Comunicato delle Segreterie nazionali Fim, Fiom, Uilm

Lo spazio, scelta strategica per l’Italia

Lo smantellamento dell’industria nazionale non ha termine dopo aver abbandonato la chimica, l’informatica, la siderurgia, l’elettromeccanica o la scelta di tenersi fuori da imprese europee strategiche come il consorzio AIRBUS (con il risultato che Francia, Germania, Spagna ed Inghilterra presenziavano alla nascita dell’aereo da trasporto passeggeri più grande del mondo e l’unico grande assente era proprio l’Italia), adesso rischiamo di perdere un settore strategico come lo spazio.

Un paese dove l’industria viene sistematicamente smantellata è destinato ad essere economicamente colonizzato dai paesi che invece la possiedono e la blindano. L’Italia, paese promotore dell’integrazione europea, ha di fronte a sé due possibili scelte: partecipare all’integrazione industriale europea, diventandone protagonista insieme ai Grandi d’Europa, o subirne le conseguenze, diventando un paese con basso costo del lavoro e fornitore di servizi a basso valore aggiunto.

In questo contesto di declino industriale del nostro paese, si innesta la nascita di una grande azienda manifatturiera spaziale europea la ALCATEL ALENIA SPACE; peccato che anche questa volta la presenza italiana sia largamente minoritaria con il rischio concreto che questa alleanza si trasformi in una acquisizione dell’industria spaziale nazionale da parte dell’industria francese.

Ad un’ipotesi del genere ribadiamo chiaramente che non siamo d’accordo.

E’ chiara l’importanza strategica che il settore spaziale riveste per una nazione, prova ne sia il fatto che paesi leader come gli USA, la Francia e la Germania investono ingenti risorse per lo spazio, ma è politicamente ancora più rilevante il fatto che paesi emergenti come la Cina , il Brasile o l’India puntino allo sviluppo del settore spaziale per conquistare un posto di rilievo nello scacchiere geopolitico internazionale.

L’Italia, nonostante da quaranta anni abbia dimostrato di avere le capacità e le risorse umane ed industriali per produrre tecnologia spaziale di assoluta avanguardia, ha deciso, attraverso un accordo di questo tipo, di mettersi in seconda linea rispetto ai suoi partner europei. La scelta di dar vita a due entità separate con la manifattura in mani francesi e i servizi in mani italiane non ci trova d’accordo. E’ come se alla nascita di Airbus l’Italia avesse deciso di tenersi fuori ma di gestire il servizio con Alitalia. Oggi Airbus è il primo produttore al mondo di aeromobili ed Alitalia è sull’orlo del fallimento.

Questa è l’ennesima abdicazione dell’industria italiana.

Il contesto dato è il seguente:

 

Ø            nascita e rafforzamento delle industrie strategiche ad alta tecnologia in ambito continentale;

Ø            definizione di politiche europee che pongano queste industrie in una posizione di parità nei confronti dei diretti concorrenti globali;

Ø            razionalizzazione delle produzioni nazionali proiettate in ambito europeo.

 

In questo quadro, il nostro paese si pone nel settore spaziale in una condizione di subalternità rispetto ai partner europei.

Le scelte di politica industriale (se mai ce ne sono state!), portate avanti dall’attuale Governo, evidenziano il progressivo allontanamento dal nucleo forte dell’Unione Europea, determinando la subalternità del nostro apparato industriale a scelte politiche definite in altri paesi.

E’ per questo che ci muoveremo affinché venga dato il giusto risalto ad una vicenda che è passata sotto silenzio.

L’industria spaziale nazionale rappresenta oggi la frontiera più avanzata dell’Alta Tecnologia dell’intero apparato industriale nazionale, ed è una delle rare realtà in cui l’Italia può vantare capacità tecnologiche all’avanguardia. A livello mondiale rappresenta inoltre sia il punto d’incontro naturale tra ricerca ed applicazioni scientifiche che la migliore sintesi delle tecnologie Duali (civile-militare) oggi utilizzabili.

E’ chiaro il ruolo che le applicazioni spaziali rivestiranno a livello globale, nell’immediato e nel lungo periodo, mentre non è altrettanto chiaro il perché si voglia rinunciare a queste capacità.

Al fine di mantenere e rafforzare il ruolo che l’Italia deve coprire in un settore strategico ad altissimo contenuto tecnologico come quello spaziale, riteniamo necessario:

 

1.            Che si definiscano delle alleanze in Europa senza che ciò determini alcuna perdita di sovranità tecnologica/professionale del nostro paese ;

2.            Che il Governo ed il Parlamento si esprimano chiaramente, nel superiore interesse del sistema paese, riguardo all’importanza  strategica dell’industria spaziale nazionale;

3.            Che alle parole seguano i fatti; dato per scontato che l’80% del fatturato mondiale nel settore spaziale dipende da commesse governative, è necessario che a livello istituzionale venga definito un Piano Spaziale Nazionale (PSN), con un finanziamento pluriennale e non legato alla legge finanziaria annuale, che consenta un consolidamento e uno sviluppo del settore spaziale nazionale.

4.            Che l’ASI venga posta alle dirette dipendenze della Presidenza del Consiglio dei Ministri; questo punto è di fondamentale importanza al fine di portare a sintesi quelle materie che determinano la stesura del Piano Spaziale Nazionale nonché delle scelte di politica industriale che oggi sono divise fra quattro dicasteri.

5.            Che, nell’ottica di una futura ulteriore concentrazione delle industrie spaziali europee Alcatel-Finmeccanica-Astrium, (per realizzare anche nel settore spaziale quello che 30 anni fa si è fatto nel settore aeronautico Airbus), si ridefinisca il perimetro delle aziende italiane che dovranno essere coinvolte nella fusione; ciò al fine di garantire un aumento della massa critica che possa determinare un peso maggiore e quindi una conseguente migliore capacità decisionale del nostro paese nel futuro consorzio europeo.

 

Nell’ottica di richiedere al Governo un chiaro indirizzo di politica industriale, le segreterie nazionali FIM-FIOM-UILM promuoveremo le seguenti iniziative:

 

1.            Incontro con tutti i Gruppi Parlamentari per un intervento verso il Governo;

2.            Assemblea aperta in Alenia Spazio Roma, con tutte le forze politiche nazionali;

3.            Iniziative di mobilitazione a livello nazionale al fine di ribadire la nostra contrarietà allo smantellamento dell’industria spaziale nazionale;

4.            Richiesta a Finmeccanica di attivazione di un tavolo di confronto sulle condizioni dell’accordo con Alcatel e di concordare con le OO.SS. un protocollo di modalità che permettano di verificare periodicamente con gli organismi societari le scelte industriali afferenti alla difesa delle tecnologie, dei siti produttivi e dei livelli occupazionali di Alenia Spazio;

5.            Richiesta al Governo che recepisca e si faccia garante di adeguate regole di governance e realizzi un protocollo per definire modalità di monitoraggio periodiche sull’operato della società Alcatel Alenia Space, per garantire tecnologia, siti e livelli occupazionali in Italia;

6.            Chiediamo, inoltre, al Governo di impegnarsi a:

Ø            Definire un piano di finanziamenti per programmi nazionali ed europei al fine di traghettare l’industria italiana nel contesto europeo con un ruolo da protagonista e non da comprimario.

Ø            Immediata attivazione dell’ASI, nell’ambito delle sue prerogative istituzionali, per scongiurare quanto già accaduto negli anni 2003 e 2004 con ben 600 milioni di euro assegnati a budget e non spesi/utilizzati per promuovere l’industria spaziale italiana.

Ø            Rescindere il contratto fra Finmeccanica ed Alcatel (questa possibilità è prevista entro 2 anni dalla firma dell’accordo) se non verrà salvaguardata l’autonomia industriale nazionale. 

 

 

Segreterie nazionali Fim, Fiom, Uilm

 

Roma, 18 febbraio 2005