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novembre 2002 – ore 14/17 – Fortezza da Basso, sala Attico/27
Diritti del lavoro e diritti
sociali:
esperienze, lotte, strategie
Promotori:
Fiom-Cgil, Ig Metall (Ger), Cc.Oo. (Spa), Cnm (Bra), Rmt
(Uk), Unite! (Usa),
Attac (Fr), Kazakhistan solidariety
Coordinatore: Fausto
Durante (Fiom nazionale)
Diritti del
lavoro e diritti sociali: questo è il tema del seminario introdotto da Alessandra
Mecozzi della Fiom nazionale.
Fausto Durante
ha coordinato gli interventi dei rappresentanti di alcuni sindacati europei e
non, con la presenza anche di associazioni non governative, che hanno preso
parte attiva al Social forum europeo.
Creare una
rete per i diritti sociali e del lavoro è la volontà che accomuna tutti i
rappresentanti intervenuti, questo è ciò che in modo più forte è uscito
fuori dai loro discorsi.
Bisogna
organizzare una campagna internazionale sui diritti, e sensibilizzare
l’opinione pubblica: questo lo hanno affermato Klaus Priegnitz e Stephan
Krull (Ig Metall), Alex Gordon (Rmt), Noel Deesty (Unite), Lec
Impraset (Thailandia) e il rappresentante del Kazakhistan.
Klaus Priegnitz
ha a cuore anche l’effettiva regolamentazione delle norme essenziali
del lavoro, specie in quelle fabbriche tedesche lontane dalla Germania, in cui
si vivono realtà terribili, storie di bambini costretti a lavorare ammucchiati
all’interno di costruzioni fatiscenti, nel Bangladesh.
Un’ulteriore
esperienza di violazione dei diritti ha come portavoce Alex Gordon. Egli punta
il dito sulle restrizioni volute dai governi Tatcher e Blair e sulla mancata
libertà di scioperare.
No alle
discriminazioni, libertà di scioperare, diritto di agire senza subire minacce,
diritto di essere rappresentato da sindacati, sono solo alcuni dei temi
presentati per una possibile nuova carta dei diritti dei lavoratori, proposta in
Gran Bretagna.
“Somai so!
Somai so!”, “combattiamo!”
invece è lo slogan urlato dalla thailandese Lec Impraset, impegnata in una
campagna di difesa dei diritti del lavoro e di sensibilizzazione dell’opinione
pubblica sulla condizione critica lavorativa in Thailandia. Lec afferma che
nelle fabbriche di Bangkok è difficile parlare di codice di condotta perché si
vedono solo esempi di sfruttamento: anfetamine nella Coca-cola per fare lavorare
sempre più ore gli operai fino a farli collassare (e questo è solo un
esempio). Il governo non muove un dito perché riversa il potere sui datori di
lavoro delle fabbriche. Il risultato è che i lavoratori non sono ascoltati e
vengono minacciati, anche perché le multinazionali instaurano un clima di
guerra di interessi: mettono un paese contro l’altro e i governi contro i
propri cittadini. In tutto ciò i sindacati non hanno voce perché
l’associazionismo è illegale. L’unico modo per reagire, dice la Impraset,
è farsi sentire attraverso i mass-media e cercare collaborazione con le
associazioni di tutto il mondo. La forza parte dal basso.
C’è chi già
tenta di avvicinare e sensibilizzare le nuove generazioni a temi di carattere
sociale: Patrice Couperty, di Attac France, è un insegnante dei sobborghi di
Parigi; i suoi alunni incominciano a conoscere le situazioni in cui vivono i
lavoratori in Europa e in Asia. Vogliono scrivere insieme un libro sui diritti
del lavoro.
In Turchia
invece la situazione dei lavoratori è ancora più delicata: essi rischiano il
licenziamento per la politca che tende a rendere più flessibile il lavoro. Tale
precarietà è ancora più grave qui perché perdere il lavoro siginfica
veramente morire di fame, e gli operai non possono fare affidamento sui
sindacati, perché questi non vengono ascoltati. C’è bisogno di un’altra
forma di lotta, dice il rappresentante del sindacato metallurgico.
L’ultimo
intervento è di Stephan Krull, rappresentante Ig Metall dello stabilimento
Volkswagen, il quale si presenta con una proposta ben precisa che si sviluppa in
2 punti:
1 –
riduzione dell’orario;
2 –
allargamento dell’Unione europea per redarre una piattaforma di richiesta
oltre le norme essenziali del lavoro, cioè riduzione dell’orario, diritto
all’istruzione, aggiornamento, pari opportunità ecc.
“Bisogna –
dice Krull – decidere insieme cosa immettere nella nuova costituzione europea,
ma farlo con la collaborazione dei sindacati e delle associazioni non
governative.”
E’ ciò che
sottolinea anche Alessandra Mecozzi in chiusura degli interventi, quando dice
che l’obiettivo per il prossimo futuro è di creare una rete di contatti
internazionali che superino i limiti ristretti dei sindacati.
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