Il 10 febbraio 2005 sciopero nazionale e in tutte le aziende del gruppo De Longhi contro i licenziamenti e le delocalizzazioni

 

Il 28 Gennaio 2005 a Treviso si è svolta la riunione di tutte le strutture sindacali territoriali interessate e dei componenti la RSU di ogni singolo stabilimento italiano del Gruppo De Longhi.

Erano presenti strutture sindacali della Fim, della Fiom, della Uilm di Treviso, Belluno, Vicenza, Udine, Prato, delegate e delegati eletti nella RSU delle aziende De Longhi, Elba, Climaveneta, Di Radiators, Ariete.

E’ stata unanimemente condivisa la scelta compiuta dalla RSU De Longhi e da Fim, Fiom e Uilm di Treviso di contrastare, anche con la mobilitazione e la lotta di tutte le lavoratrici ed i lavoratori, la decisione assunta dalla Direzione del Gruppo De Longhi di delocalizzare in Cina le attività manifatturiere per la produzione dei piccoli elettrodomestici, attualmente svolte negli stabilimenti trevigiani, con conseguente apertura di una procedura, attivata dall’Azienda il 3 Gennaio 2005, di mobilità/licenziamento per 650 dipendenti.

Tale scelta aziendale è stata considerata ancor più preoccupante e grave perché motivata semplicemente per ragioni di crescita dei profitti.

Tutto fino ad ora è avvenuto al di fuori di un qualsiasi progetto industriale preventivamente discusso e confrontato con le organizzazioni sindacali e la rappresentanza eletta dai dipendenti.  

Le lavoratrici ed i lavoratori dipendenti del Gruppo De Longhi, in questi anni con la loro intelligenza ed attività lavorativa, hanno permesso all’Azienda di crescere, fino a farla diventare un grande ed articolato Gruppo annoverabile tra quelli in posizione di leadership nel settore.

Allo stesso tempo è stata considerata non condivisibile la scelta di separare nettamente le attività di progettazione e produzione, perché così si impoverisce il tessuto industriale, produttivo e sociale del nostro territorio,e si trasforma in semplice attività commerciale la natura e l’ identità dell’ impresa disperdendo il saper fare delle persone nel lavoro.

C’è una profonda differenza tra un processo teso ad internazionalizzare una impresa e la sua capacità di competere ed innovare i prodotti ed un processo di pura delocalizzazione produttiva tesa semplicemente ad abbassare i costi.

Ed in questo ultimo caso non è accettabile che i finanziamenti pubblici siano in ultima analisi utilizzati a sostenere i profitti delle imprese danneggiando ed impoverendo il nostro sistema produttivo ed industriale.

Per queste ragioni è stato unanimemente deciso:

-          di proclamare per giovedì 10 Febbraio 2005 una giornata nazionale di mobilitazione in tutte le aziende del Gruppo con 8 ore di sciopero negli stabilimenti di Treviso e 4 ore di sciopero in tutti gli altri stabilimenti.

-          Lo sciopero è a sostegno della richiesta avanzata da Fim, Fiom, Uilm di Treviso di ritiro della procedura di mobilità, di salvaguardia di tutti i siti produttivi, di definizione di un vero piano industriale che riguardi tutte le attività ed i prodotti realizzati nel gruppo, di ricostruzione e qualificazione di un adeguato sistema di relazioni sindacali ed industriali capace di dare risposta ai problemi occupazionali in termini di stabilità, formazione e riqualificazione professionale, miglioramento delle condizioni di lavoro e dell’organizzazione della produzione.

-          Di richiedere l’intervento del Governo e delle Istituzioni Locali attraverso un intervento del Ministero dell’Industria e del Commercio Estero che istituisca un tavolo di confronto e negoziazione per la definizione di un vero piano industriale di tutte le attività e di tutti i prodotti del Gruppo De Longhi capace di affrontare l’insieme delle problematiche che riguardano le lavoratrici ed i lavoratori che operano lungo tutta la filiera produttiva in un ottica di difesa dell’ occupazione e qualificazione del nostro sistema industriale.

-          Di rendere permanente il coordinamento della attività sindacale nei vari stabilimenti del gruppo De Longhi attraverso la circolazione delle informazioni, la discussione collettiva e l’utilizzo di tutti gli strumenti legislativi e contrattuali previsti in materia di relazioni sindacali ed industriali.

-          Di realizzare in ogni stabilimento e luogo di lavoro nel Gruppo De Longhi, assemblee con tutti i dipendenti per discutere della situazione e preparare la giornata di mobilitazione del 10 Febbraio.

 

Roma, 3 febbraio 2005