COMITATO ESECUTIVOBruxelles,
19 e 20 ottobre 2005 168.EC Punto 9
dell’Ordine del Giorno Risoluzione
sulla
posizione della CES sulla 6ª conferenza ministeriale
dell’OMC (13-18 dicembre 2005, Hong Kong) Il
Comitato Esecutivo è invitato: ·
ad adottare questa
risoluzione Premessa Il 4 ottobre
abbiamo tenuto un seminario sulla preparazione della conferenza
ministeriale sull’OMC a Hong Kong in dicembre 2005. Questa
iniziativa faceva seguito a varie iniziative prese dalla CES (conferenza
a Torino sulle norme sociali a livello internazionali nel novembre 2004;
il gruppo di lavoro CES sul commercio e la globalizzazione in gennaio
2005 con la partecipazione del Gabinetto Mandelson; il 17 giugno,
incontro tra Abbiamo
partecipato ai lavori di Global Union[1]
che hanno portato ad una dichiarazione comune per la 6ª conferenza
ministeriale dell’OMC[2]. Introduzione a)
L’apertura della 6ª conferenza ministeriale dell’OMC
a Hong Kong il 13 dicembre 2005 deve essere l’occasione per l’Unione
Europea per riaffermare i principi ed i valori fondanti della sua
esistenza. Dopo Singapore sono stati pochi i progressi conseguiti per
rispondere a questioni essenziali che permettano lo sviluppo di scambi
commerciali equi fondati sul lavoro dignitoso, lo sviluppo sostenibile,
la parità donna/uomo, il rispetto dei diritti fondamentali, in
particolare dei diritti dei lavoratori, i diritti ambientali ed in
materia di salute pubblica, la protezione sociale e l’accesso a
servizi pubblici di qualità. Il lavoro
dignitoso[3]
è al cuore delle priorità e dovrebbe essere l’elemento principale
del ciclo di negoziazioni commerciali. b)
Per c)
L’approccio proposto dalla Commissione per una nuova
valutazione delle politiche industriali e di ricerca a livello europeo
deve essere coerente con le iniziative prese dall’UE nel quadro delle
negoziazioni di Hong Kong. d)
Bisogna introdurre più democrazia nella governance
internazionale. L’OMC deve funzionare nella trasparenza e cooperare in
maniera positiva con le agenzie delle Nazioni Unite (BIT, OMS, FAO, PNUD,
PNUE, UNESCO). Bisogna dotare progressivamente il sistema Onu di un
potere di regolamentazione ed equilibro tra le norme internazionali.
Questo potere potrebbe essere esercitato in un Consiglio mondiale di
sicurezza economica e sociale. L’Unione
Europea dovrebbe promuovere un tale approccio mettendosi a coordinare le
posizioni prese dagli Stati membri nelle sedi finanziarie o sociali
internazionali, in modo da sviluppare le sinergie con la politica
commerciale europea. e)
Nel giugno 2004 il Comitato
Esecutivo della CES è venuto a conoscenza con interesse della
comunicazione della Commissione sulla dimensione sociale della
globalizzazione nonché il suo apprezzamento del rapporto della
commissione mondiale che aveva avuto mandato dall’OIL sullo stesso
tema. f)
I lavoratori che sono i perdenti della liberalizzazione
degli scambi, perché i settori nei quali lavorano sono soggetti a
ristrutturazione, devono essere oggetto di adeguate misure di
accompagnamento. A livello europeo, è urgente che sia istituito il
fondo di ristrutturazione che g)
Una iniziativa di coerenza delle politiche: i problemi
particolarmente gravi che toccano il settore del tessile e
dell’abbigliamento richiedono a breve termine il ricorso a misure di
salvaguardia per attenuare l’impatto. Si sottolinea la necessità di
adottare una iniziativa di coerenza delle politiche a Hong Kong. Una
tale iniziativa dovrebbe vertere sull’esame dell’impatto degli
scambi commerciali sulla crescita, le esportazioni e l’occupazione nel
settore tessile e abbigliamento, sull’istituzione di un approccio
globale alla politica industriale e commerciale in ogni paese dove il
settore tessile e abbigliamento è importante, e sulla fornitura di una
assistenza internazionale ai paesi in via di sviluppo interessati (in
particolare i paesi meno avanzati) se opportuno. 1.
Agricoltura a)
In vari
paesi del mondo la sicurezza alimentare e l’occupazione rurale si sono
deteriorate. Si tratta dei principali fattori che hanno generato una
massiccia migrazione mondiale della manodopera. È quindi essenziale che
gli accordi commerciali sostengano la sicurezza alimentare piuttosto che
alterarla. b)
Sussidi
alle esportazioni: c)
La
riforma della PAC (politica agraria comune) nel d)
L’accesso
al mercato: nei negoziati sulla formula di riduzione delle tariffe
doganali, l’Unione deve offrire ai paesi in via di sviluppo un
maggiore accesso ai suoi mercati, pur badando che queste riduzioni non
portino ad una eccessiva destabilizzazione dei mercati e dei posti di
lavoro agricoli in Europa. Questi sforzi devono imperativamente
accompagnarsi al progresso sul rispetto delle norme fondamentali del
lavoro nei paesi in via di sviluppo, in modo che i lavoratori di questi
paesi siano beneficari. Inoltre è necessario concedere ai paesi meno
avanzati, che sono per la maggior parte importatori netti di derrate, la
possibilità di proteggere i loro mercati al fine di assicurare prezzi
remunerativi ai loro produttori e garantire così la loro sovranità
alimentare. 2.
Accesso al mercato non agricolo (AMNA) a)
E’ essenziale che la dimensione settoriale della
politica commerciale europea sia messa meglio in evidenza che nel
passato. Anche la strategia di Lisbona che tende a specializzare
l’Unione Europea nell’esportazione delle produzioni ad alto valore
aggiunto e l’importazione dei prodotti ad alta intensità di
manodopera deve essere recepita dalle posizioni negoziali dell’Unione
all’OMC. b)
L’Unione, che ha diritti di dogana molto bassi o nulli
sui prodotti industriali, deve chiedere ai paesi emergenti che aprano in
una certa misura i loro mercati ai prodotti ad alto valore aggiunto e di
alta gamma e eliminino le barriere non tariffarie non legittime che
gravano su questi prodotti. c)
Le posizioni negoziali dell’Unione all’OMC devono
basarsi su scelte chiarite dalla considerazione dell’impatto di
qualsivoglia misura sull’occupazione, in particolare l’occupazione
settoriale. L’Unione deve applicare una protezione dei vantaggi
comparativi legittimamente acquisiti tramite accordi sulla tutela della
proprietà intellettuale e tramite l’applicazione di misure di
salvaguardia temporanea e anti-dumping. d)
Analogamente i paesi del Sud devono disporre di un margine
di manovra che permetta loro di istituire strategie nazionali legittime
di sviluppo industriale. Nelle negoziazioni sulla formula di riduzione
delle tariffe doganali, i paesi in via di sviluppo devono poter
mantenere tariffe maggiori dei paesi sviluppati, conformemente al
principio di “reciprocità che non sia totale” espresso nella
Dichiarazione ministeriale di Doha. Inoltre i paesi meno avanzati non
devono essere obbligati a consolidare le loro tariffe ai livelli
attuali. 3.
Servizi – Accordo generale sul commercio dei servizi (AGCS) a)
I negoziati in corso nel quadro dell’AGCS potrebbero
scalzare gli obblighi universali dei governi in materia di servizi
pubblici, nonché le loro capacità di regolamentarli. Per preservare
questa capacità, dovranno essere integrate orizzontalmente e a tutti i
livelli dei negoziati dell’AGCS disposizioni specifiche che prevedano
l’accesso a servizi universali, a prezzi uniformi e accessibili, il
cui campo sarà liberamente definito da ciascuno Stato. b)
L’UE deve ritirare le richieste di liberalizzazione del
settore dell’acqua che ha fatto ai paesi meno avanzati perché esse
implicano impegni irreversibili da parte di questi Stati, mentre gli
studi di impatto realizzati dalla Commissione provano gli effetti
potenzialmente negativi della concorrenza internazionale sul lavoro e la
prestazione di servizio universale nei PMA, e che l’Unione non offra
– in maniera giustificata – di liberalizzare questo settore nel
quadro dell’AGCS. c)
L’approccio “bottom-up” che caratterizza i negoziati
dell’AGCS deve essere mantenuto, gli Stati membri dell’OMC non
possono essere obbligati ad una liberalizzazione maggiore tramite
“impegni minimi” (“benchmarks”) come proposto da vari paesi, in
particolare dall’Unione Europea. d)
e)
-
chiarisca il quadro legislativo di riferimento, nell’ambito
della UE, in materia di liberalizzazione dei servizi sul mercato unico
(vedi proposta di direttiva sui servizi nel mercato interno); -
finalizzi il quadro legislativo per il mercato interno dei
servizi postali e le garanzie di servizio universale; -
stabilisca una distinzione chiara tra i servizi di interesse
generale (salute, educazione, acqua, elettricità, gas, etc.), i servizi
economici ed i servizi non economici a fini commerciali o meno, ed i
servizi di altra natura; o
precisi che la direttiva sul distaccamento dei lavoratori
costituisce anche la base del movimento temporaneo dei lavoratori. 4.
Modalità 4 (movimenti temporanei di persone fisiche) a)
La posizione della CES riguardo alla modalità 4 si
avvicina in gran parte a quella espressa dal Comitato economico e
sociale europeo (CESE)[4].
Inoltre b)
La modalità 4 concerne l’entrata temporanea di persone
in un paese al fine di fornirvi un servizio. c)
Fondamentalmente d)
e)
-
la tutela dei lavoratori (lavoratrici) migranti contro
ogni forma di discriminazione e l’attuazione di meccanismi di
sorveglianza appropriati, ispirati per esempio ai principi della
convenzione n. 95 dell’OIL; -
il versamento dei contributi ai sistemi di previdenza
sociale e assicurativa; -
il rispetto delle norme fondamentali internazionali del
lavoro, del diritto del lavoro nazionale e dei contratti collettivi
esistenti nei paesi di accoglienza. f)
g)
h)
i)
6.
Assistenza tecnica Facilitazione
degli scambi: 7.
Proprietà intellettuale La conferenza
di Hong Kong deve procedere ad un emendamento dell’Accordo sui diritti
di proprietà intellettuale relativi al commercio (ADPIC) o adottare una
dichiarazione esplicativa per permettere a tutti i paesi in via di
sviluppo di avere accesso alle medicine a prezzi accessibili per far
fronte a bisogni medici particolari come la cura dell’HIV/AIDS, come
era stato proposto inizialmente nella dichiarazione sull’ADPIC
adottata a Doha.
Conclusioni L’UE deve
optare per un calendario appropriato il cui obiettivo sia mettere fine
alla povertà e creare un lavoro dignitoso in riferimento ai diritti
fondamentali per lo sviluppo della democrazia. L’UE e i suoi
rappresentanti non possono rimanere unicamente basati sulla
liberalizzazione degli scambi. L’UE deve partecipare alla iniziativa
dell’OMC per una piena occupazione e il miglioramento del livello di
vita di tutta l’umanità. È in questo quadro che la delegazione della
CES parteciperà a Hong Kong e all’appello all’azione mondiale
contro la povertà. [1]
Global Unione comprende [2]
Disponibile su: http://www.etuc.org/IMG/pdf/finalhongkongwtostatementfrench.pdf
[3] Lavoro dignitoso: secondo la definizione dell’OIL, questo comprende occupazione, rispetto dei diritti dei lavoratori tra cui il diritto alla libertà sindacale ed il diritto alla negoziazione collettiva, la tutela sociale ed il dialogo sociale. [4] “Accordo Generale sul Commercio dei Servizi (AGCS) – Negoziati modalità 4 (movimento delle persone fisiche)”, 8 giugno 2005, CESE/695/2005. [5] “Per una politica proattiva dell’Unione Europea sull’immigrazione e l’integrazione”, risoluzione del Comitato Esecutivo della CES del 15-16 marzo 2005. |