Basta con la parata militare, basta con le missioni militari
Associazioni,
movimenti, reti, sindacati, singole cittadine e cittadini hanno lanciato
un appello per chiedere al nuovo Governo un netto segnale di
discontinuità con il passato. Il rispetto dell’articolo 11 della
Costituzione, il ripudio della guerra, l’affermazione di una cultura
di pace, di giustizia e convivenza, devono diventare il cuore
dell’azione del governo in politica estera. Di seguito il testo dell’appello, con le richieste avanzate al Governo e l’elenco delle prime adesioni.
BASTA CON Il 2 giugno l’Italia celebra Siamo tutti impegnati a respingere gli attacchi
alla Costituzione votando "No" al referendum costituzionale
del 25/26 giugno, e a difendere l’articolo 11. Noi chiediamo al Il pianeta è attraversato da guerre, violenze,
barbarie inaudite che ci impongono ogni giorno vittime e
sofferenza. Enormi risorse sono sperperate in armamenti, mentre la
povertà aumenta ovunque. Il diritto a vivere in pace e dignità spetta
a tutti gli esseri umani. Non vogliamo l'esaltazione degli eserciti, ma
la fine di qualsiasi logica militare e militarista; la diffusione
di una cultura di pace, di giustizia e di convivenza. Chiediamo al nuovo Governo e al nuovo
Parlamento di iniziare la legislatura dando un segnale forte di
inversione culturale rispetto alla militarizzazione della società e
della politica: si smetta di coprire il ruolo delle forze armate
impegnati in operazioni di guerra e in occupazioni con la maschera degli
interventi umanitari e di peace-keeping. Il lavoro umanitario e per la pace condotto
quotidianamente da migliaia e migliaia di civili impegnati in operazioni
di soccorso e di prevenzione dei conflitti non ha nulla a che fare con
le armi e con gli eserciti. E’ urgente che l’Italia separi le proprie
responsabilità dall’occupazione illegale dell’Iraq e dalla guerra
permanente e si impegni con una forte iniziativa diplomatica per
ristabilire sovranità, pace e convivenza nell’area. E’ urgente che si pronunci contro qualsiasi
intervento militare contro l’Iran, si impegni per un piano generale di
disarmo nucleare, per la fine dell’occupazione in Palestina e una pace
giusta in Medio Oriente. Chiediamo che non siano rifinanziate le
missioni in Iraq e in Afghanistan, che si ritirino immediatamente i
soldati italiani e ridiscutendo tutte le missioni militari italiane
all’estero. La politica prenda il posto delle armi.
L’Italia costruisca la pace con la pace. Per questo ci impegniamo a mobilitazioni
diffuse il 2 giugno, che verranno decise città per città, e prepariamo
da subito la mobilitazione sotto il Parlamento, con delegazioni
nazionali, in occasione del voto sul rifinanziamento delle missioni
militari che si terrà prima della fine di giugno. Arci/ArciLesbica/Associazione Amici Aiuto
Tossicodipendenti, Perignano/Associazione Bhalobasa Onlus, Perignano/Associazione Culturale Punto
Rosso/Associazione
Insieme Zajedno/Associazione
Obiettori Nonviolenti/Associazione per Adesioni
individuali Alidina
Marchettini, Firenze/Anna
Nocentini, Gruppo Consiliare Rifondazione Comune Firenze/Antonio Bruno, forum verso la
sinistra europea Liguria/Antonio Moscato, professore Università Lecce/Aurelio
Macciò, Genova/Domenico
Jervolino, ordinario università di Napoli/Donato Antoniello, Segretario SAS Fisac CGIL
Rivoli/Eliana
Brizio, Cuneo/Gianni
Mello Torino/Gigi
Malabarba, senatore/Gino Barsella/Giuseppe Gonella, forum sociale del ponente genovese/John Gilbert, |