Comunicato sindacale Fiom ai lavoratori della Antonio Merloni LE
BANCHE CREDITRICI INSODDISFATTE E PREOCCUPATE HANNO CHIESTO UN NUOVO
PIANO INDUSTRIALE ENTRO APRILE. Il
FORTE AUMENTO DELLA PRODUTTIVITA’ SOPPORTATO DAI LAVORATORI E’ STATO
INUTILE IL
SACRIFICIO DELLA CASSA INTEGRAZIONE NON E BASTATO A RISANARE I CONTI. APPARE
EVIDENTE L’INCAPACITA’ DELLA PROPRIETA’ E DEL MANAGEMENT IN
PERMANENTE CONTRASTO TRA LORO AD AFFRONTARE SI
PROFILA UN 2008 CON ULTERIORE CASSA E FORSE ANCHE Si
è svolto venerdì 23 c.m. presso il Ministero dell’Industria
l’incontro tra le Segreterie nazionali Fim, Fiom, Uilm insieme alle
strutture territoriali e alle Rsu e L’amministratore
delegato ing. Fedeli, ci ha comunicato che non sono stati raggiunti i
ricavi previsti per il 2006 pari a 900 milioni di euro e si profila la
possibilità di un’ulteriore riduzione dei ricavi nel 2007, per oltre
150 milioni di euro a causa della “necessità” di abbandonare i
mercati inglese e spagnolo. Ci pare evidente che in assenza di azioni di
recupero su altri mercati si determineranno negative ricadute sulla
produzione e sugli occupati negli stabilimenti italiani, messi a rischio
anche per l’avvio della produzione dello stabilimento in Ucraina. Anche
sotto il profilo del risanamento finanziario non sono stati raggiunti
gli obiettivi indicati e si registrano a causa della forte esposizione
debitoria pregressa e degli oneri conseguenti, anche per il 2006 elevate
perdite. Questa
negativa situazione si è determinata, pur in presenza di una crescita
generale del mercato, sicuramente per l’aumento dei costi dei
materiali e della riduzione continua dei prezzi, che come ci è stato
dichiarato, non era stato valutato appieno in sede di definizione del
piano industriale, ma soprattutto dalla difficoltà di far conoscere e
affermare il marchio Ardo nel mercato, anche per i ritardi nella
presentazione di nuovi e competitivi prodotti. Questi
ritardi hanno annullato di fatto sia i risparmi sui costi, con il
sacrificio sopportato dai lavoratori con la sospensione in Cigs che i
risultati derivati dagli elevati aumenti di produttività. Questa
situazione sta pesando non solo sulle tradizionali strutture
dell’Antonio Merloni di Fabriano e Gaifana ma anche nella struttura
produttiva della Tecnogas di Gualtieri di Reggio Emilia, ove non si sta
attivando nessuna azione positiva da parte del management capace di
superare quella situazione, che lo stesso Fedeli denuncia, un forte
aumento del fatturato ma che non crea utili a causa delle inefficienze
gestionali, mettendo cosi a rischio la tenuta occupazionale dei 500
lavoratori. La situazione della Antonio Merloni potrebbe ulteriormente
aggravarsi nel 2007 se in assenza di alternative produttive, non venisse
modificato il provvedimento che cambia il mercato dei serbatoi per il
gas liquido ad uso domestico, determinando
una crisi nella vendita di serbatoi con conseguenze negative per
lo stabilimento di Matelica. La
stessa preoccupazione è presente nel sistema bancario che ha
“imposto” l’elaborazione di un nuovo piano industriale che dovrà
essere pronto entro aprile e che sicuramente come è già avvenuto in
altre storie industriali del nostro paese proporrà drastiche azioni
“lacrime e sangue” nei confronti dei lavoratori e cioè
licenziamenti e cassa integrazione. Si
deve procedere rapidamente alla separazione netta tra ruoli e funzioni
della proprietà da quelli della gestione per accelerare il processo di
riposizionamento sul mercato attraverso una forte innovazione dei
prodotti ma anche della organizzazione aziendale e nel contempo
verificando tutte le possibilità di individuare delle partnership utili
a rafforzare il gruppo ma mantenendone l’unitarietà
e nel contempo tutti i siti produttivi esistenti in Italia.
Fiom nazionale Roma, 27 marzo 2007 |