Sciopero generale dei lavoratori del settore auto in Corea
Gli 80.000 lavoratori del settore auto coreani hanno iniziato il loro aprile di lotta.
I lavoratori delle 4 più grandi aziende coreane produttrici di auto continuano lo sciopero generale dal 6 al 12 aprile per difendere l'industria automobilistica coreana e il loro lavoro.
I lavoratori Dae-woo hanno già iniziato a protestare dal 1° di aprile per la vendita della Dae-woo a società straniere e i lavoratori della Ssang-young hanno deciso di portare avanti il loro sciopero per solidarietà nei confronti dei lavoratori Dae-woo.
Quando il governo coreano ha annunciato la vendita della Dae-woo, il secondo produttore di auto coreano, i leader dei quattro più grandi sindacati dell'auto, cioè Dae-woo, Ssang-young, Hyun-dai e Kia, hanno costituito un comitato di alleanza per organizzare una protesta congiunta contro la vendita della Dae-woo.
Infatti la vendita di quest'ultima si pensa possa avere un impatto negativo sui lavoratori in quanto porterà le compagnie straniere a dominare il mercato coreano dell'auto e, di conseguenza, a un crollo del mercato interno poiché l'industria coreana non può competere con i produttori di auto stranieri, altamente competitivi.
La Dae-woo attira i produttori stranieri perché il mercato interno coreano ha tassi di crescita intorno al 30% annuo e perché la Corea stessa ha un ruolo strategicamente importante per l'espansione dei mercati in Asia. In particolare, da quando la Cina ha aderito al Wto, il governo cinese è costretto ad abbassare i dazi doganali sulle importazioni fino al 20% entro il 2005. Inoltre la domanda è ora di circa 1.600.000 veicoli l'anno, che si prevede più che raddoppieranno in 5 anni.
L'opposizione dei lavoratori coreani è crescente anche per le precedenti esperienze con la Gm negli anni 'settanta, quando la Dae-woo era un subfornitore della Gm stessa, la quale non solo non ha permesso alla Dae-woo di sviluppare modelli propri, ma non ha neanche trasferito conoscenze e tecnologie alla Dae-woo. Questo ha comportato un crollo delle vendite di Dae-woo sia nel mercato interno che nel mercato Usa.
Non considerando le pratiche sleali messe in atto dagli investitori stranieri, anche a causa dell'inadeguato intervento del governo coreano nei conflitti tra lavoratori e investitori stranieri, i lavoratori coreani temono per la sicurezza del proprio posto di lavoro, come conseguenza del fatto che gli investitori stranieri non vogliono investire per sviluppare la tecnologia e le conoscenze dei lavoratori stessi. Questo in una situazione in cui l'industria automobilistica è in sovracapitalizzazione, e quindi saranno effettuati dei tagli che, prima di tutto, riguarderanno stabilimenti che non assicurano un adeguato livello di competitività, con la relativa perdita di posti di lavoro.
Da quando il governo coreano non ha regolamentato gli investimenti stranieri, ma anzi li ha incoraggiati a investire, la politica industriale coreana ha permesso agli stranieri di sfruttare i lavoratori.
Questa deregolamentazione porterà a uno stato di relazioni industriali oppressive da parte degli investitori stranieri.
La vendita della Dae-woo non è solo un problema dei lavoratori della Dae-woo stessa, in quanto è l'intera industria automobilistica a rischiare. La penetrazione economica da parte delle compagnie straniere riguarda anche le altre due più grandi aziende automobilistiche, Hyun-dai e Kia, le quali soffrono di una debole competitività internazionale. L'eventuale acquisto, quindi, comporterà uno snellimento della struttura e successive riduzioni della forza-lavoro.
Il Kmwf, che sta organizzando la lotta, chiede che:
- il governo cambi il suo orientamento neo-liberista che ha portato a pesanti tagli all'occupazione;
- questa lotta serva come stimolo per il maggio di sciopero generale dichiarato dalla Confederazione dei sindacati coreani;
- si proclamino le elezioni generali per la fine di aprile.
Gli 80.000 lavoratori coreani del settore auto chiedono che la Dae-woo diventi un'impresa pubblica.
Al momento, gli impianti produttivi rimarranno fermi fino al 12 aprile, cioè fino al giorno precedente le elezioni generali. Lo sciopero continuerà anche successivamente se il governo non rivedrà la proprie posizioni.
I lavoratori continueranno a riunirsi quotidianamente per sollevare l'opinione pubblica sull'importanza dello sciopero e per ottenerne l'appoggio.
13 aprile 2000