COMUNICATO STAMPA

Le organizzazioni e i movimenti che hanno promosso il Forum sociale europeo, riuniti a Roma il 24 febbraio, hanno lanciato il seguente appello:

Fermiamo i trasporti della morte



Come è già spontaneamente successo negli ultimi giorni, continuiamo a bloccare, rallentare e intralciare i convogli della guerra che illegalmente viaggiano nel nostro paese.
Facciamo appello affinché in tutta Italia, in modo diffuso, pacifico, con la disobbedienza civile e la nonviolenza, valorizzando e rispettando le tante e differenti pratiche del movimento, proseguano e si allarghino le iniziative lungo le linee ferroviarie interessate dai treni di guerra.
Facciamo appello perché in tutte le città d'Italia si realizzino iniziative individuali, collettive, di gruppo e di massa a sostegno della campagna contro i treni di guerra.
Sosteniamo e rilanciamo tutte le iniziative tese a impedire la guerra: la campagna delle bandiere, le iniziative nelle scuole, nei luoghi di lavoro, nelle comunità, nei luoghi di guerra (ambasciate, consolati, basi militari ecc.), la pressione sui parlamentari e sulle istituzioni locali, la campagna di boicottaggio delle compagnie petrolifere, l'obiezione fiscale.
Facciamo appello a tutti e tutte affinché mercoledì 26 sia una giornata nazionale e straordinaria di mobilitazione: alle stazioni, lungo la linea ferroviaria, ai passaggi a livello, sui binari e lungo i binari cercheremo di bloccare, ritardare e ostacolare i treni di guerra.
Lo faremo come in questi giorni, senza mettere a repentaglio la sicurezza nostra e degli altri, senza creare disagi alla cittadinanza, senza cedere a nessuna provocazione, cercando di favorire la massima partecipazione e il massimo consenso.
Facciamo appello affinché si esprima ovunque la solidarietà e il sostegno ai lavoratori dei trasporti che hanno già dichiarato e dimostrato la loro indisponibilità a essere utilizzati per il trasporto sulle ferrovie e nei porti.
Chiediamo al Parlamento e ai parlamentari, alle forze politiche e sociali di fare il massimo della pressione politica sul governo perché receda dalla decisione di militarizzare stazioni e ferrovie e sulle forze dell'ordine perché non usino violenza contro persone che a mani nude testimoniano il rispetto dell'art. 11 della Costituzione.
Ci impegniamo a proseguire e rafforzare nello spirito di condivisione e di solidarietà, l'esperienza unitaria del comitato "Fermiamo La guerra", che già domani riunisce il gruppo di lavoro sulle iniziative di lotta sindacale, nei luoghi di lavoro e sugli scioperi, che riteniamo un tavolo essenziale.
Saremo il 1 marzo a Londra al Coordinamento europeo e mondiale contro la guerra, che lancerà le prossime scadenze internazionali, a Ginevra per il Forum sociale europeo e per le manifestazioni contro il G8 a Evian.
Diamo appuntamento ai movimenti del Forum sociale europeo, a tutti coloro che si oppongono alla guerra sociale, economica e militare, al neoliberismo e al razzismo per incontrarsi a Livorno in una Assemblea nazionale l'1 e il 2 marzo, per definire l'agenda di lavoro dei prossimi mesi e per rilanciare il nostro patto comune.
Sosteniamo l'8 marzo contro la guerra promosso dalle organizzazioni e reti delle donne e invitiamo tutte e tutti a estendere le iniziative.
Continuiamo a preparare la manifestazione di Camp Darby prevista per l'8 marzo.


Le organizzazioni e i movimenti che hanno promosso il Forum sociale europeo