Appello
per difendere i diritti del popolo palestinese
Salviamo
il centro di Burj Al Laqlaq di Gerusalemme
(
La Torre
del fenicottero)
Invito
a inviare lettere di protesta
Riprendiamo un appello che non
volevamo più fare ma, purtroppo, il
Centro giovanile di Burj al Luq Luq, importante centro di aggregazione
giovanile e di servizio sul territorio, nostro partner nei progetti a
sostegno della popolazione giovanile palestinese di Gerusalemme, è
nuovamente e seriamente minacciato dai nuovi insediamenti dei coloni.
Il
Centro stesso nasce nel 1991, su iniziativa stessa degli abitanti del
quartiere, per difendere il terreno dalla minaccia di esproprio, una
battaglia che dura da anni tra minacce, tentativi di occupazione , carte
bollate ed avvocati, ma ora sembra che l’Amministrazione di Gerusalemme
(in mano agli israeliani) abbia dato il via libera alla costruzione di un
insediamento di coloni ebrei, all’interno delle mura della città vecchia,
dentro un quartiere arabo. Come viene denunciato dal coordinamento
israeliano
contro le demolizioni (allegato).
Il
nuovo insediamento di coloni dovrebbe sorgere proprio sul terreno
espropriato nel corso degli anni novanta al Centro Burj al Luq Luq, una
superficie di circa
2000 metri quadrati
, espropriati con la motivazione di “alto interesse archeologico e
culturale” rapidamente trasformatasi in area disponibile per nuovi
insediamenti di coloni.
La
decisione di dar corso al nuovo insediamento di coloni all’interno del
quartiere arabo della città vecchia è una decisione che determinerà
ulteriori tensioni, scontri e violenza.
Per
chi ha conosciuto e collabora con il Centro, e dal 2000 ad oggi, quante
delegazioni, quante persone, associazioni, rappresentanti di comuni e
sindacalisti, giovani, studenti, hanno visitato e partecipato alle attività
sportive, ricreative e di scambio culturale, è una brutta notizia che ci
colpisce direttamente perché le persone ed i luoghi sono oramai parte delle
nostre esperienze e delle nostre relazioni. Il Burj è per tutti noi,
qualcosa che ci appartiene nei ricordi e nella speranza di costruire uno
spazio vivibile per i ragazzi e per la famiglie palestinesi del quartiere.
Il murales, i giochi con i ragazzi fino all’imbrunire,
le sfide a calcio, la formazione degli operatori per combattere il
diffondersi di droga ed alcoolismo (pratiche introdotte dall’esterno ed
effetto della segregazione e della caduta di ideali e speranze), la
biblioteca ed i corsi di
formazione per le regazze e per i giovani, i percorsi di avviamento al
lavoro, ecc. ecc. il Burj è un punto di riferimento reale, una risposta
gestita dagli stessi palestinesi in contesto difficile e senza punti di
riferimento istituzionali riconosciuti, una risposta “sotto assedio”.
Una risposta che a quanto pare da fastidio, non più tollerata.
Siamo
sconcertati, siamo allibiti.
Mentre
l’opinione pubblica internazionale è attenta e coinvolta da quanto
succede a Gaza e dalla profonda discussione che si è aperta nella società
israeliana sul proprio futuro e sulla necessità di trovare un punto di
equilibrio e di convivenza con la società palestinese, registriamo il
perseverare, con insistenza, con caparbietà e con un cinismo da altri tempi
e da altri luoghi, nel processo di espulsione della popolazione
araba-palestinese da Gerusalemme. Così facendo anziché costruire le
condizioni di pace e di convivenza, si istiga odio e disperazione..
Denunciando
all’opinione pubblica internazionale questa nuova decisione delle autorità
israeliane di Gerusalemme, ci uniamo alla protesta ed all’azione promossa
dal coordinamento israeliano e ci impegniamo a mobilitarci e ad utilizzare
tutte le nostre energie per fermare questa politica di aggressione, illegale
e portatrice di violenza e di instabilità per tutti; per gli israeliani,
per i palestinesi e per tutti noi. Perché insistendo e perseverando nella
costruzione del muro, che nei prossimi giorni circonderà
completamente Gerusalemme, separandola dal resto dei territori palestinesi,
nell’espulsione dei palestinesi dalle loro case e dalla loro terra, la
strada è quella sbagliata, ancora una volta ci si allontana dalla strada
della costruzione della pace giusta,.
Scheda
Centro
di Bourj Al Laqlaq (Torre del Fenicottero)
Gerusalemme
Est
Il
Centro si trova all'interno della città vecchia, nel quartiere arabo, dove
vivono molte famiglie povere ed alcune minoranze etniche. Il terreno è di
proprietà di due importanti famiglie palestinesi
ed è una delle superfici edificabili più grandi all'interno delle
antiche mura, circa 8/10.000 metri quadrati, con una stupenda vista sulla
Spianata delle Moschee e sul Monte degli Ulivi. I proprietari da tempo hanno
dato in comodato questo terreno alle organizzazioni palestinesi per farne un
utilizzo sociale e ricreativo. Nel
1991 gli israeliani hanno cercato di confiscare questa proprietà per
costruire un nuovo insediamento di coloni ma la pronta reazione della gente
del quartiere ha evitato il peggio. La popolazione ha presidiato il terreno
giorno e notte, iniziando nel contempo a costruire alcuni locali. La polizia
israeliana si è quindi ritirata, espropriando solamente una piccola
superficie, oggi recintata e guardata a vista dai militari, definendola
“sito archeologico”.
Da
quell’episodio il terreno è diventato oggetto di una intensa attività
sociale rivolta ai giovani, alle donne ed ai disabili
del quartiere, così è nato il centro Bourj Al Laqlaq (Torre del
Fenicottero)..
Attualmente
il centro è costituito da:
-
un locale per
riunioni ed attività ricreative, fornito di video (superficie circa 30
mt2);
-
un locale uso ufficio
(superficie circa 10Mt2);
-
magazzino;
-
cucina;
-
due locali adibiti a
scuola materna al mattino (30 bambini) e
attività con disabili mentali nel pomeriggio (17 H);
-
un parco attrezzato
con giochi all’aperto (superficie circa 250 mt2);
-
un campo da calcio in
terra, con tribuna coperta;
-
un campo in cemento
per basket e pallavolo;
-
spazio
cortilivo attrezzato con progetto per piantumazione e panchine;
Il
target di riferimento è la
popolazione del quartiere, in prevalenza famiglie arabe in condizioni di
povertà, migranti del secolo scorso, oggi tutti identificati e uniti
dall’identità nazionale palestinese. I giovani del quartiere sono oltre
250 giovani, con un presenza
rilevante di disabili, fisici e mentali.
Attività
del Centro:
-
servizio di scuola
materna
-
assistenza
pomeridiana a disabili mentali;
-
attività di
educazione e di prevenzione con giovani del quartiere;
-
ospitalità di
giovani (campi estivi internazionali) durante il periodo estivo ;
-
attività sportive e
culturali;
AIC: Alternative
Information Centre, Gush Shalom, Bat Shalom, ICAHD: Israeli , Committee
Against House Demolitions, Peace Now, Machsom Wacth, Ta’ayush