Presa di posizione unitaria confederale su legge delega e previdenza complementare

 

Riteniamo importante trasmettere la sintesi della recente riunione unitaria delle Confederazioni che ha compiuto una valutazione della legge 243 (agosto '04) per la parte relativa alla previdenza complementare, offrendo indicazioni sui decreti attuativi ancora da varare e sull'iniziativa futura.


Roma, 15 novembre 2004

 

oggetto: Sintesi della riunione con le strutture sindacali del 21 ottobre c.a.

 

Le Segreterie Confederali CGIL, CISL e UIL hanno recentemente avviato con i responsabili della previdenza complementare delle loro strutture sindacali una valutazione di carattere generale sui contenuti della Legge n. 243 del 23 agosto 2004 allo scopo di analizzare attentamente i contenuti della medesima,  con particolare riguardo al sistema della previdenza complementare, e di indicare le priorità per la fase di definizione dei decreti attuativi delle Legge.

In base alla valutazione fatta è stato confermato il giudizio espresso dalle Segreterie Confederali al momento dell’ approvazione della Legge. Giudizio che complessivamente rimane negativo malgrado siano stati raggiunti risultati positivi con la cancellazione della decontribuzione e dell’obbligatorietà del trasferimento del TFR al sistema di previdenza complementare.

Questi risultati sono il frutto di una forte tenuta unitaria e delle iniziative di lotta messe in campo durante il lungo iter di approvazione della Legge delega. Per le altre scelte compiute dal Governo, si è rilevato un atteggiamento contraddittorio che non ha mai reso possibile un confronto vero con le parti sociali determinando così soluzioni improprie, generiche e confuse, non rispondenti all’obbiettivo generale del rafforzamento del sistema di previdenza complementare.

 

1) L’impostazione ed i decreti attuativi

Le Segreterie Confederali pertanto auspicano che la fase d’impostazione dei decreti attuativi della Legge approvata sia avviata sulla base di un vero coinvolgimento delle parti sociali al fine di consolidare:

-       una preventiva visione complessiva delle soluzioni da regolamentare con i decreti attuativi;

-       la definizione dei contenuti dell’informazione a tutti i possibili aderenti al sistema di previdenza complementare, con riguardo alle diverse forme pensionistiche complementari, ai livelli di contribuzione, alle modalità di utilizzo del TFR, ai costi dell’adesione e della gestione amministrativa e finanziaria, al modello associativo dei fondi e agli organismi di rappresentanza; ai sistemi di controllo dei rischi, ai vincoli di permanenza nei fondi, alle prestazioni effettuate dai medesimi, alle modalità di erogazione delle rendite;

-       i criteri di regolamentazione dell’esercizio del silenzio assenso per l’utilizzo del TFR nel sistema di previdenza complementare, al fine di determinare:

§       nessun automatismo per chi ha già aderito con una parte del TFR;

§       opzione chiaramente esplicitata per mantenere in azienda il TFR;

2) L’utilizzo del TFR

Le Segreterie Confederali ritengono, inoltre, che una impostazione come sopra decritta può evitare iniziative di altri soggetti controproducenti al rafforzamento del sistema, e può rendere più convinta la messa a disposizione del TFR per realizzare un sistema pensionistico complementare a quello pubblico, con una funzione primaria di risparmio previdenziale.

-       La poca convinzione dei possibili aderenti al sistema nella messa a disposizione del TFR non è superabile con atti coercitivi e tanto meno con la rottura del valore della contrattazione collettiva. Ai possibili aderenti occorre, invece, motivare l’esigenza dell’integrazione pensionistica complementare che, per poter essere maturata richiede livelli di contribuzione determinati dalla contrattazione collettiva, compresa la messa a disposizione del TFR maturando. La destinazione del TFR alla previdenza complementare appare, infatti, una risorsa indispensabile per raggiungere una prestazione adeguata in forma di rendita vitalizia e/o in forma di liquidazione mista: capitale-rendita.

Le Segreterie Confederali ritengono che tale conferimento debba essere effettuato, in primo luogo, verso le forme di previdenza complementare di tipo collettivo: fondi pensione negoziali e fondi pensione aperti ad adesione collettiva purché, per quest’ultimi, siano definite regole nuove di trasparenza, governance, responsabilità del fondo, costi di gestione, sistemi di controllo.

 

3) L’equiparazione tra le forme pensionistiche complementari e l’utilizzo del contributo dell’impresa

Le Segreterie Confederali, considerano sbagliata l’equiparazione fatta dalla Legge approvata tra le forme pensionistiche di secondo pilastro, di tipo collettivo, e le forme di terzo pilastro individuali.

Questa scelta, voluta dal Governo per motivi molto “discutibili”, non è condivisibile perché l’esperienza finora fatta per il consolidamento di un sistema complementare integrativo ci porta a dire che per i lavoratori dipendenti il Fondo negoziale, al quale far confluire tutto il TFR maturando, così come il contributo dell’impresa che del lavoratore, è la forma più idonea perché promana dalla contrattazione collettiva, ed in forma associativa paritetica, garantendo rappresentanza e controlli effettivi, trasparenza e prudenza nella gestione delle risorse, limitazione dei costi di gestione amministrativa e finanziaria rispetto ad altre forme.

 

4) Le aspettative delle imprese e degli aderenti ai fondi

La Legge approvata afferma che il conferimento effettivo del TFR maturando può avvenire a condizione che non vi siano oneri per le imprese e, nel caso questo non sia possibile, vi sia la previsione di misure di compensazione per le imprese stesse.

Le Segreterie Confederali convengono sull’esigenza delle imprese, purché tutto ciò non sia determinato sulla base di un diverso equilibrio tra previdenza pubblica e previdenza complementare. Inoltre le Segreterie ritengono necessario un miglioramento significativo dei benefici fiscali per gli aderenti sia per quanto riguarda i livelli di tassazione dei rendimenti sia per le future prestazioni pensionistiche integrative.

 

CONCLUSIONI

Le Segreterie Confederali ritengono utile, inoltre, proseguire la riflessione su alcuni temi della Legge approvata quali: lo stato della previdenza complementare nel settore pubblico, il conferimento tacito del TFR, il superamento dello 0,20% (contributo destinato al Fondo di garanzia INPS per il TFR); nonché su altri temi riguardanti: il sistema di previdenza complementare per i lavoratori atipici, le prestazioni accessorie dei fondi pensione negoziali, la possibilità di avviare alcuni accorpamenti tra i fondi già costituiti, la possibilità del lavoratore di scegliere per il trasferimento del TFR successivamente ai tempi previsti dalla Legge.

Questa riflessione dovrà permettere di arrivare in tempi stretti alla messa a punto di specifiche soluzioni per ogni tema proposto, al fine di dare continuità all’iniziativa confederale e categoriale nel rapporto con le Associazioni delle imprese e nella fase di attuazione dei decreti.