La Fism
sulle conclusioni della Conferenza Omc/Wto di Hong Kong
19
dicembre 2005
La
delegazione della Fism, presente a Hong Kong per
la Conferenza
dell’Organizzazione mondiale del Commercio ha dichiarato: non sono state
prese in considerazione le conseguenze di un’ulteriore liberalizzazione
del commercio sullo sviluppo e l’occupazione. Il risultato della 6a
Conferenza ministeriale del WTO conferma le preoccupazioni espresse dal
sindacato dei metalmeccanici prima della riunione.
La Fism
concorda con il movimento sindacale internazionale nel denunciare
l’assenza di considerazione per uno sviluppo sostenibile e per le
condizioni di vita e di lavoro dei lavoratori in tutti i paesi. Nessuna
delle questioni cruciali è stata ancora risolta, nessun chiaro impegno
nelle aree di importanza chiave per i paesi in via di sviluppo. Al
contrario, gli interessi delle multinazionali hanno avuto riconoscimento
nei servizi come nella agricoltura, mentre i lavoratori sembrano non
esistere nel gioco della liberalizzazione.
In
particolare il testo relativo alla liberalizzazione commerciale per i
prodotti industriali, il cosiddetto NAMA, non prende in considerazione le
ripercussioni potenziali sull’occupazione in tutti i paesi, con rischi
di ulteriori rilocalizzazioni e perdita di posti di lavoro. L’accordo
sull’uso di una “formula svizzera”, con coefficienti che ancora
devono essere definiti, non consente tagli (dei dazi doganali, ndr)
su una base media, che sarebbe stata preferibile. Inoltre, l’inclusione
nel testo principale del riconoscimento per negoziati settoriali impatterà
duramente sui metalmeccanici di alcuni paesi e settori della nostra
industria.
Le
richieste dei paesi in via di sviluppo di flessibilità adeguate per
consentir loro di gestire l’aggiustamento di settori sensibili, specie
quelli ad alto tasso di manodopera, e per impedire degrado sociale a causa
della perdita di posti di lavoro e chiusure di aziende, è stata
sottovalutata. Non è stato ascoltato il loro appello che reclamava lo
sviluppo nella “Agenda per lo sviluppo di Doha”.
La
richiesta dei sindacati e movimenti per una analisi preliminare delle
ripercussioni potenziali sullo sviluppo e l’occupazione come
precondizione per ulteriore liberalizzazione del commercio, è stata
ignorata.
L’importanza
cruciale di posti di lavoro decenti come la sola strada per uscire dalla
povertà per i paesi poveri e per uno sviluppo sostenibile nei paesi
industrializzati, è stata completamente ignorata. La parola occupazione
non esiste nel testo di Hong Kong. La lotta comune per una occupazione di
qualità, per posti di lavoro decenti, dove siano rispettati i diritti
fondamentali dei lavoratori, deve essere la chiave dell’unità e
solidarietà tra lavoratori di tutti i paesi, nel nord e nel sud. Questo
è l’obiettivo unificante attorno al quale sindacati ed organizzazioni
democratiche devono continuare a costruire una forte alleanza.
La Fism
seguirà gli sviluppi del WTO
nei prossimi mesi cruciali, insieme alle organizzazioni sindacali sorelle.
Fa appello ai sindacati suoi affiliati per una mobilitazione a livello
regionale e nazionale e per collaborare strettamente con i movimenti
sociali nella più ampia alleanza possibile per l’occupazione e lo
sviluppo sostenibile.
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