novembre 2003 Tavoli trattativa artigianato”
Pubblichiamo, qui di seguito, stralci di una Nota dal titolo “Tavoli trattativa artigianato” redatta dalla Cgil in data 31 ottobre 2003.
Della Nota riportiamo in particolare la parte relativa alla vicenda Artifond, tralasciando in questa sede quella relativa al modello contrattuale (anche se fortemente connessa) reperibile attraverso la Cgil. Confartigianato, Cna, Casartigiani e Claai in un incontro svoltosi il 4 novembre 2003 hanno presentato una “Proposta per un nuovo sistema contrattuale e per il rilancio delle relazioni sindacali nell’artigianato e nella piccola impresa”. In questo contesto, nel proporre un nuovo modello contrattuale, a proposito del “Rilancio della bilateralità” le associazioni dell’artigianato affermano testualmente: “con la definizione del nuovo modello contrattuale va avviato un confronto sui temi della bilateralità, della previdenza complementare, degli ammortizzatori sociali e della formazione continua”. Dai brevi riferimenti si può evincere la volontà delle associazioni dell’artigianato di prendere in considerazione la soluzione del problema Artifond solo a valle della definizione di un nuovo modello contrattuale. Si profila pertanto un ulteriore rinvio nella creazione del fondo contrattuale per gli artigiani.
NOTE RIASSUNTIVE DEI CONFRONTI NEL COMPARTO ARTIGIANO (31 ottobre 2003) La
vicenda nel suo insieme si è sviluppata nell’arco degli ultimi tre
anni da quando la sola Confartigianato dette la disdetta dell’accordo
’92 – ’93 sul modello contrattuale. In
questa prima fase le altre Associazioni datoriali non aderirono
formalmente alla disdetta di Confartigianato, si adeguarono, però,
progressivamente nel tempo sia nel merito che nei comportamenti. Nell’Ottobre
del 2001 ci fu presentata ufficialmente una proposta di modifica del
modello contrattuale da parte di tutte le Associazioni Artigiane, che
avevano raggiunto una posizione comune. Questa proposta venne giudicata
da Cgil – Cisl e Uil non ricevibile ed inaccettabile, soprattutto sul
piano del metodo, in quanto sul piano del merito esistevano già delle
articolazioni e diversificazioni tra le Organizzazioni sindacali. L’accordo istitutivo di Artifond - previdenza complementare nel comparto artigianato – è del 1998, fu definitivamente messo a punto nel novembre del 1999 e dall’anno successivo iniziò la raccolta delle adesioni. Per memoria di tutti è bene ribadire che si trattava di un’intesa contrattuale, cioè dove furono utilizzate risorse economiche che stavano negli equilibri complessivi delle rivendicazioni e degli accordi raggiunti. Alla fine del 2001 dovemmo constatare che il numero di adesioni era circa un quinto della quota prevista per l’avvio della fase operativa, quindi congiuntamente le parti istitutive chiesero ed ottennero la proroga di un anno alla Covip (Commissione di Vigilanza) per raggiungere gli obiettivi previsti. All’inizio del 2002 ci trovavamo in queste condizioni: - Stentava la campagna di adesioni ad Artifond attraverso un vero e proprio boicottaggio soprattutto da parte di Confartigianato in alcuni importanti territori; - blocco dei rinnovi contrattuali, crisi delle relazioni industriali; Partendo da questi presupposti il 20 maggio del 2002 si realizzò un’intesa interconfederale che stabiliva: - l’apertura dei tavoli delle singole categorie, i cui Ccnl erano scaduti per individuare le soluzioni economiche transitorie relative al periodo che andava dalla scadenza e fino alla data del 31/12/2002; - Contemporaneamente si sarebbe sviluppato il confronto interconfederale per la verifica e l’aggiornamento del modello contrattuale definito nell’accordo interconfederale del ’92; - L’apertura di un confronto sulla riforma degli ammortizzatori sociali; - L’avvio di una serie di confronti congiunti tra Cgil – Cisl – Uil – Associazioni Artigiane nazionali con i corrispettivi delle più grandi realtà territoriali per il rilancio della campagna di adesioni ad Artifond, in quanto le parti istitutive nazionali riconfermarono la completa ed attuale condivisione dell’accordo realizzato e la volontà di attuarlo e renderlo effettivamente operativo. Questo
accordo realizzò un primo importante risultato, in quanto tra l’autunno
2002 ed il marzo 2003 sono state rinnovate tutte le parti economiche dei
CCNL dell’artigianato. Per quanto riguarda la verifica e l’aggiornamento
del modello contrattuale a dicembre del 2002 le posizioni continuavano
ad essere distanti e diversificate tra Cgil – Cisl – Uil, quindi pur
avendo superato il termine previsto dall’accordo di maggio 2002 e non
essendosi realizzate le condizioni per una chiusura condivisa del
confronto si concordò di continuare. Tale confronto anche se con ritmi
più rallentati è continuato fino a prima dell’estate del 2003. Alla fine di marzo del 2003 la COVIP convocò, per l’ennesima volta, le parti istitutive nazionali, perché non si erano raggiunte le 10.000 adesioni previste per l’avvio della fase operativa, quindi, a tre mesi data dalla scadenza della proroga, voleva sapere se le parti stesse fossero, ancora, intenzionate e attraverso quali strumenti a dare continuità all’esperienza della previdenza integrativa. In quella sede le parti istitutive chiesero un mese di tempo, quaranta giorni massimo, per trovare un’intesa. Ci furono una serie di incontri dove si affrontò il merito della questione con una posizione pregiudiziale di Confartigianato così sintetizzabile: - Riconfermiamo la nostra valutazione positiva sull’accordo, ma dobbiamo registrare che i lavoratori non hanno aderito, quindi l’esperienza è esaurita; - Potremmo comunque prendere in considerazione eventuali ipotesi per risolvere la questione della previdenza complementare, ma se non si conclude o non si fanno passi avanti nella trattativa sul modello non siamo nelle condizioni di arrivare ad un’intesa. In quella sede la posizione della Cgil fu molto precisa e determinata nel dichiarare che la previdenza complementare non poteva essere materia di scambio, sottolineando l’irresponsabilità di tale posizione, respingeva al mittente la provocazione. Nella metà di giugno si è realizzato l’ultimo confronto con la COVIP, dove le singole organizzazioni hanno espresso la propria posizione, non essendo in grado di avere una proposta unitaria. Alla fine dell’incontro la COVIP chiese alle parti istitutive di mettere per iscritto quanto esposto ed inviarlo, in modo tale che la commissione stessa fosse messa nelle condizioni di verbalizzare precisamente le posizioni e che comunque nel mese di luglio avrebbe preso una decisione definitiva. Di
questa nostra comunicazione avete avuto comunicazione con nostra lettera
nei primi giorni di luglio 2003, comunque di seguito sinteticamente le
riassumiamo: ***Noi
riteniamo che la vicenda ARTIFOND debba trovare una positiva
conclusione, perché dopo quattro anni dall'accordo istitutivo non è
accettabile che i lavoratori di questo comparto rimangano privi
dell'essenziale strumento della pensione complementare. Va tenuto
presente che, per le caratteristiche strutturali di questo comparto e
per i processi di mobilità dei lavoratori interessati, in assenza della
possibilità di costruirsi una pensione complementare avremmo creato una
generazione di futuri nuovi poveri. Inoltre l'accordo istitutivo di
ARTIFOND è frutto di precisi accordi che hanno impegnato risorse per
tale istituto. In altri termini le imprese hanno realizzato già quattro
anni di risparmio nei costi, ma i lavoratori non hanno ottenuto nessuna
contropartita. Quindi ci troviamo di fronte ad un’inadempienza
contrattuale e al mancato esercizio di un diritto dei lavoratori con
conseguenze nefaste sul piano economico e sociale. Noi non ci
rassegniamo né ci adeguiamo a questo stato di cose, ARTIFOND deve
vivere e decollare definitivamente. A tale fine riteniamo necessario: -
Che
la COVIP ridefinisca le soglie di avvio per dare piena operatività ad
ARTIFOND, attraverso l'elezione degli organismi rappresentativi da parte
degli attuali aderenti; -
Che
si definiscano, anche alla luce delle indicazioni contenute nella delega
previdenziale, criteri e modalità di adesione (silenzio/assenso) fatto
salvo il rispetto dell'espressione della volontarietà dei singoli, sia
attraverso strumenti contrattuali che legislativi, in modo da avere una
valenza universale delle intese ed i necessari benefici fiscali per le
imprese a fronte dell'utilizzo del TFR; -
Che
si definisca un programma di sostegno all'attività promozionale anche
attraverso il coinvolgimento del sistema bilaterale, consolidando o
realizzando forme di sinergie organizzative e gestionali finalizzate al
contenimento dei costi, Che
si convenga sulla possibilità di stipulare, entro tempi definiti e con
criteri e norme vincolanti, accordi collettivi delle parti istitutive a
livello regionale con l'obiettivo di promuovere forme dì previdenza
complementare al suddetto livello come espressamente già previsto dall’intesa
del ‘98. Tutto ciò può avvenire a condizione di determinare il
necessario equilibrio tra fondo nazionale ed eventuali fondi regionali,
salvaguardando la piena operatività del fondo nazionale. A tale scopo
sarà necessario ridefinire quanto previsto dal punto tre dell'intesa
allegata all'accordo istitutivo dell'8 settembre 1998.*** Tutte
le parti hanno inviato una comunicazione alla COVIP, tranne la
Confartigianato. A
questo punto si era raggiunta la massima situazione di empasse, in
quanto anche per Cisl e Uil non era possibile continuare il confronto in
presenza di una chiusura di Artifond. E’
evidente che l’eventualità della chiusura di Artifond avrebbe
determinato la rottura di tutti i tavoli di confronto, per cui prima
delle ferie estive, alla fine di luglio 2003, c’è stato un ulteriore
incontro tra le parti dove si ribadiva la volontà di trovare un accordo
sui temi aperti e si concordava un calendario di incontri che avrebbe
affrontato le quattro questioni aperte: Artifond;
Verifica ed aggiornamento del modello contrattuale – rinnovo del CCNL;
Ammortizzatori Sociali; Sistema degli Enti Bilaterali. Tali
incontri si sono realizzati in un arco di tempo che va dal 2 settembre
2003 fino ad oggi. Abbiamo riassunto a grandi linee il percorso per
sottolineare quanto sia stato tortuoso, complicato e defatigante, ma
soprattutto per tener presente nella discussione che un confronto su
più materie, con origini temporali diverse, costantemente si sono
sovrapposte e ne hanno condizionato gli andamenti. Per sintetizzare l’ultima
parte del confronto sarà meglio procedere per argomenti, perché le
posizioni esplicitate sono diversificate e divaricanti. |