Ansaldo Breda. Comunicato
sindacale Mercoledì notte si è concluso senza alcun intesa il confronto con Ansaldobreda sul premio di risultato relativo all'anno 2009. Nella fase travagliata in cui versa l'azienda non è secondario il fatto che le parti non siano riuscite a trovare un accordo. Il coordinamento nazionale Fiom Ansaldobreda, anche alla luce del piano di di rilancio, che modifica sostanzialmente l'organizzazione, anche attraverso l'introduzione di nuovi misuratori, ha proposto all'azienda di confermare nei valori il premio di risultato riconosciuto lo scorso anno. Il Premio di Risultato per sua definizione non può essere materia di accordi politici, ma in questa occasione non era possibile rispondere con la pura logica dei numeri alla realtà degli sforzi fatti da tutti i lavoratori. L'azienda ha quindi dato la disponibilità a ricercare un equilibrio dichiarando che comunque i 1219 euro dello scorso anno non erano disponibili. Partendo da questa condizione la FIOM per senso di responsabilità ha deciso comunque di tentare il negoziato. Alla proposta aziendale di chiudere la trattativa a 725 euro il sindacato unitariamente ha risposto di no, e di fronte al rischio di avviare un mercanteggiamento, la delegazione della FIOM ha chiesto ad Ansaldobreda un premio tale da non mortificare il risultato raggiunto nel 2009, visto che secondo il nostro punto di vista non possono essere i lavoratori a pagare le disorganizzazioni aziendali e ancor di più in presenza della cassa integrazione. Se in linea di principio questa proposta ha visto la condivisione unitaria di FIM e UILM, l'azienda ha replicato come soluzione ultimativa la cifra di 925 euro. FIM FIOM e UILM hanno unitariamente considerato insufficiente la proposta con due distinguo: FIM e UILM proponendo 950 euro, mentre noi FIOM convinti che il premio debba essere composto da una cifra superiore ai 1000 euro. Nel tentativo di recuperare una posizione unitaria noi abbiamo proposto a FIM e UILM di far decidere i lavoratori nelle assemblee sulla richiesta da porre all'azienda facendoli esprimere con il voto, ci hanno risposto di no, decidendo invece di formalizzare la richiesta di 950 euro che è stata poi respinta dall'azienda che a sua volte ha dichiarato concluso l'incontro. A fronte di quanto accaduto la Fiom non può che richiamare l'azienda ad un maggiore senso di responsabilità. Nel caso specifico ci sembra evidente che i rischi prodotti dalla rottura siano di gran lunga superiori ai benefici per Ansaldobreda, infatti per una differenza economica modesta per l'azienda, ma importante per i lavoratori si rischia l'apertura di una fase di conflittualità sicuramente poco utile per tutti. Il coordinamento nazionale Fiom auspica che ci sia un ripensamento da parte dell'azienda e che si riapra il tavolo in tempi rapidi, non per mettere in discussione l'intesa sul premio di risultato, ma per investire sulle donne e sugli uomini che quotidianamente con il proprio agire stanno contribuendo al rilancio del gruppo Ansaldobreda. A FIM e UILM riconfermiamo la proposta di sottoporre al giudizio dei lavoratori la richiesta da porre all'azienda e qualunque sia l'esito del voto ci sentiremo vincolati al mandato.
In ogni caso, la FIOM ritiene indispensabile che si tengano nei tempi
più stretti assemblee unitarie, dove si possa rappresentare in maniera
corretta evitando quindi strumentalizzazioni lo svolgimento
dell'incontro. Fiom nazionale Roma, 15 luglio 2010 |