Report sul Consiglio Internazionale del Forum sociale mondiale

Barcellona, 19-22 giugno 2005

Italiani presenti: Giampiero Rasimelli (Onu dei Popoli), Alessandra Mecozzi (coord. Italiano FSE), Piero Bernocchi (coord. Italiano FSE), Sandro Guiglia (alleanza per un mondo sostenibile?),  Marco Berlinguer (Transform), Jason Nardi (Unimondo).

 

Il giorno 19 si sono riunite le commissioni: Espansione, strategia, finanze, comunicazione

Il primo giorno, 20, è stato dedicato ad una discussione su:

-          Strategie e contraddizioni del mondo di Davos con la fase bellica del neoliberismo – Le risposte della società civile; come mantenere le diversità ed essere efficaci nella lotta per un mondo nuovo?

-          Alla luce della discussione, quali passaggi pratici ne derivano per il processo del FSM e i suoi eventi?

Il tema assegnato a questo dibattito dall'ultimo Consiglio internazionale di Utrecht era quello di affrontare il rischio di una deriva metodologica della discussione nell'organismo e di frenare l'impulso impresso dal FSM di Mumbay e dal lavoro di preparazione e realizzazione di Porto Alegre 2005 nella direzione di rendere il processo FSM capace di generare iniziativa e mobilitazione globale pur rimanendo un processo aperto e plurale. La decisione di Utrecht era stata quella di rendere permanente uno spazio di discussione politica nel CI così da facilitare l'individuazione dei terreni comuni di iniziativa e di mobilitazione, senza fermarsi di fronte alle diversità e alle controversie.

La discussione si è articolata tra contributi di 5 minuti (già inviati per iscritto) e interventi liberi di tre minuti.

Punti di dibattito: priorità alla lotta contro la guerra e la militarizzazione o al neoliberismo-capitalismo? Il tema della universalità o meno dei diritti umani e il rapporto tra democrazia e progresso sociale; la questione della democrazia globale, inclusa la questione delle istituzioni internazionali; il rapporto tra lotte locali (crescenti) e lotte mondiali (decrescenti);  il peso del pensiero e della pratica femminista; il rapporto con i movimenti sociali; frammentazione o espansione dei movimenti? Decidere campagne comuni insieme al proseguimento del ruolo pedagogico del Forum mondiale? esempi: bloccare negoziato OMC, debito esterno e interno; guerra e militarizzazione; donne; cambiamento composizione consiglio internazionale e importanza del dialogo con gli altri Forum (parlamentare, sindacale, delle autorità locali…);gli eventi forum sono la base per la articolazione delle campagne: esempi: G8 (luglio), Riforma ONU (10/11 settembre); OMC a Hong Kong (dicembre); crescita del processo: forum policentrico (Asia, Karachi ; America Latina, Caracas; Africa, Bamako; Assemblea in Marocco per Forum Magrehbino prima del Forum in Mali)

Mai come in questo CI si è registrata una comune consapevolezza circa la necessità di procedere in direzione di una maggiore efficacia del Forum. Il peggioramento – a parere di molti – del quadro politico internazionale (la crisi del neoliberismo non porta al suo superamento, ma piuttosto a nuove forme di autoritarismo), così come il rischio di una circolarità e inconcludenza del processo del FSM sono stati punti ripresi in molti interventi e hanno sollecitato diverse proposte. Senza risolvere questo punto (l’organizzazione di azioni efficaci e di successi), esiste, secondo diversi, il rischio di una perdita di legittimazione del processo. Il punto critico irrisolto resta la coniugazione di questa esigenza con la concezione del Forum come spazio aperto.  Molti hanno sollecitato la promozione di campagne e alleanze o di piattaforme minime comuni: alcuni attraverso lo sviluppo e l’approfondimento della nuova metodologia del FSM; altri attraverso altre iniziative più concentrate e visibili  (come l’introduzione di referendum; o l’applicazione nello stesso CI di strategie di convergenze parziali e consensuali, simili a quelle utilizzate nel FSM; o la costruzione di spazi altri di coordinamento e convergenza).

Il secondo giorno ci sono state le informazioni delle diverse commissioni (vedi specifici report su strategia e espansione) e dei processi preparatori dei Forum Policentrici e di quello Europeo.

Il Forum Mondiale policentrico si svolgerà negli stessi giorni: 23,24,25 gennaio a Caracas (Venezuela), Karachi (Pakistan), Bamako (Mali). Questo sarà preceduto da un’Assemblea in una città del Marocco (nella impossibilità di realizzare subito il Forum mondiale policentrico per l’opposizione del Governo marocchino).

Sono state date le informazioni sull’avanzamento del processo di preparazione e sulle ipotesi di messa in contemporaneità dei tre eventi in modo da dare un'immagine unitaria del FSM policentrico.

Si è poi passati alla discussione delle materie presentate dalla commissione espansione:  l'Architettura del processo FSM e l'ammissione di nuovi membri nel CI.

Nel pomeriggio è iniziata la discussione, continuata la mattina successiva, sull'architettura del processo e della "facilitazione". Cioè : la composizione del CI e la riforma del Segretariato sulla base delle proposte fatte dalle commissione, del documento presentato dalla componente brasiliana del Segretariato e delle decisioni assunte dal precedente CI. In particolare è stata fatta dalla commissione espansione una proposta di "road map"(nome quanto mai infelice e contestato!) per la riforma del CI della durata di 18 mesi, cominciando da un'analisi dettagliata di chi c'è attualmente, chi c'è formalmente ma non partecipa, ecc…

Questo è sicuramente uno dei temi più complicati, perché riguarda il ruolo e la natura del processo FSM, del CI, del rapporto tra questo e i Forum regionali e tematici, il rapporto tra questi e i movimenti sociali. Su questo tema risulta tra l'altro evidente un diverso approccio tra l'attuale processo del FSE e gran parte del CI.

Alla fine di una faticosa e spezzettata discussione si è giunti ad una decisione parziale sui seguenti punti:

1)       Il segretariato dovrà diventare "il gruppo facilitatore " del processo FSM e dovranno farne parte il gruppo brasiliano e indiano rafforzati da rappresentanti delle commissioni del CI e dei comitati organizzatori dei Forum policentrici. Si è anche accennato a una presenza dei Forum regionali. In tal senso è stata convocata una riunione a fine Settembre con questa composizione aperta. In quella riunione e per via telematica dovrà essere ulteriormente affinata la proposta (anche riguardo ai punti successivi) che verrà portata al prossimo CI per la definitiva approvazione.

2)       Fino al 2008 la sede operativa del "gruppo facilitatore" rimarrà a Sao Paulo (Brasile), dopo questa data e in base ad un piano organizzativo, tecnologico e finanziario adeguatamente preparato, il gruppo facilitatore si trasferirà in altra sede.

3)       Il CI sarà sempre più il centro decisionale del processo che verrà curato nell'attuazione dal gruppo facilitatore. Diventa quindi essenziale il ruolo delle commissioni del CI (che sono aperte anche agli osservatori non membri effettivi) e l' adeguamento del CI medesimo da realizzare attraverso un processo graduale. Il CI si riunirà almeno 2 volte l'anno (invece che almeno una volta come recitava una risoluzione precedente).

4)       La riunione di facilitazione di fine Settembre 2005 dovrà presentare un piano di lavoro di medio periodo

5)       Il prossimo CI si riunirà nel Marzo 2006.

Alla fine della discussione di questo punto sulla base della proposta della rappresentante del comitato organizzatore greco del FSE si è deciso che una delegazione del gruppo facilitatore FSM parteciperà a Settembre all'assemblea di Istanbul in preparazione del FSE di Atene per presentare queste decisioni di percorso e discutere il contributo del FSE al processo FSM.

Per quanto riguarda le ammissioni al CI è stata presentata una lista di 15 organizzazioni che da circa 1 anno avevano fatto richiesta di entrare nell'organismo. La discussione è andata su due livelli. Da un lato si è riallacciata a quella sulla riforma del CI proponendo la necessità di criteri più efficaci per selezionare le adesioni e i meccanismi di partecipazione ad un processo che resta fondamentalmente aperto. Un punto critico è stato indicato nel continuo allargamento a organizzazioni non espressioni di reali movimenti sociali.

Dall'altro è stata presentata dalla commissione una lista di 5 organizzazioni ammesse. Mentre le altre non sono state discusse nel merito in quanto mancavano al momento alcuni requisiti documentali o formali. Per questo è stato deciso che.

1)       Di ammettere le organizzazioni proposte dalla commissione.

2)       Per quelle che necessitano il completamento delle formalità si è detto che verrà sollecitato dalle commissione tale adeguamento, che questo verrà accertato dalla commissione e pubblicato nella rete. Se a quel punto  non vi saranno altre obbiezioni di merito le organizzazioni in oggetto verranno considerate ammissibili al CI e la ratifica formale avverrà al primo punto all'ordine del giorno del prossimo CI .

Si sono assunte decisioni parziali che indicano una direzione di marcia, prefigurano un percorso ma non concludono la discussione né la fase decisionale. Nei prossimi mesi e attraverso i Forum decentrati il processo dovrà andare a regime attuando le innovazioni che tutti ritengono necessarie.

In conclusione si può dire che la discussione nel CI ha evidenziato un processo molto positivo di espansione del movimento dei Forum, la possibilità di un dibattito politico-strategico molto interessante, ma  nello stesso tempo una impasse nella riforma organizzativa che sconta posizioni ed equilibri diversi. Un punto critico, sia pure evolutivo, su cui dovremmo fare una riflessione seria anche in Italia e in Europa, per poter dare un contributo reale e anche esprimere una posizione forte che è nelle nostre potenzialità. Superando, per quanto possibile, problemi di relazione  che si sono accumulati tra il FSE e il FSM che sono stati rilevati anche in una prima positiva riunione degli europei presenti al CI di Barcellona. Questi problemi infatti, che pure sono di diversità politica all'interno del processo FSM, di sicuro non fanno bene a nessuno e anzi complicano il percorso di tutti.

Rischiano, al contrario, di creare distorsioni (vedi la proposta aleggiata e poi immediatamente rientrata di un Forum Sociale Nordico da realizzare in Scandinavia) e contrapposizioni di potere anziché politiche a danno del processo di inclusione e radicamento del Processo FSM.

 

COMMISSIONE “ESTENSIONE”

 

La commissione "allargamento" ha lavorato per due giorni fondamentalmente su tre punti: lo stato dei lavori sui tre Forum policentrici del 2006; la ristrutturazione e il ruolo del Consiglio internazionale; le modifiche, proposte dai brasiliani con un documento, sul Segretario internazionale; le nuove richieste di adesione al CI. Per le ultime due questioni si rinvia ala testo generale.

Come italiani erano presenti Marco Berlinguer e Piero Bernocchi.

Sul primo punto è stato esposto il percorso verso i tre Forum di Caracas, Karachi (entrambi si terranno tra il 26 e il 30-31 gennaio 2006, in coincidenza con Davos) e del Mali (non più in Marocco, per difficoltà con il governo, che non garantisce libertà di movimento per tutti/e, popolo Saharawi in primis). Da parte nostra abbiamo introdotto come punto di discussione l’opportunità del Forum mondiale policentrico. Pur precisando che i processi sono oramai in atto e che, almeno in Venezuela e Pakistan (più incerto per ora il quadro rispetto all’Africa), potranno produrre certamente risultati positivi, si è fatto presente che il FSE aveva accettato quella che sembrava la proposta emergente originariamente dal FSM, e cioè che ad anni alterni si svolgessero i Forum continentali e regionali (un anno) e il Forum mondiale (l'anno successivo). La necessità di mantenere la specificità dei Forum continentali, la loro autonomia e il loro specifico compito (la costruzione di movimenti su scala regionale), è stata ribadita anche nella riunione degli europei tenutasi martedì sera.

 

La discussione sulla ristrutturazione del CI è stata organizzata sulla base di un documento preparato da un rappresentante del Cosatu sudafricano e un rappresentante di un sindacato alternativo indiano, sulla base di un mandato ricevuto nella precedente riunione di Utrecht.

La proposta, molto radicale prevede una “road map” organizzata in più fasi.

La prima fase comporta il completamento dell’analisi dell’attuale composizione, l’identificazione di membri non attivi, e una prima discussione aperta sulle nuove regole di eleggibilità.

La seconda fase prevede la ristrutturazione del CI attraverso la presentazione di domande per l’ammissione (anche da parte degli attuali membri) e la loro discussione sulla base di un nuovo regolamento, fondato su un sistema plurale di criteri (definiti comunque come né sufficienti né necessari), un meccanismo di decisione, una dimensione stabilita del consiglio, l’eventuale introduzione di una regola di rotazione.

 

Come era prevedibile, in plenaria, la road map è stata poi approvata solo nella prima parte. L’analisi dell’attuale composizione dovrebbe concludersi entro la fine dell’anno. Quanto ai criteri, si tratta di una discussione che va avanti da tempo. Anche a Barcellona ne sono stati citati diversi: carattere di massa, natura internazionale dell’organizzazione, implicazione nel processo, copertura di aree non presenti, etc. A questi noi abbiamo proposto di aggiungere in via prioritaria una presenza dei processi regionali; e di inserire tra i criteri da favorire quello delle larghe coalizioni di organizzazioni.

Questa discussione ha introdotto quella sul ruolo dei Forum continentali e delle loro rappresentanze nel Forum mondiale, nel Consiglio internazionale e nel Segretariato internazionale. Insieme al rappresentante greco (erano stati invitati i greci in quanto organizzatori del prossimo FSE) abbiamo anche spiegato il meccanismo assembleare del FSE, senza per questo pretendere di trasferire tale modello al Consiglio internazionale, ma solo per evidenziare come esso potesse funzionare accettabilmente anche nel processo di organizzazione dei Forum. Su questo punto si è sviluppata una intensa e lunga discussione.

Per quanto attiene alla presenza dei Forum regionali, ampiamente discussa anche in precedenti CI, si è poi deciso in commissione di proporre una risoluzione in plenaria per accelerare la decisione (essendo la conclusione della road map incerta e comunque assai lontana).

La risoluzione, costruita attraverso complesse mediazioni, prevedeva la creazione di uno spazio nel CI – composto da due membri effettivi – a disposizione dei processi regionali. Ferma restando l’autonomia di decisione dei processi relativamente a se e come usare questo spazio.

Su questo punto si è riusciti progressivamente a creare consenso nella commissione e un nulla osta da parte di molti attori chiave nei processi regionali e nella segreteria internazionale.

Questa risoluzione è stata poi portata in plenaria martedì e sostenuta all'unanimità dai partecipanti alla Commissione (in tutto dodici, e tutti piuttosto rappresentativi all'interno del CI). La decisione è stata però posticipata a mercoledì. Martedì sera, si è tenuta una riunione degli europei presenti, sempre allo scopo di affrontare incomprensioni e malintesi e scarsa conoscenza reciproca  tra europei del FSE, europei del CI (ci sono anche diversi europei, membri del CI, ostili al FSE) e Consiglio internazionale. E' stata una riunione utile nella quale si sono chiarite le differenti metodologie, che possono e devono coesistere, e la piena volontà del FSE di far parte del processo mondiale dei Forum, ma anche l’autonomia del FSE e la forma organizzativa assembleare. La riunione si è conclusa con l'auspicio collettivo che il CI accettasse la risoluzione proposta dalla Commissione "allargamento" sull'inclusione dei delegati dei Forum continentali e regionali.

Mercoledì mattina, infine, abbastanza sorprendentemente, e nonostante un’ampissima maggioranza di favorevoli, l’approvazione della risoluzione è stata bloccata in plenaria: complici la scarsità del tempo e soprattutto l’opposizione di due brasiliani (Withaker e Martin).

Ne è seguita una nervosa e disordinata coda, durante la quale Anastasia (Forum sociale greco) ha invitato una delegazione del CI a partecipare alla prossima assemblea del FSE; la discussione in assemblea può essere abbastanza complessa, perciò bisognerà concordare a livello europeo come gestirla (tanto più che dai francesi ci sono riserve sulle modalità di accesso al CI del FSE).