Assemblea annuale della Covip (Commissione di Vigilanza sui fondi pensione)

Roma, 22 giugno 2005

Riprendiamo qualche aspetto della Relazione del Presidente e dell’Introduzione pronunciata dal Sottosegretario al Welfare, Brambilla.

1. Il Sottosegretario ha esordito evidenziando il “debito morale” che il governo ha nei confronti della previdenza complementare per via dello stallo che da troppo tempo vive il Decreto attuativo della Legge 243 di riforma previdenziale.

A sua giustificazione ha sostenuto che il tempo intercorso tra l’ottobre ’04 (data di approvazione della Legge) e oggi non è passato – secondo lui – inutilmente, poiché avrebbe consentito una rivisitazione complessiva della Legge 124 del ’93, ovvero della legge istitutiva della previdenza complementare.

Secondo Brambilla il governo (attraverso la Covip ) si prefigge innanzitutto di realizzare un’informazione capillare verso i lavoratori in merito ai contenuti del Decreto attuativo di prossimo varo; di realizzare un provvedimento che offra fiducia ai lavoratori e ai loro risparmi; di non aggravare di costi le imprese realizzando al contempo soluzioni che siano peraltro d’impulso all’economia.

Il Sottosegretario ha teso nella sostanza a offrire una versione rassicurante dello stato d’avanzamento e dei contenuti del provvedimento, non omettendo il fatto che – secondo lui - questo provvedimento potrà contemplare l’estensione della previdenza complementare a tutte le forme di lavoro previste dalla “legge Biagi” e la possibilità per i lavoratori che non avessero effettuato la scelta su dove collocare il tfr (con il ricorso quindi al “silenzio-assenso”) di ritornare sulle proprie decisioni.

2. In realtà - aggiungiamo noi - il governo da ormai da troppo tempo invia messaggi secondo cui tutto è a posto, o che è pressoché tutto fatto. In realtà quella dei Decreti attuativi (o del Testo unico) è una vicenda più che travagliata che presenta ancora molti punti oscuri e scelte non condivisibili. Da ultimo è emerso (all’interno dello stesso governo) il problema della mancanza delle coperture finanziarie per compensare le imprese della mancata disponibilità del tfr. Prima ancora era emersa l’indisponibilità del governo ad abbassare al 15% (come vorrebbe il Decreto) la tassazione delle prestazioni derivanti dagli accantonamenti nei fondi; e così via a ritroso. Se le cose stessero a posto  tra l’altro non esisterebbe un Avviso comune (vedi sito Internet Fiom – www.fiom.cgil.it - alla Rubrica “Fondi pensione”, Sezione “Fondi pensione”, Capitolo “Documentazione sui Fondi pensione”, Notizia del 21 febbraio ’05) sottoscritto da Cgil, Cisl e Uil e da 14 associazioni datoriali che pone forti critiche a passaggi fondamentali della Delega. Né esisterebbe una critica radicale da parte della Cgil per il vantaggio ha offerto al sistema finanziario e assicurativo nel recepire nel Decreto le loro esigenze, critiche che la stessa Fiom ha rilanciato (vedi sito Fiom, Sezione “Fondi pensione”, comunicato del 9 giugno).

Il rincorrersi di “bozze” di Decreto, ogni volta contenenti nuove soluzioni e norme, e la conseguente impossibilità di interagire con queste vista la loro caducità, confermano tra l’altro l’enorme distanza che separa il governo dalle forze sociali, che dovrebbero essere le prime interlocutrici di un provvedimento di tale portata (su cui appunto le Confederazioni hanno espresso forti contrarietà)

3. La Relazione del Presidente della Covip, Scimia, ha esordito constatando le difficoltà a far decollare la previdenza complementare. Gli aderenti alle diverse forme sono 2,8 milioni, pari al 12% degli occupati.

Gli aderenti ai fondi pensione istituiti a valle della legge n.124 del ’93 sono 1.450.000; quelli ai fondi negoziali 1.074.000 (380mila quelli ai fondi aperti:+ 5% nel ‘04). I piani individuali pensionistici (Pip) basati su polizze assicurative sono 685mila (in crescita del 23%).

Modesta la crescita nel primo trimestre ’05 (1,0% per i fondi negoziali), però quasi tutti i settori produttivi risultano interessati da forme pensionistiche. Pochi mesi fa anche il fondo della scuola (Espero) ha avuto l’autorizzazione all’esercizio. A fine 2004 erano 25 i fondi pienamente operativi.

3.1 Dal punto di vista dei costi Covip testimonia di una posizione di vantaggio del settore dei fondi negoziali: gli oneri complessivi di gestione in rapporto al patrimonio sono inferiori allo 0,5% (1,8% per i fondi aperti, circa l’8% per i Pip!).

3.2 Scimia nell’affrontare il tema della riforma della previdenza complementare ha ricordato come nel disegno di riforma il riequilibrio dei conti del sistema pensionistico sia perseguito tramite la tendenziale riduzione del tasso di sostituzione (rapporto tra la prima annualità di pensione e l’ultima annualità di retribuzione).

Considerando, ad esempio, una figura di lavoratore dipendente del settore privato che vada in pensione a 60 anni con 35 di anzianità contributiva, tra il 2000 e il 2050 il tasso di sostituzione si abbasserà dal 67,3% al 48,1%. Simulando il tasso di sostituzione della previdenza complementare per lo stesso lavoratore (che versa tutto il tfr, contribuisce con un’aliquota media e supponendo un rendimento del 2,5%) si ottiene un’integrazione pari al 17% dell’ultima retribuzione.

3.3 Il Presidente della Covip si è poi soffermato sul tema delle anticipazioni, ribadendo che: 1) il montante accumulato deve essere effettivamente indirizzato alle finalità previdenziali; 2) limitazioni nel ricorso alle anticipazioni possono scoraggiare la scelta del lavoratore di conferire il tfr alla previdenza complementare.

3.4 Concludendo, il Presidente ha rivendicato la piena titolarità, in termini di controllo e vigilanza sull’insieme dell’attività dei fondi pensioni, respingendo possibili sottrazioni di competenze da parte della Consob e dell’Isvap, come è stato avanzato nel Decreto sul risparmio.

Così ha terminato Scimia: “Sarebbe auspicabile che la fase attuativa della legge delega si fosse potuta realizzare in tempi più brevi, attesa anche la disponibilità manifestata da tutte le parti sociali a fornire ogni possibile contributo di idee. Tale positivo orientamento si è anche manifestato attraverso l’espressione di una posizione unanime delle stesse forze sociali”.

 

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