Per favorire la più ampia informazione in merito agli sviluppi del confronto con il governo sulla Delega previdenziale, riproduciamo qui il comunicato della Segretaria confederale Piccinini sull'audizione del 26 ottobre con le Commissioni parlamentari

Sviluppi della Delega previdenziale

 

Si è svolta oggi l’audizione delle 23 parti sociali firmatarie del documento comune, presso la Commissione Lavoro della Camera.

Insieme abbiamo ribadito la validità dei due avvisi comuni che avevamo già fatto pervenire ed  espresso la preoccupazione che il rinvio alle camere da parte del Consiglio dei Ministri non abbia solo ripercussioni temporali ma soprattutto alteri e peggiori gli impegni che il ministro Maroni aveva assunto in recepimento parziale delle nostre richieste o addirittura peggiori i  contenuti del testo iniziale di decreto.

Abbiamo, pertanto, ribadito i punti fondamentali delle nostre richieste e cioè l’esigenza di avere regole uguali per tutti coloro che si candidano a gestire la previdenza complementare (governance, trasparenza, costi….) nonché la riconferma piena del ruolo centrale della contrattazione collettiva, anche per definire i criteri del diritto e della portabilità del contributo delle imprese.

Inoltre, per quanto riguarda il tema delle compensazioni alle imprese, abbiamo evidenziato l’esigenza di un incontro con il Ministro per conoscere i contenuti e le modalità di fruizione del protocollo con l’ABI di cui tutti parlano ma che nessuno ha visto fino ad ora. Dopo di che, nel caso in cui ci fosse un ambito di imprese non in grado di utilizzare l’accesso alle compensazioni, occorrerà valutare insieme i principi e i criteri della gradualità in modo tale da contemperare le aspettative delle imprese con il diritto del lavoratore di non essere discriminato nell’accesso alla previdenza complementare sulla base dei rapporti che la sua impresa ha con il settore del credito.

Ciò significa che, per quanto ci riguarda,  non si può precostituire alcuna  moratoria né tanto meno si è in grado ora di parlare di uno o più anni di rinvio, non avendo alcun elemento a disposizione circa gli effetti possibili sui lavoratori e sulle imprese.

Naturalmente, come fatto fino ad ora, vi terremo informati di ogni ulteriore evoluzione di questa complicata vicenda.