- Le
assemblee con i lavoratori, la forte opposizione in esse emersa
contro la proposta aziendale del lavoro a chiamata, così come il
forte appello che i lavoratori in queste stesse assemblee hanno
lanciato al sindacato, al rispetto unitario dei mandati e dei
contenuti della piattaforma, non hanno impedito la conclusione
peggiore che questa vertenza per l’integrativo del Gruppo
Zanussi, potesse avere.
- Le
delegazioni di Fim e Uilm hanno infatti deciso di siglare, sulla
base di una valutazione positiva, relativa all’accoglimento
parziale da parte aziendale di alcuni emendamenti proposti
dall’assemblea delle Rsu del 20 giugno scorso.
- La
Fiom non ha firmato, dopo avere tentato durante tutto
l’incontro, di recuperare un rapporto unitario, a partire dalla
necessità di respingere il lavoro a chiamata e di acquisire dal
negoziato i punti principali delle nostre richieste contenute in
piattaforma e cioè sul salario d'ingresso, sui recuperi di
produttività e sugli obiettivi legati ai premi. A questo
proposito la nostra delegazione ha prodotto durante la trattativa
un documento utile a favorire una conclusione positiva e unitaria
della vertenza.
- Ma
evidentemente tutto ormai era stato deciso, e nulla si è mosso se
non per quei pochi miglioramenti previsti, diventati comunque
possibili anche grazie al fatto che la Fiom aveva respinto a Roma
il testo conclusivo aziendale.
-
- E
dunque l’accordo realizzato il 30 giugno, senza la firma della
Fiom, conferma in pieno i punti principali del nostro dissenso, e
cioè:
-
- LAVORO
A CHIAMATA
- Resta
intatta la sostanza di questa norma che la Zanussi è riuscita a
ottenere. L’unica cosa relativamente certa è che questo
lavoratore lavorerà 3 mesi e per la restante parte dell’anno
resterà a disposizione della Zanussi che lo potrà chiamare con 3
giorni di preavviso (ma anche meno con l'accettazione
dell’interessato), per prestare servizio sulle mansioni e sui
nastri orari che allora gli verranno indicati, anche per sole 8
ore di lavoro. Viene
drasticamente stravolto uno dei principi alla base di qualsiasi
contratto di lavoro individuale, e cioè la conoscenza per la
persona che accetta un rapporto di lavoro presso un'azienda,
di quanto lavorerà, su quali orari, su quali mansioni e dunque su
quale reddito salariale potrà alla fine contare.
- Uno
strumento questo, per il quale non sono nemmeno previste
percentuali massime di utilizzo, e che, se il referendum non
respingerà questa intesa, l’azienda userà molto probabilmente
come unica forma di rapporto a tempo indeterminato da proporre ai
giovani una volta concluso il loro contratto a termine, demolendo
per questa via la contrattazione che le Rsu avevano realizzato
negli stabilimenti, in particolare a Porcia, con l’introduzione
dei part-time ciclici a 6 mesi come riduzione del precariato e
transizione possibile verso il contratto fisso e a tempo pieno.
- Il
fatto che l’istituzione di questo contratto a chiamata sia
subordinato, nell’accordo, a un giudizio di compatibilità
legislativa da parte del ministero del Lavoro è del tutto ovvio
visto che siamo di fronte a una norma illegale, e può essere
perfino controproducente visto che così si spingerà il ministero
stesso a modificare in peggio la legge sul part-time, cosa che da
tempo infatti chiede Confindustria e che un accordo sindacale in
un grande Gruppo del nostro paese non potrà che favorire.
- Noi
ci opponiamo, per queste ragioni all’introduzione di un
contratto di lavoro individuale che sopprime diritti fondamentali
del lavoratore neoassunto e peggiora gravemente le condizioni
contrattuali con cui i giovani entreranno a lavorare in Zanussi, e
inviteremo pertanto i lavoratori a respingere con il voto nel
referendum, questo accordo.
-
- PRODUTTIVITA’
- Se
le quantità salariali legate a questo obiettivo rimangono quelle
degli accordi precedenti, (1.800.000 derivate dalla somma del Prel
e Qualis interno) con miglioramenti relativi alla limitazione del
rischio di non prendere i soldi, o almeno di limitare le perdite
in caso di mancato raggiungimento dell’obiettivo, resta
immutata l'impostazione dell’accordo del 1997,
che avevamo chiesto di modificare in piattaforma.
- Sono
previsti recuperi predeterminati stabilimento per stabilimento
(oltre il 10% medio nei prossimi tre anni) al netto degli
investimenti, che al di là delle dichiarazioni a verbale,
proseguiranno sulla strada dell’aumento dei carichi di lavoro e
del peggioramento delle condizioni della prestazione.
- Avevamo
chiesto di discutere in stabilimento di questa materia per evitare
proprio queste ricadute, il rifiuto netto di questa proposta
dimostra evidentemente come la volontà aziendale sia quella di
perseguire la produttività senza investimenti sul processo e
sull’organizzazione del lavoro con conseguente inevitabile
ricaduta negativa sulla prestazione del lavoratore.
-
- SALARI
DI INSERIMENTO
- I
risultati ottenuti
sono scarsi, dilazionati nel tempo, e privi di sostanziali
miglioramenti per i lavoratori oggi presenti nel Gruppo
in salario d'ingresso
che non vedono modificare la loro condizione salariale.
- E’
previsto infatti il riconoscimento della maggiorazione notturna
aggiuntiva del 4% ai lavoratori che verranno assunti solo dopo il
1° gennaio 2001, l’indennità di notturno (2.500 – 3.000 lire
ora dopo le 22.00) partirà dal dicembre del 2003.
- Per
il 2000 bisogna avere 9 mesi di lavoro per avere diritto ai premi
(che significa che non li prende nessuno) poi negli anni
successivi la soglia passerà a 6 mesi nel 2001, poi a 5 mesi nel
2002 e infine a 4 mesi nel 2003.
- L’anzianità
relativa dei vari rapporti di lavoro fatti nello stabilimento per
arrivare ai 24 mesi rimane, ma sparisce l’indennità prevista
per chi non viene confermato.
- E’
evidente la distanza fra le nostre richieste e quanto è stato
ottenuto, che rende ormai strutturale e definitiva la differenza
salariale fra lavoratori nuovi e vecchi, che era stata introdotta
solo come temporanea e relativa alla ristrutturazione del 1997.
- Questa
differenza, insieme al lavoro a chiamata, peggiorano drasticamente
le condizioni con cui si entrerà a lavorare alla Zanussi,
impedendo in questo modo per chi già lavora di puntare a
migliorare le proprie condizioni perché ci sarà sempre qualcuno
che sta peggio.
-
- Anche
su altre questioni l’accordo non prevede modifiche importanti,
come sulla reperibilità che rimane obbligatoria, sulla struttura
del nuovo premio (Boden) legato ai volumi che presuppone vincoli
forti sui calendari di lavoro, la Banca delle ore che non accoglie
le modifiche introdotte dal contratto nazionale. Né gli aumenti
salariali confermati in 1.200.000 in 4 anni, con 200.000 lire di
una tantum nel 2000, sono tali da giustificare l’arretramento
sugli altri punti della piattaforma.
-
- Per
queste ragioni non abbiamo siglato l’intesa, abbiamo concordato
con Fim e Uilm le riunione delle Rsu, le assemblee con i
lavoratori e la data del referendum finale, che si svolgerà nei
giorni 18 e 19 luglio.
- Il
voto dei lavoratori ovviamente deciderà anche per la Fiom la
validità o meno dell’accordo.
- Noi
ci batteremo con le nostre ragioni perché questa intesa venga
respinta dai lavoratori e venga rinegoziata su questi punti con
l’azienda, convinti che essa mortifichi gli interessi e le
aspettative di chi rappresentiamo e che ci erano state consegnate
dalla piattaforma.
-
-
- Andrea
Castagna
- coordinatore
nazionale Fiom
- gruppo
Electrolux-Zanussi
-
- Roma, 4 luglio 2000