17
settembre 2001
PER
NON DIMENTICARE
Delegazione
di solidarietà
Prima e poco dopo la creazione dello Stato di Israele nel 1948, circa 700.000 palestinesi vennero cacciati dalle loro case e villaggi. Circa 100.000 di loro vennero spinti oltre il confine con il Libano. Questa popolazione e i suoi discendenti costituiscono la popolazione dei campi profughi palestinesi in Libano. Da allora fino a oggi essi hanno vissuto, dopo l’esodo, una guerra civile libanese, nel 1975. Quell’anno, dopo un assedio di 54 giorni al campo di Tall el Zatar, vennero uccisi quasi 3.000 profughi palestinesi, per la maggior parte civili. Hanno subito una duplice invasione da parte dell’esercito israeliano (1978 e 1982). L’invasione del 1982 culminò con il massacro che ebbe luogo nel campo a Beirut di Sabra e Shatila, cominciato il 17 settembre, dopo che l’Olp aveva concordato di ritirarsi dal Libano, in cambio di garanzie dagli Stati Uniti per la sicurezza dei civili che rimanevano in Libano, nei campi. Dopo l’evacuazione dell’Olp e il ritiro della forza multinazionale che l’aveva supervisionata, l’esercito israeliano accerchiò i campi palestinesi e lasciò fare il massacro alle milizie falangiste libanesi. Dopo 48 ore i morti nei campi, prevalentemente donne, bambini, anziani, erano 1.500.
Oggi
Oggi il numero di
rifugiati palestinesi in Libano, registrati presso l’Alto commissariato per i
rifugiati delle Nazioni unite, è di 373.440. Un numero sconosciuto di profughi
non sono ufficialmente registrati e vivono sia all’interno che all’esterno
dei campi. La loro condizione economica e sociale è di molto inferiore a quella
dei libanesi: essi infatti guadagnano meno di un terzo della media di ciò che
guadagnano i libanesi e il 44% delle famiglie palestinesi si trova all’interno
del livello più basso di reddito, in cui si trova il 6% delle famiglie
libanesi.
Legalmente il diritto al ritorno per i profughi palestinesi in Libano risiede nella risoluzione 194 delle Nazioni unite, del 1948. Questa risoluzione è stata riaffermata dalla Assemblea generale delle Nazioni unite in pratica ogni anno ed è diventata patrimonio della legislazione internazionale.
(informazioni tratte da:
Palestinian Refugees in Lebanon 2001 – Institute for Palestine Studies,
Beirut)
Il 17 settembre
di quest’anno, per commemorare insieme a palestinesi e libanesi,
l’anniversario della strage di Sabra e Shatila, una delegazione promossa da
"il Manifesto", guidata da Stefano Chiarini, a cui ha partecipato
anche la Fiom, si è recata a Beirut, dove sono stati fatti diversi incontri con
forze democratiche, con l’avvocato che ha intentato la causa contro Sharon,
criminale di guerra, con il presidente del Libano. Sono state fatte inoltre
visite ai campi profughi.
Abbiamo partecipato a una grande e unitaria manifestazione dei palestinesi dei campi insieme a tutte le forze democratiche libanesi e nel luogo della fossa comune abbiamo piantato alberi di ulivi e agrumi, per non dimenticare e per simboleggiare l’aspirazione a un futuro di pace. La delegazione italiana si è impegnata a contribuire alla costruzione di un memoriale in quel luogo in ricordo delle vittime del massacro del 17 settembre 1982.