanico. Entrò a lavorare alla Volvo, in catena di montaggio, e intanto studiava lo svedese, economia e sindacato alla scuola sindacale serale di Goeteborg. Eletto dopo pochi anni delegato all'ambiente e sicurezza, fu organizzatore di scioperi e protagonista della contrattazione collettiva, poi dirigente della Svenska Metall, primo lavoratore migrante eletto Segretario nazionale! Nel 1981 arriva nella sede della FISM, a Ginevra, attivissimo responsabile di programmi di formazione sindacale, soprattutto nei paesi del sud del mondo.

Una persona davvero speciale!

Ho avuto il piacere di incontrarlo “ufficialmente” (da delegata Fiom al Congresso Fism) nel 1989 quando venne eletto Segretario Generale della FISM, nel Congresso di Copenaghen. Era un omone biondo allora, grande e grosso (poi diventato un “figurino”, grazie ad una dieta salutare!), sembrava svedese, ma il suo forte accento toscano, la sua capacità comunicativa, il suo grande calore umano, ne denunciavano la struttura mediterranea! Amante e intenditore di buon cibo e di buon vino, persona generosa, coraggiosa e attenta, si faceva stimare e voler bene da tanti. Il suo forte senso della dignità del lavoro, la capacità di indignarsi di fronte alle ingiustizie, alla illegalità, alla corruzione, e di agire e far agire per combatterle, gli procuravano qualche ostilità, sotterranea o espressa, ma il suo punto fermo era la solidarietà internazionale, unica forza capace di costruire un mondo migliore. Sindacalista infaticabile, con una visione del sindacato molto aperta, perché radicata nel terreno sociale, l'opposto del burocrate: un grande dirigente, con lo spirito dell'attivista, e una perfetta conoscenza di sei lingue!

Con intelligenza, cultura ed intuito, coglieva le questioni essenziali, i cambiamenti e le novità del mondo del lavoro, le necessità di rispondere colpo su colpo, ma anche strategicamente, agli attacchi su scala locale e mondiale ai diritti e alla dignità del lavoro. Il primo dirigente sindacale a livello internazionale ad aver spazzato via le chiacchiere su “le opportunità” della globalizzazione e ad aver condotto la FISM sulla strada delle “Alternative alla Globalizzazione”,varate nel Congresso di Sidney del 2001; da lì inviò una lettera di solidarietà alla FIOM per lo sciopero del 16 novembre “per il contratto nazionale, per la democrazia”, scrivendo anche parole contro la guerra. Tra i pochi dirigenti sindacali internazionali ad aver colto la grande novità del Forum sociale mondiale di Porto Alegre, dello spazio globale dei movimenti, contro il liberismo, la guerra, il razzismo, mentre era tradizione dei dirigenti sindacali internazionali partecipare al Forum economico di Davos! Di Marcello, con cui ho collaborato dall'ufficio internazionale della Fiom per oltre 10 anni, ho molti bei ricordi, di vicinanza ai metalmeccanici e alla Fiom, delle battaglie fatte nel Comitato Centrale della Fism, come nei Congressi, delle sue visite in Italia, tra le ultime (prima del suo ritiro del 2009) quella del 10 dicembre 2007, in occasione della giornata di sciopero fim-fiom-uilm, per partecipare alla manifestazione di Torino, in seguito alla strage di operai alla Thyssen Krupp. E poi il grande impegno per affermare una campagna globale contro il lavoro precario, vincendo resistenze e diffidenze, al sud e al nord! Lo ricordo anche, con grandissimo affetto, in una occasione unica, sempre nel 2007, a capo di una delegazione di solidarietà con il sindacato palestinese PGFTU, nei territori occupati palestinesi, a Gerusalemme, a Nablus e a Betlemme, colpito da quell'enorme muro “di separazione”! Era una missione difficile, non molto popolare tra i sindacati più potenti, ma Marcello decise di farla, a nome della FISM.

Impossibile dimenticare il compagno Marcello Malentacchi, come per lui era impossibile dimenticare i “suoi” metalmeccanici, e infatti ha inviato una lettera affettuosa alla manifestazione della FIOM del 18 maggio.

Grazie, Marcello!

Alessandra Mecozzi