Cometa ha vinto la scommessa

 

"Rassegna sindacale" n. 5, 7-13 febbraio 2008

Articolo di Gianni Ferrante

 

Gennaio 2008, dieci anni di attività di Cometa, il Fondo di previdenza complementare più grande dei metalmeccanici. Proiettato ormai verso il traguardo dei 500mila aderenti il Fondo ha vinto la scommessa nei confronti di coloro che ne mettevano in dubbio le possibilità di sviluppo. Uno strumento ormai solido, di massa, che ha davanti a sé impegni e traguardi importanti.

Fondapi, il Fondo intercategoriale della piccola e media impresa, operativo dal 2001. Sulla spinta del “semestre” del 2007 dedicato alla collocazione del Tfr, le adesioni sono passate da un livello minimale ad uno zoccolo consistente (44mila), fortemente sostenuto dagli aderenti metalmeccanici, circa 32mila, mentre le altre 9 categorie aderenti insieme fanno il resto. Fondapi, seppur attraverso una crescita lenta, è maturato con soluzioni originali: da gennaio ‘08 sono disponibili tre profili d’investimento, due dei quali - affidati a gestori specializzati - agiscono secondo principi etici, con un’attenzione particolare alle piccole e medie imprese italiane quotate.

Due realtà diverse quelle di Cometa e Fondapi che hanno in comune il terreno metalmeccanico come arteria principale. Nel valutarne l’esperienza è giusto ricordare, aldilà dell’efficienza di funzionamento e dell’efficacia dei risultati, la missione fondamentale: consentire alle giovani generazioni di integrare i vuoti derivanti dalla previdenza pubblica, pena una condizione di povertà futura nell’età più fragile. Ed è tale l’importanza di questo obiettivo che i contratti di lavoro hanno stornato fin dall’inizio piccole quote di salario per tutti quelli che aderiscono alla previdenza complementare piuttosto che ridistribuirle in contanti.

Dotare tutti i lavoratori della previdenza complementare: un obiettivo che Cometa ha per metà raggiunto, ma ancora lontano per Fondapi (aldilà delle incertezze sulla grandezza della platea dei coinvolgibili).

Se la scelta sulla collocazione del Tfr è diventata obbligatoria, continua ad essere volontaria l’adesione piena alla previdenza complementare. Dare effettiva consistenza a questa volontarietà significa anzitutto avere a disposizione relazioni sindacali forti, una possibilità che decresce man mano che si passa dalla grande impresa alla piccola e media, dai settori più forti dell’industria a quelli deboli, ai servizi, da Nord a Sud. La possibilità che un lavoratore di una grande impresa industriale si doti della previdenza complementare rispetto a un suo collega della piccola o dell’artigianato sono notevolmente superiori: una diseguaglianza che chiede di essere rimossa. Ciò è possibile innanzitutto attraverso un rinnovato confronto tra tutte le parti istitutive al fine di superare ostacoli e passività presenti da troppo tempo. In secondo luogo occorre che le parti istitutive, in particolare quelle sindacali confederali (Camere del lavoro, centri di assistenza, Caaf), si dotino di strumenti, di sportelli permanenti d’informazione e promozione, non essendo credibile procedere a campagne, né lasciare campo libero a prodotti di mercato che invece hanno strutture di vendita permanenti.

Senza una strumentazione adeguata si rischia di lasciare fette consistenti di lavoratori senza previdenza complementare per 10-20 anni.

 

Cometa è ormai forte di una struttura articolata. L’attività corrente della sede è distribuita su 10 persone (trasferimenti, anticipazioni, riscatti, fallimenti aziendali, monitoraggio finanziario, ecc.); oltre ai services amministrativo, finanziario e di banca depositaria, agisce quotidianamente nel rapporto con gli associati un Call center con altre 10 persone. Il profilo del Cda è alto per livello di professionalità e proporzionato ai compiti di investimento di oltre 3mld di € di patrimonio. E forse proprio qui – nell’attività d’investimento finanziario - vi è uno dei punti di maggiore attualità e riflessione. Che i Fondi negoziali, strutture con finalità sociali, abbiano iniziato ad interagire direttamente con il pianeta finanza, tradizionalmente separato, è un bene. L’attività di investimento finanziario è stata percepita fino ad oggi come un pianeta grigio, appartato. Le disponibilità economiche incamerate da Cometa e affidate ai diversi gestori offrono invece al Fondo una forte leva in direzione della trasparenza e della crescita della qualità dei servizi, della competizione tra i soggetti presenti sul mercato (capacità di battere il benchmark, individuazione di nuovi parametri di riferimento nella valutazione dei risultati, attivismo nella gestione, adozione o meno di nuovi prodotti, costi delle commissioni, ecc.). Si tratta per il Fondo, per i soggetti che fanno parte del CdA, di un importante accumulo di competenze, della possibilità di arricchire la funzione finanziaria oltre gli ambiti tradizionali, valorizzandone il ruolo senza pregiudizi ideologici.

 

Gianni Ferrante