Consiglio
mondiale dell’auto - Fism Dearborn,
Michigan, Usa 8/10
giugno 2004 Seconda parte
Prime
conclusioni I
lavoratori dell’auto e i loro sindacati affiliati alla Fism hanno
individuato priorità e obiettivi che richiedono una azione collettiva,
non solo in risposta alle sfide che vengono dalla ristrutturazione della
nostra industria ma in coerenza con l’agenda fondamentale sindacale.
Queste priorità sono: - rafforzare la stabilità e garanzia dell’occupazione, creare posti di lavoro; riduzione dell’orario di lavoro - incrementare il potere di acquisto e acquisire una più giusta distribuzione del reddito e della ricchezza - garantire condizioni di salute e sicurezza per tutti - innalzare le professionalità e rendere disponibili tutte le risorse necessarie per la formazione, l’addestramento e lo sviluppo -
costruire sindacati forti e indipendenti come elemento essenziale
per creare società giuste, pluraliste, democratiche I
metalmeccanici e in genere tutti i lavoratori sono impegnati a
realizzare questa agenda. I lavoratori dell’auto sono in una posizione
forte per agire, dato il loro alto livello di sindacalizzazione nel
mondo. Ciò rende loro possibile contribuire a trovare la risposta alle
strategie delle multinazionali relative alla attuale globalizzazione e
perciò portare avanti il ruolo essenziale che questi sindacati hanno
giocato per molti decenni. Le
imprese globali dell’auto continuano a ristrutturare ed integrare le
loro reti di produzione per ottenere profitti e competere, creando per i
lavoratori sfide interrelate. Un aggressivo taglio dei costi e la
razionalizzazione sono strategie che spesso portano alla chiusura di
fabbriche, alla delocalizzazione o alla minaccia in tal senso, con un
duro impatto sui lavoratori dell’industria. La ristrutturazione di
imprese e catene produttive si sono verificate attraverso: - fusioni e acquisizioni, vendite o scorpori di operazioni produttive - outsourcing e appalti di lavoro da un imprenditore all’altro - modifica dei processi produttivi, introduzione di nuove tecnologie e aumento delle ore di lavoro -
crescita dell’opposizione dell’impresa al riconoscimento del
sindacato e delle sue conquiste Le
politiche di governo che esaltano la deregolamentazione, arretrando nei
poteri di tutela dei governi, la privatizzazione e la liberalizzazione
del commercio e degli investimenti, hanno creato condizioni favorevoli
alla flessibilità delle imprese transnazionali. I governi hanno usato
queste politiche per favorire e attrarre investimenti, in un processo
incoraggiato dagli imprenditori. Questo comporta spesso una concorrenza
rovinosa per attirare investimenti che sposta fondi dalla ricchezza
pubblica che potrebbe essere altrimenti destinata a servizi e bisogni
sociali. I
lavoratori e i loro sindacati continuano a subire i duri effetti di
questi cambiamenti, compreso il sostanziale declino dell’occupazione
industriale, la trasformazione di lavori stabili in lavori precari, e la
limitazione del potere d’acquisto. La ristrutturazione
dell’industria dell’auto è diventata una pressione permanente nel
cambiare attività lavorative, sistemi di paga, intensificare il lavoro.
Essa minaccia anche di indebolire la capacità sindacale di
rappresentare i lavoratori e di avanzare nell’agenda collettiva. I
sindacati devono rispondere a queste sfide a livello nazionale,
regionale e globale, impegnando imprese e governi, presentando le
proprie richieste e mobilitandosi per ottenerle. Rispondere alle sfide
della ristrutturazione e creare una dimensione sociale della
globalizzazione vuol dire che dobbiamo continuare a rafforzare e
utilizzare le strutture della Fism come strumenti per collegare i
lavoratori nelle catene di produzione globali. Le imprese devono andare al di là delle promesse e rendere reali per i lavoratori le loro responsabilità sociali. Il fatto che le imprese facciano promesse e nello stesso tempo mettano risorse significative nella pressione sui governi per limitare o addirittura eliminare regolamentazioni a favore dei lavoratori, dei consumatori e dell’ambiente, può solo contribuire alla crescita dello scetticismo dell’opinione pubblica circa le intenzioni delle multinazionali. E’
necessario che le imprese prendano decisioni tenendo in considerazione
l’interesse sociale molto al di là dell’obiettivo limitato della
massimizzazione del valore azionario e prendano impegni seri verso i
lavoratori e le comunità attraverso: - il sostegno e la creazione di impiego, la collaborazione nel ridurre gli orari, la limitazione degli straordinari; - la fine del passaggio da lavori certi a lavori precari e l’inversione della tendenza - il sostegno a nuovi posti di lavoro con la creazione di attività e tecnologie produttive vantaggiose socialmente e per l’ambiente -
la garanzia di adeguato compenso per i lavoratori colpiti dalla
ristrutturazione e l’investimento in formazione e riqualificazione Salvaguardare
i diritti dei lavoratori deve diventare sempre più interesse delle
imprese. La Fism ha un modello di Accordo Quadro Internazionale per
aziende multinazionali che richiede: - osservanza degli standards sindacali minimi dell’OIL - condizioni di salario e di lavoro decenti -
applicazione di queste due condizioni alle aziende fornitrici La
Fism proseguirà i negoziati per gli Accordi Quadro internazionali con
l’industria dell’auto per assicurare che le loro responsabilità
sociali diventino realtà e ci aspettiamo cooperazione da parte loro
nella applicazione degli accordi. I
Governi devono
agire nell’interesse della popolazione tutta nella società, non
rappresentare puramente gli stretti interessi delle multinazionali, di
privilegiati ed elites. Le regolamentazioni a tutela dei lavoratori e
delle loro comunità non devono essere indebolite o arretrare secondo
una agenda che mette il mercato al primo posto rispetto ai bisogni delle
persone. I lavoratori devono avere il potere che deriva dall’esercizio
della libertà di associazione per creare sindacati, il diritto di
sciopero per difendere interessi collettivi e la effettiva tutela di un
contratto collettivo, che è essenziale nelle società democratiche. Il
programma di azione della Fism 2001-2005 lanciava un processo per lo
sviluppo di un programma economico alternativo, culminato nel Comitato
Centrale di Cape Town a dicembre 2003 con “ Strategie della Fism per
una globalizzazione alternativa” basate su 4 pilastri: - creazione di lavoro e di potere d’acquisto - regolazione dei movimenti di capitale, inclusa Tobin Tax - cancellazione del debito -
riforma delle Istituzioni di governo globale, incluse la Omc, il
Fmi e la Banca Mondiale Chiamiamo
anche i Governi ad applicare questo programma economico per portare una
dimensione sociale nella globalizzazione, necessaria per ottenere una
crescita equa e sostenibile. I lavoratori dell’auto hanno bisogno di
politiche industriali per mantenere e creare lavoro, ed anche di
ammortizzatori sociali per coloro che sono colpiti dalle
ristrutturazioni industriali. I governi e le Istituzioni globali devono
anche metter fine ad una concorrenza rovinosa per gli investimenti che
mette lavoratori e comunità gli uni contro gli altri. Sussidi alle
imprese e abbassamento degli standards lavorativi e ambientali per
attrarre investimenti sono uno spreco di risorse pubbliche, una
negazione di diritti e una riduzione del tenore di vita. I
Sindacati dei
lavoratori dell’auto nel mondo devono continuare a costruire strutture
e orientare attività verso il rafforzamento delle capacità industriali
per rispondere alle sfide che abbiamo di fronte. Questo significa poter
avanzare nei nostri obiettivi collettivi e creare legami efficaci tra i
lavoratori delle catene produttive, inclusi i lavoratori della
componentistica e del montaggio nelle diverse aziende. La Fism continuerà
a sostenere questo lavoro che già viene svolto dai diversi sindacati,
con la propria assistenza e coordinamento. Di conseguenza i delegati
all’11° Consiglio mondiale dell’auto, chiedono alla Fism di fare i
seguenti passi: - Ridefinire i Consigli Mondiali d’azienda in piccoli gruppi permanenti di lavoro più adeguati per rispondere rapidamente alle necessità di azione, sviluppare strategie comuni e coordinare azioni con i rappresentanti regionali. Cerchiamo finanziamenti da aziende per questi organismi più piccoli. - Passare a riunioni regionali della Fism per sostenere la ridefinizione dei Consigli Mondiali, contribuire a costruire capacità dei sindacati industriali combinando forum di lavoratori a livello di azienda e di settore e sostenere l’applicazione del Programma di azione Fism. 2. Promozione degli standards fondamentali dell’OIL attraverso Accordi Quadro internazionali - La Fism lavorerà con i suoi affiliati per la definizione di nuovi accordi quadro nell’industria dell’auto e il monitoraggio dell’applicazione di quelli esistenti. - Quando avvengono serie violazione degli standards fondamentali la Fism intraprenderà sforzi coordinati con gli affiliati, compreso il lancio di progetti e campagne, per garantire il rispetto dei diritti del lavoro e sindacali. 3. Essenziale è la comunicazione tempestiva ed accurata, a livello di impresa e di settore, quindi: - la Fism si impegna a continuare il lavoro di messa in comunicazione attraverso lo sviluppo di reti dei sindacati dell’auto affiliati utilizzando i consigli mondiali aziendali, i gruppi di azione, gli incontri regionali dell’auto. -
La Fism lavora per identificare con i sindacati affiliati gli
strumenti più efficaci per le strategie di comunicazione e scambio. 5. Per assistere e consigliare la segreteria della Fism in questo lavoro può essere utile formare gruppi ad hoc con adeguata rappresentanza regionale. La Fism intende lavorare in alleanza con alcune ONG che condividono i nostri obiettivi di tutela e promozione dei diritti sindacali e del lavoro, insieme con i sindacati dell’auto per promuovere e far avanzare strategie che conquistino una dimensione sociale della globalizzazione. |