La Merloni elettrodomestici rifiuta di discutere la piattaforma sul precontratto,
votata dalle lavoratrici e dai lavoratori

 

Nell’incontro con l’azienda e la delegazione Fiom, la Merloni ha dichiarato di riconoscere pienamente il contratto separato firmato a maggio senza chiedere il parere dei lavoratori e di ritenere totalmente applicabili le nuove leggi che rendono il lavoro in Italia più precario che in ogni altro paese europeo.

La Merloni afferma di voler rispettare l’integrativo aziendale; ma come è possibile se non riconosce il Ccnl del 1999 su cui si poggia? In una condizione di normalità questa dichiarazione sarebbe infatti inutile. Ma senza un contratto nazionale condiviso e con la sostituzione delle leggi agli accordi, tutto salta.

Ad esempio, l’azienda non si ritiene più vincolata al rispetto delle percentuali di utilizzo dei contratti a tempo determinato; solo per “concessione” per ora non introduce le nuove forme di precarietà e di flessibilità degli orari, ma in ogni momento questa disponibilità potrà essere giocata come forma di ricatto; le buste paga mangiate dall’inflazione, negata dal contratto di maggio, restano al di sotto del potere d’acquisto rendendo così insostenibile un salario aziendale per obiettivi.

La partecipazione è solo una chiacchiera quando ci si rifiuta di condividere le regole, di rispettare le lavoratrici e i lavoratori; tanto più in un settore dove la produttività del lavoro è ormai altissima, il salario è basso e le condizioni molto dure. Inoltre, proprio fra pochi giorni, come ogni anno, scadono i contratti a termine; non è certo segno di una strategia per la stabilizzazione del lavoro che pure la Merloni vanta di avere, la mancata coincidenza fra la fine dei contratti e le verifiche di stabilimento per le assunzioni a tempo indeterminato.

E’ particolarmente grave la chiusura della Merloni, che sta ottenendo grandi successi e grandi guadagni, mentre oltre 330 precontratti sono già stati firmati.

La Fiom propone di proseguire la lotta contro la scelta tutta politica del No al precontratto,

contro l’indifferenza alle giuste rivendicazioni delle lavoratrici e dei lavoratori, confermando

 il blocco totale dello straordinario

4 ore di sciopero insieme a tutte le aziende

degli elettrodomestici

venerdì 12 dicembre