Intervento di Giovanna Cirillo, delegata Electrolux-Susegana (Tv) alla Manifestazione del 4 aprile 2008 a Firenze
Vi abbraccio tutti, continuiamo a tenere alta la dignità, la determinazione che oggi ci vede uniti nel difendere il Nostro posto di lavoro. Grazie al Nostro lavoro si riesce a mantenere in modo dignitoso la propria famiglia, anche se tra mille difficoltà. La perdita del lavoro è devastante quando le alternative sono quelle di diventare un peso per la società. La mobilità, la cassa integrazione, i prepensionamenti sono tutti strumenti alternativi, costosi per la collettività e che non ci garantiscono un futuro. Lavoriamo per questa multinazionale da molti anni, abbiamo contribuito al suo sviluppo e al suo radicamento in Italia con il nostro lavoro ed il nostro impegno; abbiamo accettato con fatica ristrutturazioni avvenute negli anni con tagli occupazionali e peggioramento di condizioni di lavoro. Velocizzazioni che hanno pesato sulla vita dei lavoratori dentro e fuori la fabbrica. Tagli e velocizzazioni che dovevano servire a radicare il gruppo in Italia, a rendere competitivo lo stabilimento e garantire un futuro certo per i prossimi anni. In Electrolux a Susegana abbiamo firmato con tanta sofferenza un accordo nel giugno 2006 con questi obbiettivi, a neanche due anni di distanza ci troviamo a discutere degli stessi problemi. I lavoratori hanno già dato, in disponibilità e salute. La velocizzazione, l’aumento dei ritmi di lavoro con passaggio da 64 a 79 pezzi ora, hanno danneggiato mente e fisico dei lavoratori, sono aumentate le malattie professionali, le patologie agli arti superiori e lo stress dovuto alla catena di montaggio. Questi danni chi li paga? In uno dei primi incontri avuti tra Sindacato e vertici Aziendali all’apertura dell’investigazione, gli stessi dirigenti hanno dichiarato che l’applicazione delle velocizzazioni non è stata sufficiente rispetto alle aspettative di Electrolux. Risultato: la velocizzazione pesa sulle spalle dei lavoratori quotidianamente, mentre la multinazionale sta già pensando ad altro, chiusura e ridimensionamento. Noi non ci stiamo! No alla chiusura di Firenze! No al declino dell’industria! No ai licenziamenti. vogliamo gridare a tutti che siamo disposti a lottare, a vendere cara la nostra dignità con il coraggio e l’orgoglio di chi crede nel proprio umile lavoro come fonte di reddito e garanzia per un futuro nostro e dei nostri figli. Costringiamo la multinazionale a non chiudere e a non ridimensionare nessun stabilimento in Italia. Costringiamoli ad investire sulle innovazioni di processo e di prodotto, su nuove produzioni. Per questo la politica, il governo, qualsiasi governo, deve intervenire, non si può, non si deve lasciar chiudere imprese così importati per noi e per tutto il paese. Ed è per questo che noi chiediamo al Ministero dello sviluppo economico di riceverci subito, di ascoltare le nostre proteste e le nostre proposte. Non siamo più disponibili ad essere spremuti con la logica del profitto economico e gettati come limoni quando il profitto non corrisponde alle aspettative della multinazionale. Ci auguriamo che questa grande manifestazione sia l’inizio di una resistenza contro la grave scelta di questa multinazionale. Uniti Susegana con Firenze, Porcia con Forlì e Solaro, tutti Assieme vinceremo! Si vinceremo!!
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