Skf. Si è svolto a Torino dal 1 al 3 settembre 2009 il comitato sindacale mondiale Fism della Skf

“No alla chiusura dello stabilimento di Fontenay, Francia”
 

Hanno partecipato delegati e rappresentanti sindacali dei seguenti paesi: Italia, Svezia, Austria, Germania, Brasile, Malesia, Messico, India, Polonia, Spagna, Bulgaria, Ucraina, Francia, Cina, Gran Bretagna, USA. Ha partecipato inoltre un rappresentante della FISM. Il Comitato, che include anche il CAE, è stato riconosciuto formalmente dalla Azienda che ha quindi coperto i costi per i rappresentanti dei lavoratori di tutti i paesi e l'interpretazione simultanea (italiano, inglese, spagnolo, francese, svedese, tedesco). Nel 2003 è stato firmato un Accordo quadro internazionale per i diritti fondamentali in tutto il gruppo, che tuttavia non sembra funzionare al meglio, dato che l'Azienda si è sempre riferita al proprio codice di condotta e non all'accordo sindacale.

La mattina del primo giorno, l'amministratore delegato italiano ha illustrato la situazione della Azienda in Italia e le conseguenze, in termini produttivi e occupazionali, della crisi rappresentata con dati 2006 – 2009 (calo del 18,1% della produzione industriale; del 13,1% degli investimenti; aumento del 2.2% della disoccupazione). Alle domande relative alle prospettive ha dichiarato di non poter dare alcuna garanzia per quanto riguarda i livelli occupazionali e il mantenimento di tutti i siti.

Analoga incertezza sul mantenimento di tutti gli stabilimenti è stata espressa dall'Amministratore delegato del Gruppo che ha evidenziato le conseguenze sull'azienda, in particolare in Europa (70% del mercato SKF) della crisi e del declino del settore Auto. Invece è in forte crescita in Cina, India, Indonesia, il settore dei ciclomotori . Ha parlato della realizzazione di 9 nuovi stabilimenti e dello spostamento di produzioni verso l'Europa orientale. Tuttavia, dall'Ucraina è venuta la denuncia di riduzioni di orario e riduzione di occupazione.

La discussione del pomeriggio (solo tra rappresentanti sindacali) si è concentrata sulla questione della prossima chiusura del sito francese di Fontenay: la delegazione francese dei metalmeccanici CGT, ha energicamente denunciato una assenza di discussione e partecipazione del consiglio mondiale (già precedentemente informato), in contrasto con le decisioni del Programma di azione varato al Congresso della Fism del 2009, che si propone la creazione da parte sindacale di un contrappeso e una sfida alle multinazionali. Come si risponde alla riduzione dell'occupazione, dell'orario di lavoro (e relativo salario) e alle chiusure di siti produttivi nei paesi europei, per aprirne in paesi emergenti, praticando un dumping fiscale e sociale?. Il sito francese, redditizio, viene chiuso solo per criteri finanziari e la crisi ha accelerato una decisione che era stata presa precedentemente. La discussione si è sviluppata con diverse posizioni: da quella, molto critica dei francesi – che come Fiom abbiamo sostenuto - e quelle dei tedeschi e nordici che hanno invece dichiarato l'impossibilità di fermare trasferimenti di produzione (e quindi evitare chiusure di stabilimenti), in quanto la globalizzazione è “un processo inarrestabile”.

Alla fine si è trovato un compromesso per una dichiarazione comune, dove viene rifiutato il metodo unilaterale - non coinvolgimento del sindacato – utilizzato dalla Azienda, per la chiusura (che avverrebbe tra due mesi) e lo spostamento della produzione in Bulgaria e, provvisoriamente, a Cassino.

...Il Consiglio sindacale mondiale chiede che la Skf modifichi la decisione relativa alla chiusura dello stabilimento di Fontenay ed avvii un confronto costruttivo con i rappresentanti sindacali locali per trovare una soluzione alternativa per il futuro della fabbrica”.

Il secondo giorno è stato dedicato ad una illustrazione e discussione dei risultati del congresso della Fism e ad una illustrazione del progetto svedese di formazione sindacale di rappresentanti di lavoratori dello stabilimento SKF in Cina.

Il terzo giorno si è svolta una visita allo stabilimento Skf di Airasca.
 

Ufficio internazionale Fiom-Cgil

 

Roma, 11 settembre 2009