Selex communications Comunicato del Coordinamento di Fim, Fiom e Uilm In data 13 marzo 2006 si è svolto un incontro tra il coordinamento nazionale di Fim-Fiom-Uilm e Selex Communications, rappresentata dall’Amministratore Delegato e dai responsabili per il personale. Sono stati illustrati i dati di pre-chiusura per l’anno 2005, che evidenziano una tendenza negativa nell’andamento degli ordini e del valore della produzione per quanto riguarda le BU terrestre e navale, che allo stato attuale risultano compensate da un andamento positivo della BU avionica, che contrariamente alle altre, opera su programmi internazionali pluriennali (EFA, MIDS, ecc.) e pertanto non risente allo stesso modo della contrazione del mercato interno per quanto riguarda le commesse militari e della forte competizione nel settore delle telecomunicazioni civili. È stata inoltre evidenziata la difficoltà data dal fatto che, nonostante l’esito positivo della sperimentazione del programma TETRA in occasione delle olimpiadi invernali di Torino, i cui costi sono stati sostenuti dall’azienda e dall’azionista Finmeccanica, a tutt’oggi non sono stati erogati i finanziamenti previsti. Per quanto riguarda il budget per l’anno 2006, l’azienda prevede di poter compensare le criticità descritte attraverso una politica commerciale più aggressiva nei confronti dell’estero, con particolare attenzione alla Turchia, dove l’azienda è presente con una propria sede, con l’intenzione di triplicare gli ordini di provenienza estera, ed attraverso il finanziamento del programma TETRA. Per far fronte alla situazione del mercato e dell’andamento aziendale descritto, l’azienda ha elencato ulteriori misure che intende mettere in atto per mantenere gli organici in essere e contenere gli effetti negativi del contesto descritto. In particolare l’azienda intende proseguire con una serie di interventi d’efficientamento che prevedono una qualificazione dei prodotti e delle linee produttive, un intervento mirato finalizzato a ridurre il numero di fornitori selezionandoli in base a criteri di efficienza ed affidabilità, l’estensione di accordi con altre aziende del gruppo Finmeccanica. Allo stesso modo l’azienda intende proseguire con una politica mirata al rientro delle ore esterne, misura particolarmente importante per quanto riguarda il sito di Latina, che soffre maggiormente di uno scarico di lavoro. Per quanto riguarda gli organici, l’azienda intende attuare interventi indiretti tesi alla razionalizzazione e finalizzati a contenere il costo del lavoro attraverso la riduzione dello straordinario, lo smaltimento delle ferie residue, la limitazione delle trasferte interne ed esterne ed il blocco delle politiche retributive (politica meritocratica). A questo proposito l’azienda ha evidenziato l’incongruenza della richiesta di verifica sui livelli di inquadramento relativamente a ca. 250 persone nel sito di Latina. Le OO.SS. hanno evidenziato che si tratta di un accostamento improprio, dato che la politica retributiva viene gestita in modo unilaterale dall’azienda, mentre le verifiche sui livelli di inquadramento seguono un criterio sindacale che viene applicato nell’ambito di un confronto che si basa su criteri oggettivi legati all’attività professionale svolta dalle persone interessate. Per quanto riguarda interventi diretti, l’azienda ha inoltre annunciato l’intenzione di attivare un piano di incentivazione all’esodo per 67 persone che allo stato attuale risultano in possesso dei requisiti pensionistici e delle quali ca. il 50% avrebbe già fatto richiesta di usufruire del superbonus. È inoltre allo studio un progetto di esternalizzazione di ca. 50 persone impegnate in attività attinenti ai servizi generali (p.es. portineria, sorveglianza, autisti e fattorini, parco auto, centralino, manutenzione impianti e fabbricati) tramite cessione di rami d’azienda. A questa proposta le OO.SS. hanno obiettato che questo tipo di interventi di esternalizzazione, quasi sempre non portano ad alcuna riduzione dei costi, ma esclusivamente ad una penalizzazione delle persone coinvolte. Risulta inoltre ben strano che 50 persone sparse in tutto il territorio nazionale che hanno fino ad oggi prestato la propria opera in un contesto aziendale complessivo, possano ora costituire un ramo d’azienda a se stante, che può essere ceduto a terzi. Inoltre presso il sito di Latina è intenzione dell’azienda di restituire un gruppo di lavoro di manovalanza in sostituzione delle cooperative esistenti. Infine l’azienda ha annunciato l’intenzione di non riconfermare la forza lavoro flessibile ed in particolare le 18 persone con contratto di somministrazione presso il sito di Latina e la difficoltà a riconfermare/assumere tutte le persone che lavorano da anni nel sito di Latina con contratti a termine più volte prolungati. A fronte della situazione esposta, le OO.SS., oltre alla contrarietà rispetto alle scelte relative alla forza lavoro precaria, hanno espresso la propria perplessità sul fatto che l’andamento aziendale possa essere recuperato tramite gli interventi descritti ed in assenza di una politica industriale vera e propria, che allo stato attuale sembra limitarsi ad annunci di interventi per migliorare la linea di prodotti – a fronte di informazioni in materia di investimenti che anche nella discussione sul contratto integrativo aziendale sono state date solo in via generica – e ad una politica commerciale rivolta verso mercati esteri. In questo quadro, la ripresa della trattativa per il rinnovo del contratto integrativo aziendale, alla quale l’azienda è interessata principalmente per intervenire livellando i trattamenti di trasferta e per istituire un premio di risultato tagliato su misura per le proprie politiche di efficientamento (ricordiamo a questo proposito che era stato proposto persino un correttivo legato alla presenza), impostazione che già ha visto la ferma contrarietà delle OO.SS. e del coordinamento nazionale, può avvenire in modo credibile solo in parallelo ad un percorso serrato di confronto e di monitoraggio sulle misure che l’azienda intende mettere in atto, sia per tutelare l’occupazione - ed in particolare quella precaria - che per incalzare l’azienda a mettere in campo misure concrete di politica industriale. La
ripresa della trattativa sul contratto integrativo aziendale, che dovrà
concludersi quanto prima, tenendo conto del contesto generale e mettendo
al primo posto la salvaguardia dei livelli occupazionali, non potrà
comunque trasformarsi in alcun modo in uno strumento di misura
dell’incisività delle misure di efficientamento decise
dall’azienda. Fim-Fiom-Uilm
Nazionali Il
coordinamento nazionale di Selex Communications Roma, 14 marzo 2006 |