Medio Oriente: cessare il fuoco,  aprire strade per la pace

 

L’escalation della violenza di Israele contro il Libano,  paese sovrano, con bombardamenti e massacri di civili, di cui quello di Cana è uno degli episodi più sconvolgenti, con la distruzione di infrastrutture e obiettivi civili, con l’uso di armi proibite, si configura come vero e proprio crimine di guerra.  Di fronte a questa nuova terribile guerra, che si aggiunge a quella, adesso dimenticata, contro la popolazione palestinese di Gaza, al quotidiano eccidio in Iraq, al prepararsi di nuove fasi della guerra in Afghanistan, ci si sente impotenti. La stessa idea della politica come strumento di convivenza e di mediazione, sembra morire di fronte a questo imbarbarimento e distruzione sistematica, funzionale, secondo le dichiarazioni della Amministrazione Usa, alla costruzione di un nuovo “Medio Oriente”. La logica della guerra preventiva e permanente proclamata, programmata e realizzata sotto la bandiera della “guerra al terrore” non ha fatto che accrescere e consolidare strategie e gruppi terroristi.

E’ una politica che rischia di portare il mondo dentro uno scontro micidiale tra Islam e Occidente, favorito dal consenso crescente delle popolazioni dei paesi arabi, come anche quella dell’ Iran, alle formazioni politico-religiose più radicali che appaiono come le uniche che vogliono opporsi a questa politica di dominio, nell’immobilità della Comunità internazionale. Ci opponiamo alla guerra, non ci rassegniamo a questa politica di guerra.

Crediamo che in questo momento le priorità del nostro impegno per la pace siano:

-    un immediato e incondizionato “cessate il fuoco”, di tutte le parti in conflitto, in Libano, Gaza, Israele, e chiediamo anche al nostro Governo di sostenerlo nel modo più efficace possibile nei confronti della Comunità internazionale;

-    l’apertura di tavoli per una soluzione negoziata della questione dei prigionieri, che abbia al centro la applicazione del diritto internazionale, compreso quello umanitario, delle Risoluzioni delle Nazioni Unite, come strumenti essenziali di una “Road Map” per una pace giusta e duratura in Medio oriente, che non può che prevedere l’esistenza di uno Stato Palestinese indipendente accanto allo Stato di Israele;

-    condivisione e sostegno delle iniziative delle associazioni e movimenti che in Libano, Israele e Palestina si oppongono e manifestano contro la guerra; sostegno alle missioni civili di pace nazionali e internazionali; solidarietà a tutte le vittime, libanesi, palestinesi, israeliane. Partecipazione alle campagne di solidarietà anche materiale a favore delle associazioni e Ong palestinesi e libanesi impegnate nella assistenza alle migliaia di profughi e sfollati in continuo aumento.

 

I link delle campagne di solidarietà:

In Libano in missione di pace [Un ponte per...]

La Palestina ha bisogno di noi. Noi abbiamo bisogno della Palestina". [A3 | 250 Kb]

 

Fiom nazionale

 

Roma, 3 agosto 2006