Alessandra Mecozzi - Fiom nazionale 

Ancora una settimana prima, l'esito bellissimo del Forum sociale europeo e della manifestazione contro la guerra del 9, era un sogno. Persone che continuavano a telefonare per chiedere di modificare i titoli dei seminari, per cambiare i nomi dei relatori e relatrici delle conferenze, per chiedere stanze grandi o piccole, per conoscere dove si tenevano i loro workshops; posti letto che dovevano esserci e non si trovavano, patema d'animo per la situazione alle frontiere....Tutto è poi filato sostanzialmente liscio. Mi ha colpito molto la tranquillità e i sorrisi delle centinaia di volontari e volontarie, nonostante sia anche capitato che qualcuno li abbia trattati sgarbatamente, la infinita pazienza delle migliaia di giovani che si sono raccolti nelle grandi sale delle conferenze al mattino, l'incessante e difficile lavoro dei e delle interpreti volontarie, l'allegria generale e pacifica, la continua attività culinaria dei contadini e attivisti di Altraagricoltura e via Campesina. Insomma: chi lo ha definito un miracolo e chi un capolavoro. Dalla delegazione francese, subito dopo la manifestazione, il servizio "d'ordine" è stato definito "impeccable!".

Credo che tutto questo sia stato possibile soprattutto grazie a due fatti politici: il primo, la fiducia incrollabile nel percorso di aggregazione e attivazione di energie avviato con il lavoro di Genova 2001, passato attraverso la  seconda tappa, inaspettata per partecipazione, di Genova 2002, oltre che delle varie attività e manifestazioni nell'anno; il secondo, la determinazione di tutte le associazioni nazionali, a cominciare dalla Fiom, dei vari social forum, dei vari gruppi, di mantenere una forte unità nella realizzazione del progetto, al di là delle differenze, talvolta molto consistenti. Mi è sembrato che anche il livello europeo  sia stato contagiato da questi sentimenti di determinazione e unitarietà, da queste scelte politiche. Tra i vari soggetti importanti e "nuovi", va sicuramente citata la Ces, presente in maniera significativa per quantità e qualità, nei seminari come nelle conferenze, che ha con determinazione mantenuto il proprio impegno, pur con notevoli differenze di opinione anche al proprio interno. Nonostante il pessimo ruolo giocato da gran parte della stampa nazionale, nell'allarmare l'opinione pubblica, nel cercare di dividere i movimenti, nella morbosa ricerca di inesistenti e immaginari episodi di violenza, la popolazione di Firenze è stata la prima a reagire positivamente e a essere accogliente, i giovani hanno addirittura invaso lo spazio della Fortezza, facendo balzare a 60.000 le presenze (più che a Porto Alegre 2!).

Il Forum europeo di Firenze è una tappa importante:  ha fatto vivere nel panorama europeo capacità di coniugare radicalità sociale con aggregazione e consenso. La lunga lista di "campagne" formulate in circa 50 brevi interventi nell'Assemblea dei movimenti sociali del 10 mattina, rappresenta il lavoro per l'immediato futuro, sul piano locale e quello europeo e globale. Dalla precarietà alle privatizzazioni, dai diritti di cittadinanza per i migranti alla grande mobilitazione europea contro la guerra, all'estensione del lavoro per la pace e contro l'occupazione in Palestina-Israele; dai temi della dignità del lavoro, con il sostegno generale alla lotta della Fiat a quelli del valore della cultura e della indipendenza dei mezzi di informazione: la volontà di cambiamento e di democrazia si esprimerà con maggior forza nei prossimi mesi, nonostante i tentativi di divisione e criminalizzazione del movimento e del conflitto sociale che proprio nelle ultime ore si sono concretizzati in 21 arresti di giovani "no global" del Sud, tra i quali molti si preparavano a iniziative di solidarietà con lavoratori e lavoratrici della Fiat!