Riunione
coordinamento nazionale Fiom delle strutture interessate a Finmeccanica Situazione attuale
In
Italia, le aziende sono localizzate in quasi tutte le regioni. I dati di
bilancio, resi pubblici il 31 marzo scorso, evidenziano un valore della
produzione pari a 9.387 milioni di euro, con una crescita del 9% rispetto al
2003 e collocano Finmeccanica al secondo posto tra i grandi gruppi europei ed al
nono posto a livello mondiale. Dai dati di bilancio risulta inoltre che il
maggiore incremento del valore della produzione si concentra nel settore
dell’aeronautica (19%) e dell’elettronica per difesa (11%). Da tali dati
risulta anche un aumento degli ordini, che garantirebbero al gruppo una
copertura equivalente a circa due anni e mezzo di produzione ed inoltre
investimenti per ricerca e sviluppo che nel 2004 sono stati pari al 16% del
valore della produzione. Il
processo di trasformazione del gruppo con il passaggio da holding
finanziaria a holding industriale, si
sta rivelando più rapido del previsto e vede una forte concentrazione delle
attività sul core business, sempre più
spostato sulle attività di tipo militare, in particolare nei settori avionico,
aeronautico, aerospaziale, elicotteristico, degli armamenti e dell’elettronica
per la difesa. Questo
processo, da un lato ha portato ad una rifocalizzazione dei perimetri di aziende
come Elsag, le cui ricadute vanno valutate con attenzione, dall’altro ha
condotto alla cessione di BredaMenariniBus e, potrebbe comportare la scelta di
parte di procedere ad ulteriori dismissioni di aziende nei settori trasporto ed
energia, dove invece va mantenuta la presenza di Finmeccanica, come uno dei più
grandi gruppi industriali a livello nazionale e come principale realtà
tutt’ora a carattere pubblico. Politica industriale
Sia
a livello di gruppo, che a livello aziendale, è importante che venga sviluppata
l’integrazione tra le realtà produttive, mantenendo al loro interno
professionalità e capacità tecniche. Va impostata una forte azione sindacale
in questo senso, anche per contrastare la cessione delle attività civili, che
provcherebbero ricadute negative sia sull’occupazione, che sul tessuto
industriale nazionale. I
settori dei trasporti e dell’energia sono infatti strategici per l’intero
paese ed offrono entrambi rilevanti potenzialità di sviluppo, che vanno colte e
perseguite con gli opportuni investimenti Una
tale scelta di politica industriale, in prospettiva offre maggiori garanzie per
l’intero gruppo: mentre il settore militare può risultare più redditizio
nell’immediato, è necessario tenere conto del fatto che a livello europeo ed
internazionale, il mercato è caratterizzato da una forte pressione da parte
della concorrenza e del fatto che, a livello nazionale, il bilancio della difesa
non è elevato e si concentra sostanzialmente su pochi progetti (p.es. Efa), che
tendono ad assorbirne tutte le risorse. Questo
scenario rende evidente le ragioni per cui una strategia sindacale di garanzia
della stabilità dell’occupazione e di equilibrio del tessuto produttivo in
Italia, in grado di offrire concrete prospettive di sviluppo, deve mettere al
centro il mantenimento del carattere duale delle attività del gruppo. Relazioni sindacali
È
centrale un rapporto stretto e continuo con le lavoratrici e dei lavoratori,
facendo maggiori sforzi per coinvolgere maggiormente il personale inquadrato ai
livelli più alti, che in molte aziende ormai costituisce la parte prevalente
della forza lavoro. Va
contrastata con determinazione l’impostazione aziendale delle relazioni
sindacali, che finisce per attribuire al sindacato un ruolo di partecipazione
subalterna alle scelte aziendali. Occorre infine sviluppare l’iniziativa
rivendicativa ed il confronto sui programmi industriali. Contrattazione
In
tutti i negoziati, l’accento va posto su tre questioni: precarietà, salario,
politiche industriali. Per quanto riguarda la precarietà, in tutti i contratti
va praticata concretamente l’opposizione alla legge 30. Le rivendicazioni
salariali devono condurre ad aumenti reali, composti sia dal consolidamento di
premi esistenti, che da premi di risultato che si basino su indici verificabili
e certi. Le rivendicazioni relative alle politiche industriali, devono trovare
una risposta negoziale ed avere spazi adeguati negli accordi, dando prospettive
certe alle lavoratrici ed ai lavoratori. Va
inoltre avviato un lavoro approfondito sulla questione dell’inquadramento
professionale. È
necessario costruire un’iniziativa di gruppo sulla contrattazione, a tale
scopo verrà costituita una commissione di lavoro in Fiom. Iniziativa Fiom
Questo
lavoro necessita di un costante coordinamento a livello nazionale, sia per
rispondere alla struttura centralizzata della holding
industriale, che come momento di sintesi dell’elaborazione svolta a tutti i
livelli, finalizzandola alla costruzione di iniziative efficaci. Per
Roma, 21 aprile 2005 |