Riunione del Coordinamento nazionale Fiom sui fondi pensione

 

Si è svolta venerdì 3 dicembre 2004 la programmata riunione del Coordinamento nazionale Fiom sui fondi pensione.

L’introduzione (svolta dal Coordinatore nazionale, Ferrante) ha concentrato l’attenzione su tre elementi:

1) prosegue una fase difficile per la previdenza complementare. L’approvazione della legge delega previdenziale (6 ottobre) e l’incertezza determinata da confuse ipotesi per i  decreti attuativi (di là da venire) aumentano la mancanza di stabilità e di equilibrio in questo settore. Annunci su possibili soluzioni legislative, mancanza di confronto con le parti sociali e incertezze governative stimolano tra l’altro settori contrari pregiudizialmente all’esperienza della previdenza complementare in un’azione di disinformazione verso i lavoratori. E’ il caso, ad esempio, del cosiddetto“tacito assenso” previsto dalla legge delega, in base al quale se i lavoratori non esprimono per iscritto entro una certa data la loro volontà sulla destinazione del tfr quest’ultimo verrebbe automaticamente indirizzato verso uno dei quattro strumenti previsti dalla legge medesima. Tale provvedimento è al momento bloccato (ovvero non esiste un decreto che lo attui) poiché il governo non è in grado di reperire le risorse per compensare le aziende della fuoriuscita del tfr. Quindi, con ogni probabilità, fino alla primavera/estate prossima non ci saranno cambiamenti sulla destinazione del tfr.

Aldilà di questi fatti la legge delega (modificata significativamente in corso d’opera con l’emendamento presentato dal governo circa un anno fa rispetto al testo precedentemente in discussione), sta operando un tentativo di snaturamento dei principi su cui era fondata la già pesante riforma Dini (equilibrio tra 1° e 2° pilastro previdenziale), spostando una riforma previdenziale (peraltro recepita dai contratti nazionali di lavoro) in una controriforma che equipara tra loro prodotti assai differenti per natura e finalità. Mettere sullo stesso piano fondi regionali (che oggi quasi non esistono, ma che rischiano in prospettiva di divenire una soluzione pericolosa), fondi negoziali di categoria, fondi aperti contrattati (accettabili solo se offrono le stesse garanzie di trasparenza, costo e controllabilità dei fondi negoziali!) e piani pensionistici individuali, significa appunto non tenere conto delle diverse specificità degli strumenti, dei principi ispiratori della riforma che ha creato la previdenza complementare, significa favorire il mercato finanziario senza offrire adeguate tutele al lavoro dipendente.

Al contrario c’è invece bisogno di una maggiore diffusione dei fondi negoziali (anche attraverso una fattiva collaborazione delle controparti), di un aumento delle incentivazioni al fine di accrescere le iscrizioni (in particolare dei giovani), di strumenti per tutelare (dal punto di vista previdenziale) il lavoro precario. 

2) Affrontare le prossime scadenze. Queste sono in sostanza tre.

A)    L’introduzione del multicomparto: i lavoratori stanno infatti ricevendo a casa le lettere con le spiegazioni e i moduli relativi alla scelta da compiere (entro il 31 gennaio!!) tra uno dei quattro comparti offerti.

B)      Le elezioni in febbraio per il rinnovo dei componenti l’Assemblea dei rappresentanti dei soci di Cometa (e quindi del Cda e dei Revisori dei conti): le elezioni di Fondapi si svolgeranno subito dopo! (le liste per questo Fondo vanno presentate entro il 20 gennaio).

C)    Tenere alta l’attenzione e l’informazione verso i lavoratori sugli sviluppi della legge delega previdenziale.

Tutte e tre queste scadenze richiedono alle strutture regionali e provinciali della Fiom di programmare un calendario tempestivo d’assemblee per informare i lavoratori.

IN PARTICOLARE OCCORRE FAVORIRE LA PARTECIPAZIONE AL VOTO IN MODO DA FAR OTTENERE ALLA LISTA UNITARIA (FIM, FIOM, UILM, FISMIC) IL MIGLIOR RISULTATO!

Le votazioni avverranno attraverso la posta (viene recapitata a casa dell’iscritto la busta preaffrancata per votare), ma si potrebbe non escludere una consegna delle buste votate (ovviamente già chiuse) presso il luogo di lavoro (almeno in quelli più grandi), incaricando i rappresentanti sindacali della spedizione a Cometa nei limiti di tempo che saranno comunicati.

OCCORRE REALIZZARE PER TEMPO IL MAGGIOR NUMERO D’ASSEMBLEE, OVE POSSIBILE UNITARIE, PER INFORMARE E FAR PARTECIPARE I LAVORATORI.

3) Migliorare il funzionamento dei fondi (a partire da Cometa, senza tralasciare Fondapi) e rilanciare la rete organizzativa della Fiom per essere presenti e assistere i lavoratori su tutto il territorio nazionale.

Cometa ha da poco superato il passaggio da monocomparto (una linea d’investimento) al multicomparto (quattro opzioni a scelta): una soluzione di cui il presidente del CdA, Militello, si è detto orgoglioso. Si tratta di un’importante innovazione nel funzionamento del fondo. Significa offrire a ogni associato l’opportunità di fruire di un prodotto/investimento su misura per le proprie esigenze; significa rendere più competitivo il fondo rispetto ad altri prodotti di mercato; significa togliere fiato a voci critiche (per esempio, attraverso l’importante introduzione di un profilo d’investimento garantito contrattualmente).

In questo frangente il Fondo ha compiuto un prolungato sforzo per rinnovare il “parco” dei gestori finanziari: ora sono 12 che agiscono sui 4 profili d’investimento. Si è trattato di un processo lungo e complesso, il cui esito ha visto una condivisione generalizzata del progetto generale e di buona parte dei gestori individuati da parte del CdA. Contemporaneamente è emerso il bisogno di compiere approfondimenti sui criteri che guidano, ad esempio, i processi di selezione dei gestori, in modo da eliminare qualsiasi percentuale di discrezionalità e/o d’artigianalità. Sempre più Cometa, il più grande dei fondi negoziali italiani, si avvia a diventare un’autorità nel panorama finanziario. Con il superamento della fase “pionieristica”, diventa di per sé necessaria una verifica della strumentazione in essere per potersi inoltrare adeguatamente verso le scadenze future.

Sono queste le esigenze che il presidente del Cda, Militello, una volta concluso il processo di selezione dei nuovi gestori, ha posto alla Segreteria della Fiom, la quale a sua volta le ha sottoposte alle altre parti istitutive. Se n’è ricavato un impegno comune a realizzare in forma seminariale un approfondimento sui diversi aspetti della governance di un fondo negoziale come Cometa, per poterne poi eventualmente utilizzare le ricadute positive sull’esperienza futura.

A fronte dei compiti e delle scadenze richiamate occorre non solo difendere i principi su cui la previdenza complementare è sorta, ma occorre ricostruire all’interno della Fiom la rete di competenze sindacali diffuse sul territorio per assistere adeguatamente i lavoratori su una materia che poi non è altro che parte del Contratto nazionale di lavoro.

Su queste premesse introduttive si è svolto il dibattito tra i 22 presenti alla riunione, cui si sono aggiunti Morena Piccinini (Segreteria confederale), Giacinto Militello (presidente CdA Cometa), M.Rita Gilardi (Ufficio Welfare confederale), Tino Magni (Segreteria Fiom) e Fausto Durante (che ha tenuto le conclusioni in qualità di nuovo responsabile della previdenza complementare per la Segreteria Fiom.

Magni si è soffermato sulla necessità di un rilancio della previdenza complementare dentro l’organizzazione affinché non resti appannaggio solo degli addetti ai lavori. Ma il rilancio non passa solo per un maggiore impegno organizzativo, indispensabile, ma anche attraverso un arricchimento del ruolo della previdenza complementare (ad esempio, attraverso la fornitura di prestazioni accessorie, in termini di solidarietà e mutualità). Occorre inoltre convincere, in particolare i più giovani, che il secondo pilastro della previdenza non è solo una forma di risparmio, ma una necessità per integrare la copertura di una rendita pensionistica che in futuro si assottiglierà. Nel breve periodo occorre fare il massimo sforzo organizzativo per sostenere la lista unitaria e per ottenere un successo elettorale.

Militello ha richiamato aspetti importanti della propria esperienza di presidente, ormai quasi al termine, sottolineando in particolare la soddisfazione ricevuta dal fatto di aver contribuito alla crescita del fondo. Non sono mancati richiami critici a carenze che ancora oggi, a suo avviso, si registrano: ma queste, come si è già cominciato a fare, devono essere di sprone per realizzare approfondimenti unitari ed eventualmente correzioni al fine di rafforzare il ruolo positivo di una finanza che ha innanzitutto finalità sociali. Da questo punto di vista il lavoro di promozione della previdenza complementare negoziale non può certo essere scambiato per quello di un assicuratore: si tratta invece di proteggere diritti sanciti dal contratto di lavoro e il welfare dei lavoratori metalmeccanici.

Piccinini ha ripercorso il defatigante cammino compiuto dalla legge delega in questi ultimi tre anni: richiamando i punti della controriforma che l’iniziativa sindacale unitaria è riuscita a respingere e quelli su cui invece, al momento, il governo è voluto andare avanti senza confrontarsi con le organizzazioni sindacali. Tra questi l’equiparazione tra quattro strumenti che hanno caratteristiche e finalità diverse tra loro (fondi negoziali, fondi aperti, fondi regionali e piani individuali), sintomatica di una tendenza alla finanziarizzazione del sistema. La Segretaria confederale si è soffermata sul nodo del tfr; sul fatto che l’invio del tfr alla previdenza complementare è vincolato a forme di compensazione a favore delle imprese (agevolazioni al credito, forme di riduzione del costo del lavoro) per le quali il governo non ha al momento disponibilità economiche. Inoltre se nella vecchia ipotesi del trasferimento obbligatorio del tfr ai fondi pensione poteva avere un senso la chiusura del “fondo di garanzia” presso l’Inps, oggi, visto che ancora esiste una libertà di adesione e che i lavoratori sono esposti all’insolvenza delle imprese rispetto alla regolare erogazione della contribuzione a loro carico, occorre fare una battaglia per il mantenimento del fondo dello 0,20%.

Durante, nel concludere i lavori della riunione (cui hanno preso parte diversi rappresentanti territoriali), ha esordito con un attestato di stima non rituale nei confronti del lavoro finora svolto dal presidente Militello. La crescita dei fondi negoziali richiede approfondimenti – di tratta pur sempre di una materia relativamente nuova – al fine di rafforzare e migliorare il processo decisionale e gestionale negli organismi di amministrazione e nelle strutture dei fondi. Tale approfondimento dovrà necessariamente coinvolgere le controparti, una volta che sia stato realizzato un confronto d’idee tra le organizzazioni sindacali. A questo fine, per quanto riguarda la Fiom , occorre anche portare temi ed esperienze dei fondi dei metalmeccanici all’attenzione degli organismi dirigenti della categoria, così come occorre il coinvolgimento degli organizzatori per rilanciare la rete periferica degli addetti alla previdenza complementare. A breve occorre affrontare al meglio le scadenze immediate: avvio del multicomparto e rinnovi elettorali  con le liste unitarie di Cometa prima  e subito dopo di Fondapi).