Cari compagni, ritenendo di far cosa utile vi rimettiamo il testo del Volantone unitario realizzato dalle Confederazioni all'indomani dell'approvazione della Delega previdenziale. Consigliamo di darne ampia circolazione al fine di poter garantire un primo orientamento ai lavoratori. Il Coordinatore nazionale Fiom Fondi pensione Gianni Ferrante Dopo
il rinvio della riforma, no
alla paralisi, si
ad una corretta informazione
e
al rilancio delle adesioni ai fondi pensione
(Chi vuole costruirsi una pensione complementare può agire subito, senza aspettare il 1° gennaio 2008) CGIL,
CISL, UIL e UGL hanno valutato negativamente la decisione del Governo di
differire l’entrata in vigore della
riforma della previdenza complementare al 1° gennaio 2008. Questa
decisione penalizza pesantemente i lavoratori, soprattutto i più
giovani, per i quali il ridimensionamento delle prestazioni pubbliche
obbligatorie si è già verificato, mentre la previdenza complementare
continua ad essere non disponibile per l’insieme dei lavoratori dei
settori pubblici e privati. L’approvazione
dei contenuti della riforma, costituisce, peraltro, un punto fermo
positivo ascrivibile all’azione di tutte le organizzazioni sindacali
confederali che, insieme alle associazioni datoriali, si sono battute
perché fosse adottato un decreto legislativo equilibrato, in grado di
salvaguardare, da un lato, la libertà del lavoratore di destinare il
TFR alla forma pensionistica complementare prescelta ma, dall’altro,
la prerogativa della contrattazione collettiva di lavoro di decidere le
modalità e gli ambiti di destinazione delle risorse aggiuntive a carico
del datore di lavoro. CGIL,
CISL, UIL e UGL, insieme alle altre associazioni di rappresentanza delle
imprese e dei datori di lavoro, sono riuscite ad ottenere che il Governo
apportasse dei cambiamenti sostanziali al testo del decreto, rispetto
alla proposta iniziale. Cambiamenti
che intervengono su punti qualificanti del sistema della previdenza
complementare e che rendono più trasparente e garantita per i
lavoratori la procedura del “silenzio – assenso”, ripristinando
anche l’unitarietà e l’omogeneità delle regole di vigilanza e
controllo su tutto il settore della previdenza complementare, in capo
alla COVIP, e confermando l’autonomia
e la centralità della contrattazione collettiva nel suo ruolo di
promozione e sostegno dei fondi pensione collettivi. Nel
testo del decreto, però, permangono alcuni punti non condivisibili,
come quelli relativi alla disciplina fiscale dei fondi pensione e delle
prestazioni, alla normativa
sui riscatti e alle regole di governance, partecipazione e controllo per
le forme pensionistiche complementari attuate tramite fondi aperti e
polizze assicurative individuali. CGIL,
CISL, UIL, e UGL, giudicano inoltre, inaccettabile l’ulteriore
previsione di un doppio regime per l’adesione alla previdenza
complementare, seppur temporaneo. derivante dall’ulteriore deroga
all’applicazione del “silenzio – assenso” per i lavoratori
dipendenti delle imprese che non rientrano nei requisiti del
fondo di garanzia per l’accesso al credito. Il
rischio è che la decisione del Governo di differire di due anni
l’entrata in vigore della riforma, lasci il settore della previdenza
complementare in uno stato vacante, generando confusione ed incertezza
nei lavoratori, a tutto vantaggio delle imprese di assicurazioni, per il
protrarsi di un quadro normativo nel
quale non c’è ancora una effettiva parità di condizioni di offerta
contrattuale, in termini di trasparenza, costi e modalità di governance
e controllo fra le forme pensionistiche collettive e quelle individuali
che sottostanno a regole diverse. In questo scenario CGIL, CISL, UIL e UGL riconfermano l’impegno ad effettuare una grande campagna promozionale ed informativa sulla previdenza complementare, la cui esperienza va rilanciata a prescindere dal rinvio della riforma, in modo che tutte le lavoratrici e lavoratori siano informati sul loro futuro previdenziale, sulla necessità e opportunità di adesione ai fondi pensione istituiti dalla contrattazione collettiva, e sulle caratteristiche e i vantaggi propri degli stess. Il
sindacato, più volte contrastato dalle associazioni di rappresentanza
del mondo bancario e assicurativo, rimane sempre disponibile al
confronto con tutti. Nello stesso tempo con piena legittimità e dignità
CGIL, CISL, UIL e UGL rappresenteranno, fin dalle prossime settimane,
alle lavoratrici e ai lavoratori le cose fatte in questi mesi, avviando
nei luoghi di lavoro, un processo di informazione capillare che
presenterà le caratteristiche e i vantaggi dei fondi pensione messi a
disposizione dalla contrattazione collettiva. CGIL,
CISL, UIL e UGL ritengono che i fondi pensione collettivi e negoziali
siano le forme pensionistiche più idonee nelle quali far confluire, sia
il TFR maturando, sia il
contributo del lavoratore e dell’impresa contrattualmente stabiliti.
Tali fondi: ·
sono
organizzati in forma associativa, garantendo il rispetto del principio
di pariteticità nella rappresentanza dei lavoratori e dei datori di
lavoro nella composizione degli organi di amministrazione e controllo; ·
sono
improntati a criteri di trasparenza, controllo effettivo
e prudenza nella gestione delle risorse che è attuata da società
bancarie e assicurative specializzate e all’uopo autorizzate; ·
presentano
livelli oneri e spese per gli aderenti notevolmente più bassi rispetto
alle forme pensionistiche individuali. Anche
nel permanere delle attuali regole la previdenza complementare basata
sui fondi negoziali, è una realtà positiva e necessaria, specie per i
lavoratori più giovani, a cui conviene aderire, nell’attesa di un
quadro normativo ancora più efficace ed incentivante. Per queste
ragioni CGIL, CISL, UIL e UGL confermano l’impegno a mettere a
disposizione i fondi pensione anche nei settori dove ancora non sono
stati istituiti o non sono ancora operativi, come in molte realtà del
pubblico impiego. Con
la decisione di rinviare gli effetti della riforma della previdenza
complementare al 1° gennaio 2008, data nella quale è prevista anche
l’entrata in vigore dei nuovi requisiti per l’accesso alle pensioni
di anzianità, il Governo ha rimesso la questione previdenziale al
centro dell’agenda politica. Così che sarà necessario riavviare, da
subito, un confronto che abbia come obiettivo quello di rilanciare
alcune questioni fondamentali come la necessaria flessibilità
nell’uscita dal lavoro e nell’accesso alle prestazioni
previdenziali, la solidarietà generale, soprattutto a favore dei
lavoratori più discontinui e precari, la dimensione collettiva della
previdenza complementare e la sua esigibilità, con pari opportunità e
diritti per tutti i lavoratori. CGIL, CISL, UIL e UGL
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