Consiglio
mondiale dell’auto - Fism Dearborn,
Michigan, Usa 8/10
giugno 2004 Esternalizzazione ed eccesso di capacità produttiva al centro della riunione mondiale dell’auto Prima parte La discussione si concentra sui processi di esternalizzazione, sull’industria dell’auto in Cina, sulle risposte del sindacato alle sfide che ha di fronte. 200 sindacalisti provenienti da 25 paesi hanno discusso dell’impressionante aumento del settore dell’auto in Cina, con regolari annunci di investimenti da parte delle multinazionali. L’introduzione è stata fatta da Ron Gettelfinger, presidente del Sindacato dell’auto Usa (Uaw) nonché del dipartimento auto della Fism. Gettelfinger, che si è soffermato a lungo sul caso Cina, ha detto: “Riconosciamo che l’assenza di diritti per il lavoro in Cina minaccia i lavoratori di tutti i paesi: tutti noi dobbiamo ora competere con i salari penosamente bassi e con le pessime condizioni di lavoro che i lavoratori cinesi subiscono. La Uaw e l’Afl-Cio hanno sottoscritto una petizione che, secondo le leggi vigenti in Usa, richiede sanzioni contro la Cina per la sua illegale repressione dei diritti dei lavoratori. “Se la petizione avesse avuto successo, il risultato sarebbe stato un aumento dei salari per i cinesi che beneficerebbe loro e le loro famiglie, ma anche tutti noi. Immaginate per un momento il potenziale potere di acquisto di un miliardo di cinesi se avessero il diritto di organizzarsi in sindacati e contrattare per un miglior livello di vita. Immaginate la spinta che questo di più di potere di acquisto darebbe all’economia mondiale. Il Presidente Bush, purtroppo, non ha alcun interesse per il miglioramento degli standards di vita dei lavoratori cinesi. Ha respinto senza alcun altra riceca la petizione dell’ Afl-Cio. “ Gettelfinger ha inoltre sottolineato che la Fism ha una propria visione di come l’economia globale può rispondere ai bisogni dei lavoratori. Uno degli strumenti più importanti sono gli Accordi Quadro Internazionali che chiedono alle aziende di riconoscere i livelli minimi dell’Oil in tutte le loro operazioni globali e di provvedere salari decenti e condizioni di lavoro sicure.Jurgen Peters (presidente della Fism e Segretario Generale della IG Metall) ha detto che “questo sviluppo unico nella storia dell’industria dell’auto, che è arrivato alla velocità della luce, ci mette di fronte a sfide complesse e difficili. Il rischio più grande da un punto di vista economico è che le multinazionali corrano a rotta di colo nella trappola della sovracapacità.” In riferimento alle sfide e risposte dei sindacati, Peters ha detto che il sindacato cinese, controllato dallo Stato, ha finora trascurato di lottare per l’introduzione e l’applicazione dei diritti del lavoro e sindacali. “Per la verità hanno anche esplicitamente sostenuto la negazione di questi diritti, ma adesso, se non mi sbaglio, c’è qualche segno di diverso atteggiamento. Sono molto favorevole al fatto che la Fism affronti seriamente la questione della Cina e del suo sviluppo economico, democratico e sindacale”. In questo Senso Peters si è detto lieto della recente decisione presa nell’Esecutivo della Fism di costituire un gruppo di lavoro specifico sulla Cina per discutere la questione in modo approfondito e proporre azioni. Peters ha anche ricordato che già nel Consiglio mondiale del 2000 in Germania si era detto di procedere con gli accordi quadro internazionali e si è fatto qualche passo avanti perché ne sono stati firmati 4, ma molto resta da fare.” |