Comunicato della Fiom nazionale sulla manifestazione di sabato 11 novembre

La manifestazione di sabato 11 novembre, "Sia pace a Gerusalemme, per la pace in Medio Oriente", è stata un grande e importante successo di partecipazione di donne e uomini, giovani, lavoratrici e lavoratori, che hanno raccolto l'appello di moltissime organizzazioni e associazioni, forze politiche e sindacali, inclusa la nostra.

Purtroppo la conclusione della grande manifestazione pacifica è stata rovinata e rattristata dall'indegno assalto al palco di un gruppo di persone, per la maggioranza a volto coperto, che, con la forza, e urlando slogan violenti, hanno impedito sia a Neta Golan, pacifista israeliana, che a Jamal Zaqut, rappresentante della Organizzazione per la liberazione della Palestina, di trasmettere a coloro che manifestavano in solidarietà con il popolo palestinese, il loro messaggio di denuncia del massacro, di richiesta che a esso si metta fine, per il ritiro dell'occupazione israeliana dei territori palestinesi, come vere condizioni per costruire una pace giusta e duratura  in Medio Oriente.

Il fatto che i due invitati abbiano successivamente potuto parlare, a qualche migliaio di persone che erano rimaste, grazie alla disponibilità di un mezzo con amplificazione messo a disposizione dai Giovani Comunisti, che si trovava vicino al palco centrale, nulla toglie alla gravità dell'episodio di violenza  e viltà e al risultato che ha determinato.

Nel condannarlo energicamente, ribadiamo la nostra solidarietà a Neta Golan e a Jamal Zaqut, che hanno avuto il coraggio in un momento drammatico come questo di viaggiare e parlare insieme in Italia anche in diverse occasioni precedenti la manifestazione, sempre seguiti con grande attenzione e partecipazione (a Brescia, con delegati Fim-Fiom-Uilm, a Milano, con delegati e rappresentanti Cgil, a Roma, con diverse associazioni e persone interessate, presso la sede Flm) ; ribadiamo la nostra solidarietà  al popolo palestinese e alle forze di pace israeliane e chiediamo a tutti i lavoratori e lavoratrici metalmeccaniche di mantenere e aumentare la loro mobilitazione perché si cessi il massacro di palestinesi,  venga messa fine all'occupazione e si possa ritornare a parlare e costruire la  pace per due popoli e due Stati.

13 novembre 2000