Appello dei sindacati
palestinesi al sindacato internazionale dei portuali: bloccate
il carico e lo scarico delle navi israeliane finché Israele non
rispetti pienamente il diritto internazionale e metta fine al
suo assedio illegale di Gaza
Il movimento sindacale palestinese, soggetto chiave del Comitato nazionale per il "boicottaggio, disinvestimento, sanzioni" fa appello ai sindacati dei lavoratori portuali in tutto il mondo perché blocchino il commercio marittimo israeliano in risposta al massacro operato da Israele di lavoratori e attivisti umanitari a bordo della Flotta per la libertà di Gaza, finché Israele non rispetti il diritto internazionale e metta fine al suo illegale blocco di Gaza. Ubriaco di potere e impunità, Israele ha ignorato i recenti appelli del Segretario generale delle Nazioni Unite e il quasi generale consenso dei Governi del mondo per la fine dell'assedio, scaricando l'onere sulla società civile internazionale di sostenere la responsabilità morale di obbligare Israele a rendere conto di fronte al diritto internazionale, per mettere fine alla sua impunità criminale. I lavoratori portuali nel mondo hanno storicamente contribuito alla lotta contro l'ingiustizia, e in modo particolare contro il regime di apartheid in Sud Africa, quando i portuali hanno rifiutato di caricare/scaricare i cargo da e per il Sud Africa come uno dei mezzi più efficaci di protesta contro il regime di apartheid. Oggi, vi chiediamo di unirvi al South African Transport and Allied Workers Union (SATAWU), che ha deciso di non scaricare le navi israeliane a Durban nel febbraio 2009 per protestare contro la guerra di aggressione israeliana contro Gaza e al sindacato svedese dei portuali Swedish Dockworkers Union che ha deciso di bloccare tutte le navi israeliane e cargo per e da Israele per protestare contro l'attacco israeliano alla flotta della libertà e la prosecuzione dell'assedio mortale israeliano della striscia occupata di Gaza. Il perdurante blocco israeliano di essenziali alimenti, materiali per la salute, la scuola, la costruzione non è solo immorale, è una durissima forma di punizione collettiva, un crimine di guerra rigidamente proibito dall'art. 33 della 4 Convenzione di Ginevra, - che sta provocando povertà di massa, inquinamento dell'acqua, disastro ambientale, malattie croniche, devastazione economica e centinaia di morti. Questo triennale assedio medioevale contro 1,5 milioni di palestinesi a Gaza, è stato apertamente condannato da autorevoli esperti giuristi, incluso il relatore speciale delle Nazioni Unite Richard Falk, che lo descrive come, nella sostanza, un "lento genocidio". Il deprecabile attacco di Israele a navi disarmate è insieme una violazione del diritto marittimo internazionale e della Convenzione sul diritto del mare delle Nazioni Unite, che stabilisce che "l'alto mare dovrebbe essere riservato a obiettivi di pace". Secondo l'articolo 3 della Convenzione di Roma "per la soppressione degli atti illegali contro la sicurezza della navigazione marittima" del 1988, risulta crimine internazionale per chiunque prendere o esercitare il controllo di una nave con la forza, ed è anche crimine ferire o uccidere persone durante queste azioni. Come hanno recentemente confermato eminenti esperti di diritto internazionale non c'è assolutamente alcuna giustificazione legale per l'atto di aggressione di Israele contro navi civili internazionali, cariche di aiuti umanitari e per lo sviluppo, per civili che soffrono sotto l'occupazione e un blocco palesemente illegale, che ha creato e sostenuto deliberatamente, con mani umane, una catastrofe umanitaria. La nostra risposta deve essere proporzionata a questa crisi.
Gaza oggi è
diventato il banco di prova della nostra moralità universale e
della nostra comune umanità. Durante la lotta contro l'apartheid
in Sud Africa, il mondo è stato ispirato dalle azioni coraggiose
e basate su saldi principi, di lavoratori del porto che
rifiutarono di gestire cargo sud africani, contribuendo
significativamente a far crollare il regime di apartheid. Oggi
chiediamo a voi, sindacati dei lavoratori dei porti del mondo,
di fare lo stesso contro l'occupazione e l'apartheid israeliano.
Questa è la più efficace forma di solidarietà per mettere fine
all'ingiustizia e sostenere i diritti umani universali.
Roma, 7 giugno 2010 |