3 maggio 2004.

Assemblea annuale di Cometa il 29 aprile.

 

L’assemblea dei delegati di Cometa (Milano, 29 aprile 2004), finalizzata all’approvazione del bilancio 2003, è stata aperta da una relazione del presidente G. Militello.

L’obiettivo più immediato e importante per il Fondo è dato dall’introduzione del multicomparto, innovazione che trasferisce il potere di scelta sull’impiego degli investimenti dal Fondo al singolo lavoratore; ma più in generale c’è la necessità di rilanciare la missione del Fondo a fronte di una situazione difficile da più punti di vista.

L’esercizio 2003 sotto il profilo finanziario e amministrativo ha mostrato i seguenti principali risultati. Il valore di quota è arrivato a 11,365 euro (31 dicembre 2003), facendo registrare rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente una variazione positiva del 4,04% netto. Con questo risultato – da quando c’è la gestione finanziaria – il fondo per la prima volta supera il rendimento del tfr, mostrando positività e potenzialità della previdenza integrativa: si tratta, tra l’altro, di un risultato ottenuto senza che mai il Fondo abbia detenuto obbligazioni emesse dalle società coinvolte nei recenti scandali finanziari.

La quota associativa annuale è rimasta invariata rispetto al 2002, 15,60 euro. Se si tiene conto della maggiore massa amministrata, di fatto si è ottenuto un risparmio del 17% rispetto al 2002.

Dal punto di vista delle adesioni, a fine 2003 risulta un saldo negativo di 7.205 associati, costituito dalla differenza tra associati che hanno richiesto una prestazione di riscatto/trasferimento (21.934) e nuove iscrizioni (14.729).

Il tema dello sviluppo delle adesioni – ha ricordato il presidente – resta primario e urgente. “Dobbiamo ammettere il nostro ritardo nell’affrontarlo e dobbiamo constatare che malgrado gli sforzi fatti non è ancora scattato né tra il mondo politico e sindacale interessato né tra i lavoratori e le aziende il senso di emergenza necessario. Anche per questo nella seconda metà del 2003 è stato realizzato, con la collaborazione di Mefop, un programma formativo che ha coinvolto unitariamente oltre 250 partecipanti indicati dalle parti istitutive tesso a creare nei territori e nei luoghi di lavoro una rete d’esperti in grado di offrire assistenza ai lavoratori.

Il lavoro del fondo è insostituibile ma non basta. La leva essenziale per rovesciare la tendenza alla bassa adesione è l’impegno delle parti istitutive, lo strumento utile da attivare sono le assemblee specie se unitarie. Quest’impegno c’è stato anche recentemente confermato – ha proseguito il presidente – dalle parti istitutive, ma non si esprime ancora con l’intensità e la diffusione necessaria.

Riguardo agli impegni futuri la relazione ha evidenziato alcune tappe che qui riassumiamo:

a) garantire agli iscritti una pluralità di servizi relativamente a spese per la salute, formazione, assistenza alla persona;

b) il mancato versamento dei contributi laddove persistesse deve essere adeguatamente contestato ed opportunamente sanzionato. La natura facoltativa della previdenza privata non può tradursi in mancanza di tutela collettiva dei diritti messi in discussione. Anzi il fatto che i Consigli di amministrazione dei Fondi sono composti dall’insieme delle parti sociali deve portarci ad essere più rigorosi.

c) Cometa non può ignorare la necessità di estendere il diritto alla previdenza integrativa anche ai cosiddetti lavoratori precari.

d) Vanno costruite sinergie anche organizzative con i settori affini, per supplire al fatto che fondi troppo piccoli non possono offrire le migliori prestazioni ai propri dipendenti.

Tralasciando qui un approfondimento sul tema del multicomparto (per il quale rinviamo alla lettura integrale della relazione), si soffermiamo brevemente sul fronte legislativo che ha visto positivamente la rinuncia da parte del governo alla decontribuzione e al trasferimento obbligatorio del tfr. Negativo invece l’annuncio del Senato di voler equiparare regole e trattamenti per polizze assicurative e individuali, fondi aperti e fondi contrattuali. La proposta ha già sollevato dure proteste delle Confederazioni dei lavoratori, dell’Assogestioni, della Confcommercio.

In chiusura di relazione del presidente Militello ha fatto riferimento alla scadenza elettorale d’autunno per il rinnovo dell’Assemblea di Cometa. A questo proposito è stato fatto riferimento alle tensioni esistenti tra le organizzazioni sindacali dei lavoratori in merito ai rinnovi e ai criteri di definizione della rappresentanza e della rappresentatività ai tavoli del negoziato. Preoccupazioni sono state espresse sulle possibili ripercussioni di questo stato di cosa nella vita di Cometa. “Nel rispetto più scrupoloso che è nostro dovere avere nei confronti del ruolo delle parti istitutive e nel contemporaneo geloso rispetto della nostra autonomia faremo di tutto perché questa ricaduta negativa venga evitata. Se è consentito esprimere un’opinione personale, io anche per antica e per me sempre valida fede unitaria, sono favorevole alle liste unitarie e sono quindi perché si cerchino tutte le soluzioni e i compromessi necessari perché questo sia possibile. Ma se le parti istitutive dovessero, come nel loro diritto,  decidere diversamente a favore cioè di liste separate, si concordi da subito tra loro un patto che rinnovi e precisi l’impegno alla gestione unitaria”.

Fin qui alcuni dei temi sollevati dalla relazione del presidente Militello. Vediamo ora alcuni dei dati che emergono dalla relazione al bilancio 2003.

Tempi di attuazione e funzionamento del multicomparto. L’effettiva attuazione è prevista entro il 2004 e comunque non oltre l’1 gennaio 2005. L’aderente può scegliere un solo comparto d’investimento. Gli aderenti che non effettueranno la scelta del comparto resteranno nel terzo comparto i cui limiti di investimento sono sostanzialmente invariati rispetto a quello attualmente in vigore.

Convenzioni in scadenza. Riconfermato l’incarico alla società di revisione contabile KPMG per il triennio 2003/2005. Riconfermata pure la Banca depositaria (Monte dei Paschi di Siena). Analoga verifica è stata fatta per il gestore amministrativo: rinnovo per il triennio 2004-2006 (costo del servizio 7,50€ +iva, da rivedere in occasione del passaggio al multicomparto.

Attività con Mefop. Approfondimenti sono stati compiuti sulle tematiche relative al multicomparto, a quelle relative alle rendite pensionistiche, al rapporto con la banca depositaria e agli investimenti socialmente responsabili. Inoltre nel 2003 Cometa ha partecipato all’indagine sulla corporate governance dei fondi. Con Mefop Cometa ha costruito il progetto di formazione per esperti e ha realizzato nel corso dell’anno 8 corsi formativi che hanno visto la presenza di 240discenti.

Controllo dei gestori. Effettuato da Cometa un monitoraggio continuo sulla gestione finanziaria anche al fine di rendere il Fondo autonomamente in grado di misurare l’operato dei gestori e di poter sviluppare un’autonoma politica anche nell’ambito finanziario.

Call center. 89.000 le chiamate evase, cui si aggiunge il servizio di assistenza telefonico fornito direttamente dalla sede del fondo (due risorse dedicate per 6 ore al giorno).

Piano di Marketing. Il piano è stato concordato con le parti istitutive e presentato nell’Assemblea del 28 febbraio 2003: programma di formazione dei rappresentanti dei lavoratori; materiali di documentazione; brochure sui vantaggi dei fondi aziendali con l’evidenziazione della loro missione di previdenza integrativa; creazione di una presentazione standard per assemblee e riunioni; edizione speciale di Cometa news rivolta ai giovani; campagna pubblicitaria radiofonica; attività di comunicazione e rapporti con i mass madia locali.

Interattività del sito (www.cometafondo.it). Nel 2003 127.551 password diverse hanno utilizzato l’accesso al sito (ed eventualmente aggiornato i dati anagrafici), di cui 121.181 da parte di aderenti e 6.370 da parte di aziende.

Le adesioni. 333.999 iscritti al 31.12 ’03, di cui 58.302 con prima occupazione precedente al 28/4/’93. Le femmine sono 63.520. Ripartendo gli iscritti per fasce di età si può vedere che il 6,85% sono quelli fino a 29 anni; tra 30 e 34 anni sono il 12,95%;da 35 a 39 il18,05%; 40/44 il 17,9%; 45/49 il18,44%; 50/54 il 18,02%; il restante 7-8% va dai55 a 65 e oltre.

Gli orafi-argentieri iscritti sono 1.015.

Nel 2002 sono state effettuate 22.346 operazioni di riscatto; 20.294 nel 2003.

Iscritti e aziende aderenti per dimensione azienda

Classi di addetti                   Aziende                 Iscritti

tra 1 e 19                                8.059                       46.359

tra 20 e 49                              1.472                       45.230

tra 50 e 99                              567                          38.531

tra 100 e 249                          353                          52.631

tra250 e 499                           102                          35.193

tra 500 e 999                          53                            37.560

1000 e oltre                           36                            78.505

 

Procedura contributiva, controlli per contributi non versati. Le aziende aderenti al Fondo pensione devono provvedere al pagamento dei contributi e all’invio della distinta di contribuzione trimestralmente. Di conseguenza effettuano il pagamento trimestrale dei contributi al Fondo mediante bonifico bancario su conto corrente presso la banca depositaria entro il giorno 20 del mese successivo alla fine del trimestre. Entro il giorno 25 dello stesso mese provvedono all’invio della distinta di contribuzione secondo le modalità ammesse: attraverso l’utilizzo del sistema Cometamatica, il cui utilizzo consente all’azienda di essere guidata nella compilazione impedendo l’inserimento di dati non coerenti con quelli a sistema, via e-mail, via dischetto o carta trasmesso direttamente alla sede del service tramite posta. I bonifici, una volta abbinati alle distinte, fluiscono sulle posizioni aderenti. Quest’ultimi trovano riscontro con le trattenute in busta paga, in tempo reale, accedendo a Cometamatica nel sito Internet del fondo nella sezione aderenti. Tale sezione è coperta da password.

Al termine del caricamento delle distinte il service amministrativo invia un fax relativamente alle principali difettosità amministrative: fax per mancata distinta e fax per mancato abbinamento tra distinta e bonifico. Le aziende possono consultare la loro posizione sul sito nella loro sezione riservata.

Le aziende sono tenute a esporre in luogo accessibile ai lavoratori sia la copia dell’avvenuto bonifico sia la comunicazione che il fondo invia alle aziende certificando l’avvenuto abbinamento tra distinta e bonifico. Tale comunicazione viene effettuata dal fondo prima della nuova data di versamento contributivo.

Al termine delle lavorazioni trimestrali il fondo consegna alle parti istitutive un elenco delle aziende che presentano problematiche contributive al fine di agevolare, anche grazie al loro intervento, la risoluzione di tali problemi.

Le spese amministrative nell’anno 2003 ammontano a 6.023.783€ (0,354% sulle Attività).

Valore quota netta

01.01.1999

31.12.1999

31.12.2000

31.12.2001

31.12.2002

31.12.2003

10,329

10,732

11,151

11,177

10,932

11,365

 


 

 

Relazione del Presidente Giacinto Militello

 

Signori soci , signori delegati,

 

Con la chiusura dell’esercizio 2003 Cometa si prepara ad entrare in una nuova fase di attività in cui sarà chiamata ad affrontare sfide ancora più importanti ed impegnative di quelle già superate nel passato, a partire dalla introduzione del multicomparto, di cui oggi in particolare ci occuperemo dopo l’approvazione del Bando decisa la settimana scorsa dal Cda. La nostra missione rimane sempre la stessa : realizzare nelle migliori condizioni possibili una previdenza complementare integrativa di quella pubblica; ma il contesto in cui ci troveremo ad operare ci sottoporrà a nuovi problemi , a nuovi interrogativi ed a nuove scelte che abbiamo  avuto modo di cominciare ad  esaminare nelle Assemblee precedenti e di cui dobbiamo tener conto.

 Il buon lavoro fatto finora ci consente  di andare avanti , dobbiamo farlo ripeto aggiornando costantemente la nostra capacità di analisi e di  indirizzo. All’orizzonte non c’è solo il multicomparto che è già impresa delicata e complessa perché trasferisce  il potere di scelta sull’impiego degli investimenti dal Fondo al singolo lavoratore , scelta che egli può compiere nel pieno rispetto delle sue condizioni di età ,di reddito e di bisogno;  ma c’è più in generale la necessità di rilanciare la missione del Fondo in una situazione che rimane caratterizzata da una ripresa che tarda a diffondersi ,  dalla strutturale volatilità dei mercati, e da tentativi non sopiti e che, anche se sotto diverse forme, ritornano di rivedere in peggio  l’equilibrio che abbiamo saputo realizzare con il  sistema misto di previdenza.

In cartella avete a disposizione la relazione completa. Con questa comunicazione vogliamo riassumerne i contenuti principali ed illustrare le iniziative che il CDA intende adottare nel corso dell’attuale esercizio. Naturalmente siamo a vostra disposizione per ogni chiarimento e approfondimento che riterrete necessario.

Iniziamo con l’evidenziare alcuni importanti risultati ottenuti nel corso dell’esercizio 2003 nella gestione finanziaria ed amministrativa.

- Il valore di quota al 31/12/2003 è arrivato a 11,365 euro con un incremento di 0,442 euro rispetto al valore del 31/12/2002 (10,923 euro) facendo registrare una variazione positiva del 4,04%.

Il risultato lordo della gestione finanziaria (4,47%) è stato però inferiore al benchmark di riferimento (5,56%).

Il 2003 è stato caratterizzato nella prima parte dell’anno dai rischi geopolitici (poi culminati con il conflitto iracheno) che hanno determinato incertezza nell’economia associata ad una elevata volatilità dei mercati. In questo contesto il Fondo ha monitorato l’assunzione dei rischi riducendo moderatamente l’investimento azionario e privilegiando quello obbligazionario e monetario. Successivamente con la positiva evoluzione dei fattori di rischio e con le conferme degli indicatori economici, gli investimenti sono stati riposizionati in modo da cogliere le opportunità di crescita dei mercati permettendoci così di ottimizzare il bilanciamento tra rischi e rendimenti e di ottenere un incremento netto del valore di quota pari, come abbiamo detto,  al 4,04%. Che è come sapete anche un valore simbolico. Per la prima volta superiamo infatti il rendimento del Tfr e dimostriamo cosi la positività e la potenzialità della previdenza integrativa.

 

Va inoltre fatto notare che le stesse procedure di controllo del rischio e i rigorosi requisiti di rating richiesti nella selezione dei titoli hanno consentito di realizzare questo risultato senza che il Fondo abbia mai detenuto obbligazioni emesse dalle società coinvolte nei recenti scandali finanziari.

 

 

- La gestione amministrativa del Fondo conferma il proprio obiettivo di coniugare efficienza operativa e contenimento dei costi per i lavoratori associati. Il Fondo ha gestito le maggiori complessità amministrative in un’ottica di efficienza, contenendo l’importo della quota associativa annua a 15,60 euro (rispetto al limite massimo di € 20,658 previste dagli accordi istitutivi) di cui 7,80 euro a carico dell’aderente e altrettanto a carico delle aziende.

Per effetto della crescita del patrimonio gestito l’incidenza delle spese sulle attività è diminuita del 17,01% rispetto al 2002.

In particolare le spese amministrative nell’anno 2003 ammontano a € 6.023.783 (0,354% sulle Attività) e sono così ripartite: Banca depositaria € 117.345 (0,007% sulle Attività) Service amministrativo €2.831.627 (0,167% sulle Attività), Commissioni ai gestori finanziari €1.113.300 e Commissioni bancarie di regolamento € 260.965 (0,081% sulle Attività), Altre spese (generali, amministrative, del personale) €1.700.546 (0,100% sulle Attività).

 

Ma il 2003 non è stato solo l’anno in cui si è riportato il valore di quota al positivo e realizzato economie di spesa.

Nel corso del precedente esercizio abbiamo anche gettato le basi per ampliare la nostra base associativa , dare più consapevole assistenza agli iscritti e ai potenziali aderenti, impostare e mettere in moto il complesso meccanismo che dovrà portarci al multicomparto a partire dal gennaio del prossimo anno.

Partiamo dall’andamento delle adesioni. Anche  nel corso del 2003 abbiamo registrato un saldo negativo di 7.205 associati costituito dalla differenza  tra associati che hanno richiesto una prestazione di riscatto / trasferimento (21.934) e nuove iscrizioni (14.729).

L’analisi di questo fenomeno ci impone una duplice riflessione: la prima relativa al posizionamento del nostro Fondo, che, sebbene rappresenti la maggiore realtà italiana di previdenza complementare vede ancora il numero di lavoratori associati limitato al 30% circa dei potenziali aventi diritto.  A questo dato va aggiunta una seconda e più complessa considerazione; sebbene una penetrazione del 30% possa essere considerata in una logica di puro mercato relativamente soddisfacente, essa è in effetti del tutto inadeguata rispetto alla missione previdenziale. A questo proposito abbiamo più volte richiamato l’attenzione sui dati della Ragioneria Generale dello Stato  che evidenziano con chiarezza come gli effetti della riforma pensionistica varata nel 1995 presentino ¸specie  nella prospettiva di lungo termine, un significativo divario nel tasso di sostituzione tra ultimo stipendio e prestazione pensionistica Inps (a titolo di esempio le tabelle della Ragioneria dello Stato riportano un tasso di copertura pubblica  che, a regime, non supererà il 50% dell’ultima retribuzione).

Risulta allora  evidente come un nuovo sistema di welfare che traguardi assieme criteri di equità e sostenibilità debba necessariamente considerare il secondo pilastro come fattore indispensabile per garantire ai pensionati dei prossimi decenni un decoroso ed adeguato tenore di vita.

La pensione è un diritto e la mancata adesione alle forme di previdenza complementare deve essere, sotto questo punto di vista, considerata come mancato esercizio di un diritto costituzionale dei lavoratori, la cui conseguenza è una prestazione previdenziale insufficiente a garantire una serena vita post lavorativa. Purtroppo questa situazione oggi riguarda, lo ripetiamo, circa il 70% dei lavoratori metalmeccanici, e tra di essi i meno tutelati risultano i giovani e le donne.

 

Il tema dello sviluppo delle adesioni resta quindi primario ed urgente. Dobbiamo ammettere il nostro ritardo nell’affrontarlo e dobbiamo constatare che malgrado gli sforzi fatti non è ancora scattato né tra il mondo politico e sindacale interessato né tra i lavoratori e le Aziende il senso di emergenza necessario.

 

Appunto perciò abbiamo elaborato già nell’Assemblea del 28 febbraio dell’anno scorso un  progetto per discutere con i lavoratori della missione di Cometa, della sua essenziale finalità pensionistica, del fatto che l’assolviamo senza fini di lucro, dei risultati che abbiamo raggiunto, dei nuovi traguardi a cui vogliamo arrivare con la partecipazione  dei lavoratori e delle imprese .Il progetto varato serve naturalmente  anche a  presentare il multicomparto, a spiegarne le opportunità e a fornire strumenti razionali di decisione ai nostri aderenti.

Sempre per questo motivo con Mefop abbiamo realizzato un primo programma formativo che ha coinvolto unitariamente oltre 250 partecipanti indicati dalle parti istitutive e teso a creare  nei territori e nei luoghi di lavoro una rete di esperti in grado di offrire una valida assistenza  ai lavoratori all’atto dell’adesione o della scelta del comparto. La correttezza e la trasparenza delle informazioni saranno implementate con l’ausilio di un Codice di autodisciplina che stiamo elaborando.

 

 I corsi di formazione con la loro  ripresa già prevista nel corso del corrente anno, il perfezionamento degli  strumenti informativi, la campagna radiofonica, il numero di Cometanews per i giovani, il rifacimento del sito ripensato per facilitare l’accesso alle informazioni, la costruzione di motori di simulazione in grado di correlare la posizione contributiva Inps con quella di Cometa,  le nuove locandine informative con il contributo di Altan, la costante attenzione all’informazione  a partire dalle testate locali, la predisposizione di idonea documentazione sul multicomparto, rappresentano alcuni aspetti del  contributo che abbiamo dato e che daremo  alla ripresa di una vasta campagna di assemblee  nei posti di lavoro con le quali rilanciare le adesioni a Cometa ed il valore della sua missione.

 

Un compito questo che è però proprio delle parti istitutive. Dobbiamo esserne coscienti: il nostro lavoro è insostituibile, ma non basta. La leva  essenziale per rovesciare la tendenza alla bassa adesione è l’impegno delle parti istitutive,lo strumento utile da attivare sono le Assemblee specie se unitarie. Questo impegno ci è stato anche recentemente confermato dalle parti istitutive  , ma non si esprime ancora con l’intensità e la diffusione necessaria . Su questo punto rivolgiamo un appello alle Federazioni dei metalmeccanici e chiediamo una convinta partecipazione da parte delle Aziende.

 

Possiamo comunque affermare che l’esercizio che si è chiuso il 31 dicembre scorso abbia rappresentato un punto di svolta nel nostro lavoro, che potrà ora andare avanti con  maggiore chiarezza di obiettivi.

 

Diverse sono le tappe che dobbiamo raggiungere.

 

a)    Avevamo già annunciato la nostra volontà di metterci nelle condizioni di garantire ai lavoratori iscritti una pluralità di servizi complessivamente finalizzati alla tutela del reddito dagli impegni derivanti da spese per la salute, per la formazione, per l’assistenza alla persona, per la casa , ecc. L’inchiesta Makno ha accertato che questa richiesta di tutela è fortemente sentita dai lavoratori.

 

 Naturalmente non va mai dimenticato che queste richieste, qualora comportino una anticipazione della posizione individuale, possono essere accolte solo nella misura in cui questi interessi non incidano impropriamente sulla generale finalità di concorrere alla costruzione di una rendita pensionistica adeguata cui è preposta la previdenza complementare nel suo complesso.

 

In questo contesto Cometa ha previsto la possibilità di  riscattare anticipatamente la posizione individuale dell’associato nei casi relativi all’acquisto della prima casa per sè o per i propri figli, alle spese per terapie ed interventi straordinari riconosciuti dalle competenti strutture pubbliche e, recependo la richiesta delle parti istitutive, anche nel caso di congedi per formazione di cui al secondo comma dell’art.7 della legge  53 del 2000.

Vogliamo evidenziare il nostro obiettivo di agevolare l’accesso degli associati a queste prestazioni predisponendo norme operative semplificate e vogliamo  recepire  le indicazioni della Covip che prevedono in alcuni casi  un’estensione dell’ambito di applicazione come nel caso delle spese mediche sostenute anche per i propri familiari fiscalmente a carico.

 

Il nostro fondo è a tal fine interessato a stipulare convenzioni assicurative che possano beneficiare di condizioni vantaggiose e che applicando anche criteri solidaristici possano ulteriormente tutelare i lavoratori associati:

o      un primo esempio potrebbe essere costituito dalle prestazioni assicurative ottenibili a fronte di eventi, quali morte o invalidità, che possono incidere gravemente sulla capacità di mantenimento dell’associato e/o della sua famiglia.

o      un ulteriore esempio potrebbe essere costituito dalle assicurazioni “long term care” ovvero cure a lungo termine, per la tutela di eventi che incidano sull’autosufficienza e sul bisogno di una copertura economica per far fronte alle spese per l'assistenza.

 

 Su tutti questi aspetti è ora di passare dai progetti ai fatti. Ci impegniamo a costituire subito un apposito gruppo di lavoro in seno al Consiglio allargato ad esperti  per perfezionare il progetto, portarlo all’attenzione ed alla valutazione degli aderenti  e tradurlo in termini operativi .

 

b) Vogliamo poi  evidenziare che a sostegno dell’esercizio al diritto alla pensione integrativa i fondi dovranno, nella prospettiva di un sempre maggiore livello di adesioni, far valere il proprio peso collettivo senza abbandonare il singolo lavoratore all’incertezza delle controversie individuali. Ci riferiamo, in particolare, alla gestione delle inadempienze contributive. Il mancato versamento dei contributi laddove persistesse deve essere adeguatamente contestato ed opportunamente sanzionato . La natura facoltativa della previdenza privata non può tradursi in mancanza di tutela collettiva dei diritti messi in discussione. Anzi il fatto che i Consigli di Amministrazione dei Fondi sono composti dall’insieme delle parti sociali deve portarci ad essere più rigorosi . Ed in effetti siamo finora riusciti , grazie a questa collaborazione, a diminuire e di molto questo fenomeno

In questo quadro apprezziamo l’impegno annunciato recentemente  dalla Covip  di intraprendere iniziative concrete.

 

c) Inoltre ritengo che Cometa, il più importante fondo complementare in Italia, non possa  ignorare la necessità di estendere il diritto alla previdenza integrativa anche ai cosiddetti lavoratori precari. Sappiamo bene che qui evochiamo non un piccolo problema, ma una questione di carattere strutturale che costituisce un punto decisivo nella evoluzione e trasformazione del Welfare. Oggi una intera generazione di giovani e una vasta area di lavoro femminile è non solo immessa in condizioni di lavoro precario ma è del tutto priva di tutela previdenziale. Il pilastro pubblico richiede a questa massa crescente di lavoratori precari  sempre maggiori contributi senza poter garantire prestazioni significative . Dall’altra il pilastro privato costituito dai Fondi pensione li esclude, sulla base delle norme esistenti, dalla stessa possibilità dell’adesione. Cosi  chi, tra questa forza lavoro,  vuole costruirsi una pensione integrativa deve rivolgersi al sistema delle polizze di cui conosciamo gli spaventosi costi. So, ripeto,  di sollevare una questione difficile e lo faccio a titolo personale perché sono convinto che occorre togliere il silenziatore su questo buco nero della nostra convivenza sociale, e cercare soluzioni anche parziali ma possibili. La mobilità a cui sono sottoposti questi lavoratori non è un ostacolo: si potrebbe scegliere come Fondo di riferimento quello relativo al settore in cui comincia l’esperienza di lavoro .A Cometa chiedo solo di discuterne. Potremmo come risultato avere maggiori entrate  e dare dei benefici.

 

d) Infine , per estendere la nostra base associativa , vanno verificate le condizioni e la possibilità di costruire sinergie  anche organizzative con i  settori affini . Il singolo fondo a volte , specie quando ha dimensioni troppo ridotte, può non essere in grado di offrire le migliori prestazioni ai propri aderenti ( basti pensare al costo dei servizi  di cui abbiamo parlato, o alla possibilità di dotarsi di adeguate strumentazioni di controllo sull’operato dei gestori.).

 

Per seguire questo percorso , per raggiungere queste tappe, il lavoro è già cominciato e proseguirà con successo se sapremo mantenere e rafforzare la nostra unità interna, attraverso l’unica via percorribile che è quella  confronto nello stesso tempo più aperto e costruttivo tra di noi.

 

Con questo spirito ci siamo a lungo impegnati nel corso di tutto il 2003 sul tema del multicomparto,  domandandoci  se introdurlo e come introdurlo, se  basarlo su tre o quattro comparti e su quali  , forniti o no di garanzie e di quale tipo.

 

Non vi nascondo che il dibattito è stato molto intenso ed a volte anche teso; ma nella riunione del Cda della scorsa settimana abbiamo infine trovato un accordo unanime sul testo del bando pubblico e del relativo questionario per ricevere le offerte dei  nuovi gestori. 

 

Va subito detto che il monocomparto ha rappresentato nella prima fase di vita di Cometa  una positiva risposta agli interessi di raccolta , tutela e valorizzazione del patrimonio , imponendo però una solidarietà forzata e tuttavia necessaria tra gli associati per la volontà di iniziare insieme una nuova esperienza e più in concreto per mediare nel modo più semplice  diverse e contrapposte esigenze di investimento.

 

Il multicomparto permetterà invece una tutela più personalizzata del risparmio previdenziale di ogni singolo associato in funzione delle proprie caratteristiche anagrafiche, patrimoniali e soggettive ed allo scopo di cogliere al meglio l’obiettivo previdenziale, missione primaria del nostro Fondo.

 

Nella definizione dei diversi comparti di investimento sono state cosi considerate le condizioni di età degli associati  e valutate le loro diverse necessità e possibilità di reddito;  verifiche che come sapete abbiamo fatto anche sul campo attraverso un’apposita indagine, commissionata alla società di ricerche di mercato Makno.

 

La diversificazione ed individualizzazione dei profili di investimento rappresenta  un cambiamento profondo nel modo stesso di pensare il Fondo e nell’impostazione dei rapporti tra esso, i suoi associati e le parti istitutive.

 

Il multicomparto , inoltre,  aiuta a differenziare strategie e tipologie di gestioni e “garanzie” ma questo  non potrà mai essere in ogni caso per il Fondo  l’occasione per offrire in modo acritico qualunque proposta  al grido di “tanto decide l’associato”.

 

Anzi con il  multicomparto permane e si rafforza il nostro dovere di offrire una consulenza ed un ventaglio di opportunità che consentano agli associati una consapevole scelta sul percorso di investimento  ottimale per il raggiungimento dei loro obiettivi previdenziali. Lo faremo attraverso la rete degli esperti e  varie forme mirate di comunicazione attraverso le quali gli aderenti potranno trovare risposte alle loro domande ed interagire con i servizi previsionali e di controllo del rischio di cui ci doteremo in maniera che spero sarà sempre più efficiente. Il passaggio al multicomparto sarà cosi  per tutti un’occasione di maggiore rapporto e responsabilizzazione. Questa è la nostra ferma intenzione. E dovrà anche essere, questa è la nostra speranza , un’occasione per stabilire profili di rischio- rendimento decisamente migliori di quelli finora sperimentati  da Cometa.

 

Fermiamoci un momento su questo ultimo aspetto. In Consiglio abbiamo discusso a lungo soprattutto su due punti. Il primo era relativo al quesito  se confermare per tutti e quattro i  comparti scelti una gestione tradizionale basata sul cosiddetto benchmark  cioè su indici di mercato già predeterminati che i gestori sono chiamati a replicare nella gestione del portafoglio o se - considerando la continua attuale  dinamica dei mercati e la strutturale instabilità delle volatilità e delle correlazioni - non fosse preferibile  sperimentare anche nuove forme di investimento e nuove tecniche di gestione, in particolare riferendosi a quelle definite quantitative o dinamiche.Al riguardo va  sottolineato che anche il Presidente della Covip nella sua ultima relazione ha affermato che “sarebbe oltremodo sbagliato” confidare nelle magnifiche sorti del mercato senza ricercare ed implementare gli strumenti più appropriati per controllare il rischio e a tal fine ha incoraggiato l’introduzione di  gestioni innovative insieme a quelle tradizionali.

 

Il benchmark costituisce un efficace parametro in termini di trasparenza, di misurazione e di confronto delle performance ottenute dalla gestione finanziaria , ma nel momento in cui predetermina l’esposizione ai singoli mercati può trasformarsi in un vincolo inefficiente alla gestione. Ci è stato cosi spiegato che è meglio ancorare la strategia finanziaria del Fondo basandola su una specificazione più esatta degli obiettivi e dei vincoli  , chiedendo poi al gestore - nel rispetto di quanto più concretamente  stabilito - di essere attivo nella gestione del portafoglio. Un’ulteriore considerazione è poi quella relativa al controllo del rischio degli investimenti che sarebbe più perseguibile con il ricorso a queste nuove tecniche di gestione che consentono di bloccare automaticamente le perdite quando tendono ad andare sotto una determinata soglia prefissata.

 

Ci è stata presentata anche una elaborazione curata dal nostro advisor sull’assetto che ha finora caratterizzato Cometa nei cinque anni passati. Si è riscontrato un paradosso: mentre il rischio corso è stato in effetti crescente e sufficientemente equidistante tra le tre linee di investimento, il rendimento annuo è stato invece inversamente proporzionale a tale rischio.

 

Intendiamoci. Il dibattito su questi aspetti che abbiamo qui riassunto in maniera necessariamente sintetica ,non è avvenuto solo in Consiglio ma è in corso in più sedi , tra gli operatori dei mercati finanziari e tra gli economisti specializzati in scienza delle finanze. E’ un dibattito che è lontano da conclusioni definitive e le tesi a volte si contrappongono ed a volte si contaminano. E’ nostro interesse comunque e  per quanto ci sarà possibile seguirlo. Con esso in buona sostanza si cercano rendimenti più consistenti di quelli del passato e da conseguire con minore rischio .

 

Dopo il dibattito  la soluzione scelta all’unanimità dal Consiglio merita a parer mio il consenso di questa Assemblea e dei lavoratori. Si è scelto di configurare per  il terzo comparto chiamato “Reddito” - che essendo anche  il comparto di default e ripetendo quindi il  profilo di rischio del monocomparto avrà pensiamo anche per questa ragione una forte adesione-,  una gestione che sarà affidata in parte a gestori che seguiranno le tecniche tradizionali basate sul benchmark  ed in altra parte più ridotta del portafoglio  a gestori che introdurranno le nuove tecniche quantitative e dinamiche.

 

Il secondo punto del dibattito che ha animato il Cda è strettamente collegato a quello precedente e possiamo catalogarlo sotto la dizione “ricerca della garanzia”. L’esigenza della tutela degli investimenti si è molto diffusa tra i lavoratori ( e più in generale tra tutti i cittadini ) in seguito all’andamento negativo per tre anni consecutivi dei mercati finanziari ed in seguito anche, va detto, all’annuncio che il Tfr finora garantito nei suoi rendimenti dalla legge  sarà ora  trasferito con il meccanismo del silenzio assenso alla previdenza integrativa che non gode di alcuna prestazione definita.

 

La ricerca della garanzia ci ha ovviamente impegnato tutti ed abbiamo infatti  cercato di introdurla in varie forme  in ogni comparto perché, ripeto, le ragioni che la producono sono fondate. Il dibattito è nato attorno alla particolare forma di garanzia contrattuale che è stata inizialmente  proposta per il secondo comparto. Le obiezioni che si sono espresse , dopo le prime verifiche fatte nel mercato, è che con questa formula si rischiava di garantire un rendimento minimo con costi elevati.  Anche qui, dopo il dibattito,  la conclusione unanime a cui è arrivato il Consiglio ci sembra saggia. Si è deciso di chiedere ai concorrenti di questo secondo comparto offerte che oltre a confermare un rendimento minimo del 2% precisassero i costi complessivi della garanzia , riservandosi il Consiglio laddove questi costi fossero ritenuti non convenienti  di valutare per lo stesso secondo comparto offerte per la sola gestione finanziaria basata sull’asset 90% obbligazioni e 10% azioni. Questo comparto ha un nome ancora non definito. Se si sceglierà una offerta ritenuta soddisfacente di garanzia contrattuale, si chiamerà “Garanzia”; in caso contrario si sceglierà un altro nome .

 

Per gli altri due comparti, il primo ed il quarto, il Consiglio ne ha tracciato le caratteristiche da subito e con pieno accordo. Il primo, chiamato “Sicurezza” vedrà il suo patrimonio interamente investito in strumenti finanziari di natura obbligazionaria . Attenzione, non vogliamo qui ripetere le tradizionali gestioni monetarie classiche, al contrario  con esso ci promettiamo di ottenere risultati più performanti, prevedendo nei limiti normativi e di controllo del rischio,l’utilizzo di alcune forme di derivati.

 

 Il  patrimonio del quarto comparto chiamato “Crescita” verrà investito in strumenti finanziari di natura azionaria con un limite massimo del 60% ed in strumenti di natura obbligazionaria per la restante parte. Mentre il primo comparto è consigliabile per tutti coloro che vogliono rendimenti tendenzialmente sicuri e quindi in particolare per gli aderenti appartenenti alle classi di età vicine alla pensione , il quarto comparto invece nel disegno della nuova offerta previdenziale di Cometa è riservato e consigliato ai lavoratori più giovani , meno avversi al rischio e più consapevoli che non ci si debba fare prendere dal panico per gli eventuali risultati negativi di breve periodo , con la consapevolezza che nel lungo termine la scelta di questa comparto potrà essere vincente per massimizzare la componente del tasso di sostituzione pensione retribuzione , generato dalla previdenza complementare.

 

 Il bando pubblico è stato redatto con queste caratteristiche ed altri importanti indirizzi innovativi tra i quali vogliamo soprattutto segnalare la nuova composizione del benchmark di riferimento che per la prima volta includerà in alcuni comparti  anche azioni mondiali ex Euro per cogliere le elevate performance che si stanno verificando in alcune aree geografiche fuori dell’area Euro e conseguentemente la richiesta ai concorrenti di fornirci team di gestione comprensivi di esperti specialistici. I mandati di gestione avranno una durata di cinque anni. Dopo la presentazione e la valutazione delle offerte , saranno predisposti per i nostri associati tutti gli adempimenti necessari perché essi compiano con piena cognizione di causa la scelta del loro comparto.

 

L’aderente potrà scegliere, stante l’attuale normativa, un solo comparto di investimento in cui confluiranno la posizione maturata al momento della scelta e tutti i conferimenti futuri.

I criteri con cui verrà concretamente effettuata la scelta verranno determinati dal CDA ed appositamente  comunicati a tutti gli associati.

Gli associati che non effettueranno la scelta del comparto di investimento resteranno nel terzo comparto i cui limiti di investimento sono sostanzialmente invariati rispetto a quello attualmente in vigore.

L’associato potrà successivamente modificare il comparto di investimento, secondo le modalità operative che verranno determinate dal CDA del Fondo, purchè sia trascorso un periodo di permanenza minimo nel comparto come verrà stabilito dal Regolamento operativo.

 

Sul fronte legislativo la discussione parlamentare sulla delega ha prodotto , nell’arco di tempo che ci separa dall’ultima Assemblea di Cometa, delle novità che possiamo senz’altro considerare positive ed ascrivere alle iniziative dei Sindacati dei lavoratori e più in generale delle parti sociali  ed al contrario delle altre novità che consideriamo preoccupanti ed in sé negative.

 

Tra le prime vanno subito menzionate le due importanti  modifiche apportate al testo di legge governativo sui temi della decontribuzione e del trasferimento del Tfr. Come sapete il Governo ha rinunciato alla decontribuzione, che avrebbe provocato la creazione di un divario progressivo tra lavoratori con più anzianità e giovani lavoratori  con  una riduzione ulteriore delle prestazioni Inps soprattutto per questi ultimi, oltre ad erodere le entrate contributive con conseguenze pesanti quindi per tutta la previdenza pubblica . Inoltre il Governo ha accettato l’introduzione del metodo del silenzio assenso nella delocalizzazione del Tfr , evitando cosi l’assurdo di imporre ai lavoratori  per legge e senza alcuna garanzia l’assunzione di nuovo rischio e restituendo loro la libertà e la responsabilità della scelta previdenziale privata.

 

Una delle novità negative invece si è pesantemente appalesata la settimana scorsa con l’annuncio da parte della maggioranza della Commissione lavoro del Senato di volere equiparare regole e trattamenti per polizze assicurative e individuali , fondi aperti e fondi contrattuali . Se vi ricordate temevamo che a questo si potesse arrivare già nell’Assemblea del 28 febbraio 2003. La proposta ha già sollevato le dure proteste delle Confederazioni dei lavoratori, dell’Assogestioni, della Confcommercio.

In buona sostanza mettere sullo stesso piano polizze individuali e fondi negoziali significa nascondere ai lavoratori da una parte l’abissale differenza di costi ( come sapete quelli dei fondi negoziali ammontano ad una media annua dello 0,47%, mentre quelli dei cosiddetti Pip possono raggiungere lo scandaloso livello dell’8,4% ) che oltre a costituire un vincolo al diritto di accesso, compromette pesantemente la futura integrazione pensionistica e dall’altra l’equiparazione nasconde che in questo modo i  Fondi contrattuali perderebbero il  potere di  esercitare sulla base del possesso di titoli azionari  il diritto di voto nelle Assemblee societarie , ed il  potere di  avere una rendicontazione effettiva e continua della gestione delle risorse . Giustamente il Presidente della Assogestioni ha parlato di regalo ingiustificato fatto  alle Compagnie assicurative  ed il Presidente della Confcommercio ha detto che “ bisogna che il nostro paese decida se vuole puntare su un rapido decollo della previdenza complementare. Se vuole puntarci ha aggiunto non si può prescindere dal chiaro riconoscimento del fatto che è attraverso i fondi di matrice contrattuale e di categoria che va perseguita la costruzione del secondo pilastro previdenziale , un problema sociale che investe tanto il mondo del lavoro dipendente quanto quello del lavoro autonomo”.

 

Noi speriamo che su questo punto la maggioranza ed il Governo rivedano le loro posizioni. Come è necessario qui denunciare – ed è la seconda novità negativa - la situazione di precarietà in cui è stata posta la Covip, l’Autorità di vigilanza sui Fondi pensione. Il Presidente e buona parte della Commissione sono in scadenza e tuttavia non si provvede alle nuove nomine; inoltre continua l’altalena delle voci su una sua possibile soppressione, nell’ambito delle nuove norme che si stanno predisponendo per la tutela del risparmio, con il conseguente passaggio delle sue funzioni alla SuperConsob o alla Banca d’Italia, oppure si parla del  suo mantenimento in vita alle dipendenze del Ministero del Lavoro con la declassazione quindi da Autorità indipendente ad Agenzia governativa.  Qui voglio esprimere una mia opinione personale, non avendone ancora avuto la possibilità di discuterne in seno al Cda.  Io ritengo che la differenza netta che va stabilita tra tutela del risparmio e tutela previdenziale suggerisca il mantenimento di una Autorità ad hoc sui Fondi pensione con lo statuto di Autorità indipendente. In ogni caso laddove prevalesse la tesi della confluenza della Covip in altra Autorità , vanno salvaguardati la natura specialistica della sua missione ed il patrimonio di conoscenze acquisite. In ogni caso va esclusa la sua retrocessione ad Agenzia ministeriale e nel frattempo il ricorso ancora una volta a regimi commissariali. I tempi della burocrazia e della partitocrazia  non si conciliano con quelli del mercato.

 

Signori soci, signori delegati ,

 

Siamo arrivati alla fine della relazione. Dopo il dibattito seguirà una comunicazione del Direttore generale necessaria per informarvi

sulle osservazioni che la Covip, nell’esercizio delle sue funzioni,  ci ha rivolto relativamente alle modifiche statutarie varate da questa Assemblea  e per dirvi anche di alcune rifiniture formali da apportare al testo del Bilancio ed a quello della Nota informativa varati nella precedente riunione.

 

Vogliamo qui in conclusione parlare di un altro importante appuntamento che ci attende. Come sapete entro la fine dell’anno i lavoratori aderenti a Cometa dovranno eleggere i propri rappresentanti all’Assemblea dei delegati . E’ un appuntamento solenne che rappresenta la principale espressione di partecipazione democratica dei lavoratori al governo ed al controllo delle attività del Fondo. Sapete

anche  che esistono oggi aspre tensioni tra le organizzazioni sindacali dei lavoratori metalmeccanici in merito ad alcune trattative e più in generale in merito ai criteri con cui definire la rappresentanza e la rappresentatività ai tavoli del negoziato. Quello che ci preoccupa è che queste tensioni ,di cui pure con forza auspichiamo una rapida evoluzione unitaria secondo noi possibile , possano ripercuotersi nella vita di Cometa , nella sua attività, nel suo sforzo quotidiano di difendere ed allargare il diritto dei lavoratori a costruirsi una previdenza integrativa più corposa e sicura. Nel rispetto più scrupoloso che è nostro dovere avere nei confronti del ruolo delle parti istitutive,e nel contemporaneo geloso rispetto della nostra autonomia faremo di tutto perché questa ricaduta negativa  venga evitata.

 

 Se  è consentito esprimere un’opinione personale , io anche per antica e per me sempre valida  fede unitaria, sono favorevole alle liste unitarie e sono quindi perché si cerchino tutte le soluzioni ed i compromessi necessari perché questo sia possibile . Ma se le parti istitutive dovessero come è nel loro diritto decidere diversamente a favore cioè di liste separate, si concordi da subito tra loro un patto che rinnovi e precisi l’impegno alla gestione unitaria. Il futuro dei diritti pensionistici dei lavoratori non è questione di parte; è un compito che ci riguarda tutti e che dobbiamo assolvere con il massimo rigore.