Fiat: risposte alla crisi e alla ristrutturazione sul piano internazionale;

- costruzione di una rete sindacale coordinata dalla Fism;

- lavorare per un accordo quadro internazionale alla Fiat.


 

Il 17 e 18 giugno a Torino, presso la sede del BIT, si è tenuto un incontro di lavoro promosso dalla Fism dei sindacati della Fiat. Hanno partecipato, oltre alla Fim, Fiom, Uilm, i sindacati della Polonia (Solidarnosc), Serbia (Samostalni), Spagna (UGT, CC.OO), Stati Uniti (UAW), Brasile (CNM-CUT, Forca sindical, Sindacato dei lavoratori di Betim) e il coordinatore del settore auto della Fism, Ron Blum. Una parte dei sindacati italiani ha dovuto assentarsi il giorno 18 per partecipare all'incontro a Roma, presso la presidenza del Consiglio, con Governo e Fiat.

La discussione del primo giorno ha affrontato il tema della ristrutturazione in Fiat e quella del secondo giorno il tema della organizzazione, della costituzione di una rete sindacale internazionale (come deciso nel recente Congresso della Fism), della apertura del percorso per un Accordo Quadro Internazionale, per la globalizzazione dei diritti, alla Fiat.

Tutti hanno espresso la necessità di uno strumento sindacale – la rete – che consenta la comunicazione, lo scambio di informazioni, e l'eventuale assunzione di iniziative, in tempi rapidi, data la rapidità dei processi che coinvolgono le fabbriche e lavoratori/lavoratrici.

Il peso della crisi, con le sue conseguenze negative sui lavoratori, è sentito dappertutto: i sindacati italiani hanno illustrato il primo giorno la difficile e preoccupante situazione Fiat in Italia e annunciato l'incontro del 18 giugno (richiesto da molto tempo); in Spagna è in corso una lotta e un negoziato per evitare il licenziamento di oltre 1000 lavoratori alla IVECO di Madrid; negli Stati Uniti, l'accordo Fiat-Chrysler, con il cospicuo sostegno economico del Governo americano, è stato realizzato con pesanti sacrifici per i lavoratori, così come in Canada. La Chrysler riprenderà la produzione il giorno 29 di questo mese. In Brasile ci sono già stati licenziamenti e la situazione è molto difficile anche dal punto di vista salariale: nella zona dove si trova la Fiat i salari sono nettamente più bassi che in altre parti del paese, nelle fabbriche automobilistiche. E' anche stato denunciato l'uso di repressione poliziesca da parte della Azienda e il divieto per i sindacalisti di entrare in fabbrica, oltre che di eleggere rappresentanze sindacali in fabbrica. La situazione della Serbia è paradossale: i lavoratori, sia quelli che lavorano che quelli che non lavorano, per mancanza di produzioni, vengono pagati dallo Stato, nonostante sia stato fatto un accordo con la Fiat e sia la Fiat “a comandare sul posto di lavoro”. La prospettiva è molto incerta.

E' stato quindi deciso di costruire la rete, in cui coinvolgere anche i sindacati che non erano presenti (come Francia, Germania, Canada...) e cominciare con una mailing list per scambiare informazioni reciprocamente. In base alle schede raccolte con relativi dati e contatti la Fism farà una prima raccolta e sistemazione dei dati e li metterà a disposizione di tutti i partecipanti alla rete (possibilmente ogni sindacato dovrebbe esprimere un proprio coordinatore nazionale).

Il giorno 19 giugno, la delegazione si è recata a visitare lo stabilimento Fiat di Mirafiori.

 

23 giugno 2009