Da «TFR News» del 27 ottobre 2006
La prima intervista di TFR News: a Gianni Ferrante,
Presidente Cda Fondapi.
Gianni
Ferrante, Presidente del Consiglio di amministrazione di Fondapi –
Fondo nazionale pensione complementare per i lavoratori e le lavoratrici
dipendenti delle piccole e medie imprese.
I settori che aderiscono a Fondapi sono: Metalmeccanici, Chimici,
Alimentaristi Tessili, Grafici, Servizi di pulizia.
Intervista a cura di Teresa Tosoni
Quali sono i numeri fondamentali
che caratterizzano le dimensioni del Fondo?
Si può partire dal numero degli aderenti che complessivamente sono
23.354 – dato di agosto 2006 - con una prevalenza di aderenti
metalmeccanici. Le imprese associate sono circa 2.500 mentre i
potenziali aderenti superano il mezzo milione. Come si vede lo scarto
tra aderenti e addetti è molto ampio. C’è spazio per un grande
lavoro di informazione, promozione e adesione.
Quali sono stati i rendimenti
finora? Siete soddisfatti dei risultati ottenuti?
Il Fondo ha avviato la raccolta dei contributi alla fine del 2001,
mentre gli investimenti finanziari sono cominciati con il 2005. L’impostazione
è stata caratterizzata fin dall’inizio da investimenti
particolarmente prudenti. La composizione dell’asset per l’investimento
monocomparto è costituita per l’86% da obbligazioni e per il resto da
azioni. Si tratta di un asset che ha voluto tener conto della
composizione sociale e retributiva degli aderenti.
Detto questo la quota si è valorizzata del 3,35% nel 2002; del 2,15%
nel 2003; dell’1,83% nel 2004; del 3,31% nel 2005; del 2,05% nel
settembre del 2006, dato quest’ultimo destinato a crescere.
Nell’insieme ci possiamo dire soddisfatti, tenuto conto che, tra l’altro,
questa strategia prudente ha in questi pochi anni consentito di non
subire danni nel 2002, anno particolarmente negativo per il mercato
finanziario. Ma ormai la nostra attenzione è rivolta alla realizzazione
del multicomparto.
Quando pensate di passare dal
monocomparto al multicomparto?
Direi intorno alla metà del 2007. Stiamo lavorando da tempo, ma non
possiamo passare alla fase realizzitiva fino a che il legislatore e le
istituzioni di controllo non avranno stabilito con chiarezza le
caratteristiche del cosiddetto”comparto garantito”, ovvero il
comparto che offre all’associato una garanzia formale di rendimento o
di recupero dell’intero capitale versato (come prescrive la legge).
Fino a che non avremo certezza su questo dato sarà difficile stabilire
il profilo del comparto di default e, in pratica, l’insieme dei tre
comparti su cui ci stiamo orientando. Per altro verso, senza
informazioni precise a riguardo anche la scelta dei gestori non può
essere effettuata con piena cognizione.
Quindi aspettate che entri in
vigore la legge n. 252 del 2005 per passare al multicomparto?
Ormai l’applicazione di quella legge è alle porte, visto che è stata
anticipata al gennaio 2007. Stiamo aspettando le direttive che
accompagnano
la legge. Quindi
pensiamo che i tempi che abbiamo previsto si possano rispettare.
Fondapi è l’unico Fondo
intercategoriale con sei categorie associate. Come sono i rapporti con
le parti istitutive. Le differenze contrattuali creano problemi nella
gestione amministrativa?
Il fatto di avere sei categorie associate (con un altro paio di nuove
categorie stiamo discutendo l’ingresso), conferisce grandi
potenzialità al Fondo. Teoricamente lo potrebbe mettere al riparo da
certe eccessive frammentazioni che si vedono in giro. In realtà le cose
sono più complesse. Non sempre le fonti istitutive, sia di parte
lavoratori che dei datori di lavoro, si rendono pienamente conto dell’influenza
positiva che i Fondi negoziali possono avere sullo stesso esercizio
della rappresentanza.
Inoltre la legge, ormai molti anni addietro, ha modificato il sistema di
welfare introducendo la previdenza complementare. Quest’ultima è
diventata un elemento essenziale ai fini della costruzione di un
dignitoso futuro previdenziale dei lavoratori. I contratti nazionali di
lavoro hanno poi recepito la legge, regolando al loro interno il
funzionamento e le modalità applicative. Con questo voglio dire che il
tema previdenza complementare non può essere considerato solo come un
costo aziendale.
Le regole di base su cui si poggia la previdenza complementare possono
funzionare: bassi costi amministrativi, trasparenza di funzionamento,
rendimenti prudenti e convenienti, controllo sociale. Il problema semmai
è la catena rappresentata dal sistema delle imprese, dalle
caratteristiche economiche e sociali delle imprese presenti in questi
settori, dalle loro rappresentanze sindacali, sia di parte lavoratori
che di parte datori di lavoro, periferiche e centrali. Se questa catena
è abbastanza salda (e la catena è fatta da tanti anelli) il rapporto
tra il contratto, la previdenza complementare e le adesioni può
funzionare. Altrimenti la norma, il diritto contrattuale si allontana
dal suo effettivo esercizio; l’impresa considera questo aspetto del
contratto solo e soltanto un costo. Il problema finisce per essere
inquadrato in una visione “debole” delle relazioni sindacali e le
stesse rappresentanze dei lavoratori finiscono per adattarsi, per così
dire, a questa deriva. Ovviamente estremizzo un aspetto che è presente
in modo molto differenziato da categoria a categoria. Certo, pur in una
realtà assai complicata, per il momento non abbiamo perso l’ottimismo.
Occorre però un cambiamento di rotta.
Che tipo di informazione avete in
programma per i prossimi mesi, in vista della nuova legge e dell’applicazione
del silenzio/assenso?Pensate di promuovere particolari iniziative,
nazionali o regionali, per dare più visibilità al Fondo?
Come ho cercato di dire Fondapi contiene più categorie; ogni
Confederazione (4) ha le sue rappresentanze di categoria; una larga
parte di queste è presente nel Consiglio di amministrazione, dove
siedono 14 componenti. La realtà è costituita da piccole e
piccolissime imprese. La norma della Finanziaria che esime le imprese
sotto i 50 dipendenti ad indirizzare il Tfr “non optato” al Fondo
del Tesoro, non sembra facilitare le cose. Il confronto, in vista dell’applicazione
della nuova legge, deve trovare convincimenti e proposte innanzitutto
nel CdA e contemporaneamente deve trovare condivisione nei livelli più
qualificati delle parti istitutive.
Il Consiglio dal canto suo ha iniziato a lavorare alla messa a punto di
un programma fatto di materiale informativo che sarà incanalato anche
sul sito internet del Fondo. Occorreranno soluzioni che raggiungano il
più largo numero di lavoratori e allo strumento dell’assemblea si
potrà ricorrere solo per le realtà più grandi. Occorreranno strumenti
che raggiungano capillarmente i lavoratori e per fare questo sarà
necessaria la fattiva collaborazione delle rappresentanze territoriali
dei datori di lavoro, cui ovviamente non si potrà chiedere di fare le
adesioni ma legittimamente si potranno adoperare per veicolare al meglio
le informazioni.
Nel corso del 2006 sono state svolte numerose iniziative di
informazione, culminate con un convegno nazionale promosso da Fondapi a
Reggio Emilia. Entro la fine dell’anno siamo impegnati a realizzare un’iniziativa
rivolta soprattutto alle organizzazioni sindacali a Varese e poi una
seconda, a carattere regionale, più istituzionale, da tenersi a Torino
all’inizio del nuovo anno.
Se, come si crede, saranno tanti
i lavoratori e le lavoratrici che con l’entrata in vigore della nuova
legge si iscriveranno al Fondo, come vi organizzerete? Avete già
discusso nel Consiglio? Pensate di predisporre un Call center per le
informazioni più urgenti?
Negli anni scorsi abbiamo dovuto imparare a convivere con l’equiparazione
tra fondi negoziali, fondi aperti e polizze previdenziali individuali.
Ora bisogna convivere con un Fondo del Tesoro e altrove con antagonismi
bizzarri che sembrano avere soprattutto priorità politiche più che di
tutela. A fronte di tutto ciò mi pare che la scelta del Fondo negoziale
sia ancora la più idonea e vantaggiosa. Cercheremo innanzitutto di far
passare questo messaggio; dopodichè aggiungeremo tutte le informazioni
di dettaglio. Il Consiglio di amministrazione è stato un po’ preso di
sorpresa dall’anticipazione della messa in opera della nuova legge, ma
si tratta di un Consiglio che intende rispettare appieno gli impegni
assunti. Gli appuntamenti sono già fissati; lavoreremo sia verso i
vertici che in direzioni dei territori. Il futuro pensionistico dei
lavoratori non può essere considerato un fatto accessorio.
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