8 novembre
2002 – ore 10/13 – Fortezza da Basso, sala Arsenale inferiore/1 Per una rete contro la precarietà globalePromotori: Rete
delle marce europee contro la disoccupazione, la precarietà e l’esclusione,
Ac! (Agir
ensemble contre le chomage), Stop précarieté La rete che si propongono gli organizzatori è “uno spazio di confronto e coordinamento di tutte le reti, le associazioni, le esperienze di lotta sindacale e di vertenza del precariato, dei migranti, degli studenti e delle donne, per dar vita nel ‘movimento dei movimenti’ e con il ‘movimento dei movimenti’ a un laboratorio contro la precarietà, che consideriamo uno dei frutti più amari e inaccettabili del neoliberismo”. Intervenendo a questo seminario, Giorgio Cremaschi, segretario nazionale della Fiom-Cgil ha paragonato il disagio sociale legato alla condizione precaria del lavoro alla “guerra permanente contro i popoli”. “In Italia – secondo Cremaschi – è in corso un’offensiva contro i diritti dei lavoratori, un attacco da destra e da una parte della sinistra quella ‘liberista’.” Qui il segretario della Fiom ha spiegato che secondo il liberismo “gli outsider, i lavoratori precari, sono tali perché gli insider, quelli garantiti, hanno troppi diritti. E’ questo – continua Cremaschi – il senso dell’attacco del governo e del Patto firmato da Cisl e Uil ma non dalla Cgil: diminuire i diritti degli insider per garantirne alcuni ai precari”. “La cultura liberista lavora sull’esclusione: tutti devono sentirsi escludibili ed esclusi. La nostra linea è opposta: tutti sono includibili e inclusi.” “Il rischio d’impresa – ha aggiunto ancora – non esiste più, c’è solo il rischio per i lavoratori; la vicenda Fiat è simbolica. Ormai le aziende usano i contratti precari per assumere e cacciare i lavoratori quando vogliamo.” “In Italia siamo ormai di fronte a una ventina di contratti di lavoro precario diverso, dalla formazione lavoro (cfl) ai collaboratori coordinati e continuativi (co.co.co), le modifiche legislative di questi ultimi tempi hanno avute tutte l’obiettivo di ridurre i diritti. E’ necessario – afferma il sindacalista Fiom – un cambio culturale nei sindacati per combattere la precarizzazione.” “Chi ha qualche anno in più ricorda i famosi 12 giorni di prova durante i quali chi era assunto poteva in ogni momento essere mandato via. Scioperi e tessere sindacali si cominciavano a fare dal 13° giorno. Oggi i 12 giorni si stanno dilatando fino a occupare un’intera generazione.” Cremaschi conclude il suo intervento elencando i tre fronti sui quali muoversi: 1. Le lotte sindacali nei luoghi di lavoro, poiché chi è nelle fabbriche deve sentire la lotta alla precarietà come il primo punto da combattere: tutti uguali sul piano dei diritti, come afferma anche la piattaforma del rinnovo contrattuale della Fiom. 2. L’estensione dei diritti a tutta la società. 3. La lotta alla privatizzazione sociale come altra faccia della lotta alla precarietà. “E’ necessario – chiude Cremaschi – costruire un movimento in grado di creare una nuova soggettività che combatta tutto ciò”.
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