7 novembre 2002 – ore 10/17 – Fortezza da Basso, sala Teatrino/Scherma

Palestina-Israele: stop all’occupazione, l’azione europea per una pace giusta

Promotori: Action for peace/Tavolapace, Genoa 2001 (Gr), Medici senza frontiere, Globalize resistance (Uk)

Coordinatore: Roberto Giudici (Fiom-Cgil Lombardia)

 

Dopo che Roberto Giudici ha introdotto l’argomento dell’incontro, numerosi interventi si sono succeduti, raccontando a volte esperienze personali e in ogni caso la situazione tragica dei palestinesi e degli stessi israeliani che non hanno accettato il sistema di repressione di Sharon.

Fadwa Barghouti si è fatta portavoce di suo marito Marwan, processato, torturato dall’esercito israeliano e ancora prigioniero perché schierato contro il governo Sharon, e come lui molti altri scontano pene perché manifestanti posizioni contrarie a quelle dello Stato di Israele.

Itai Rib è un ragazzo di 26 anni, un soldato israeliano che si è opposto agli ordini dei suoi generali, si è opposto alla politica di repressione, quella politica che dava grande potere agli stessi soldati che avevano la facoltà di uccidere persone di religione musulmana nei check points posti sui confini tra territori israeliani e palestinesi; questo ragazzo è andato anche in prigione per il suo atteggiamento ribelle, ma dopo tutto ciò è ancora convinto che si possa manifestare in modo pacifico.

Barake Mohamed (membro del Parlamento israeliano) ha parlato del Fronte democratico per la pace e l’uguaglianza in Israele e del ruolo della comunità internazionale nelle prossime elezioni politiche.

Johanna Lerbau, un avvocato israeliano rappresentante dell’associazione Women in peace di Tel Aviv, ha riportato delle testimonianze di manifestazioni pacifiche attuate dalle donne israeliane: una forma di protesta ai check points israeliani per opprimere la potenza dell’esercito; una manifestazione durante il Gay pride di alcune donne che avevano scritto sul seno nudo “Fermate l’occupazione”; una posizione pacifista di alcune femministe che cercano di usare il dialogo perché contro la violenza, sono attive nella parte est di Gerusalemme e stanno cercando di entrare nel panorama politico.

Al termine dell’incontro ci sono stati alcuni interventi da parte del pubblico tra i quali quello di Sabina Petrucci (Fiom nazionale) che ha proposto 3 obiettivi da perseguire: il ritiro dell’esercito israeliano dai territori occupati, la protezione delle popolazioni civili e l’inizio delle trattative con le due parti interessate; ma per sviluppare questi 3 punti c’è bisogno di formare un movimento internazionale, unire le forze di tutte le organizzazioni e agire.