Solidarietà della Fiom alle lavoratrici e ai lavoratori della Tekel in Turchia
Alla Tekel (ex Monopolio Tabacchi) i lavoratori in tutta la Turchia protestano da oltre 25 giorni contro la decisione del Governo di chiudere tutti i posti di lavoro alla fine di gennaio 2010. Dopo la chiusura i lavoratori, moltissime le donne, dovrebbero scegliere se lasciare il loro posto di lavoro o se accettarne uno nuovo in altre istituzioni statali con salari e diritti inferiori. 12.000 lavoratori, sindacalizzati, stanno lottando da circa un mese per dire che non intendono accettare queste condizioni. Il 14 dicembre si è svolta una grande manifestazione nazionale ad Ankara, sotto la sede del Partito di Governo AKP, ma la polizia ha sgomberato l'area il 16 dicembre, costringendo tutte le manifestazioni in un parco vicino. Al terzo giorno della lotta la polizia ha circondato con barriere l'area del parco e ha usato idranti e gas lacrimogeni contro i dimostranti in una continua escalation di violenza, tanto che diversi dimostranti, tra cui dirigenti sindacali, sono stati ricoverati in ospedale. Dopo questa pesante repressione, le manifestazioni sono continuate fuori dalla sede della maggiore Confederazione Turk-Is (il cui segretario generale era stato fermato dalla polizia).
La protesta si svolge abitualmente dalle 10 di mattina, con canzoni e
slogan, come: "se non c'è pane non c'è accordo"; "non ci scoraggiamo,
viva la nostra lotta"; e i cartelli intorno alla manifestazione dicono:
"non giocate con il nostro futuro", "siamo lavoratori, abbiamo ragione,
vinceremo". Il salario potrebbe dimezzarsi e ciò che fa ancor più arrabbiare i lavoratori è che sempre secondo questa legge, verrebbe loro dato un lavoro solo per 10 mesi, mentre per gli altri due non avrebbero alcun reddito. Diritti sociali verrebbero eliminati e, in quanto lavoratori precari, non avrebbero possibilità di iscriversi al sindacato. Le manifestazioni continuano e il 14 gennaio i tre sindacati hanno invitato a partecipare nella giornata del 20 febbraio anche delegazioni di altri luoghi di lavoro e di altri paesi.
18 gennaio 2010 |