Roberto Giudici - Fiom Milano

Innanzitutto credo si possa dire che il Social forum di Firenze è stata una grande soddisfazione per la Fiom. Fiom che è entrata in questo movimento fin da subito, ha lavorato alla riuscita dell’evento sia nei suoi contenuti che, nei giorni successivi, materialmente, aiutando a conseguire questo risultato straordinario.

Credo anche che questa sia stata un’esperienza molto importante per alcuni compagni funzionari – specialmente per i compagni della Toscana e di Firenze, soprattutto delegati – che non avevano mai partecipato in modo diretto all’attività e alla gestione del Social forum. In questi quattro-cinque giorni, hanno vissuto a tempo pieno – il loro impegno era dalle 7 della mattina alle 10 di sera – le vicende di quest’evento. E’ stato importante che da parte loro, alcuni dei quali magari non erano così vicini a queste tematiche, ci sia stata la presa di coscienza rispetto all’importanza di questo movimento: il fatto di essere stati ogni giorno in mezzo a 30-40.000 persone che discutevano e si confrontavano in quel luogo, nella Fortezza, è stata una cosa molto importante per i nostri compagni delegati che hanno capito che trovarsi lì aggiungeva un altro tipo di consapevolezza rispetto al lavoro che loro tutti i giorni fanno in fabbrica.

Questa esperienza ha reso direttamente visibile il collegamento tra l’impegno di tutti i giorni in fabbrica e nell’azienda e questo grande movimento di discussione che si sta sviluppando in tutta Europa.

Queste mi sono sembrate le questioni più importanti che il gruppo che ha lavorato in questi giorni alla Fortezza ha riportato a casa. Il coinvolgimento personale, l’aver capito un po’ di più che cos’è questo movimento che si sta sviluppando e, soprattutto, l’aver eliminato l’idea di fare una cosa separata dal nostro lavoro. A volte, infatti, da noi in Fiom questo è vissuto come una cosa separata – una partecipazione a questo movimento quasi per solidarietà o per presa di posizione politica – e invece queste giornate hanno reso più comprensibile il collegamento che c’è tra l’attività del delegato in azienda con questo movimento; che magari prima viveva come un qualche cosa di vicino ma esterno e invece.

Personalmente, avendo seguito dall’inizio il rapporto con le istituzioni, ho avuto modo di rilevare con il passare del tempo che l’atmosfera si andava distendendo. I numeri della partecipazione non se li immaginava nessuno, soprattutto gli accessi alla Fortezza. Avevamo preventivato 10.000 iscrizioni: il secondo giorno eravamo a 38.000.

I dati che secondo me sono stati più significativi sono stati da una parte la partecipazione e dall’altra la coscienza partecipativa; la gente non era lì per caso ma consapevolmente, presente. A me non è mai successo, in esperienze del genere, che per tre giorni, dove sono raggruppate decine di migliaia di persone, non siano accaduti litigi o diverbi tra gruppi di persone. Eppure si facevano file per mangiare e in alcuni momenti la gente non riusciva ad entrare e uscire dalla fortezza perché le porte erano praticamente bloccate.

La manifestazione, poi, è stata grandiosa. Solo negli ultimi giorni, nelle ultime ore, se ne intuiva la portata seguendo l’aumento del numero di treni e pullman e delle adesioni.