Alenia
Aeronautica: comunicato
sindacale
La trattativa per il rinnovo del contratto
integrativo aziendale di Alenia Aeronautica è in corso ormai da un anno.
Uno dei punti dove sin dall’inizio si sono delineate maggiori distanze
tra le posizioni del sindacato ed in particolare della Fiom, e quelle
aziendali, c’è il capitolo relativo al mercato del lavoro.
Infatti,
nonostante la firma di accordo sull’applicazione del contratto di
apprendistato, che
la Fiom
ritiene avanzato e sui cui ha in più sedi espresso anche pubblicamente
una valutazione positiva, e nonostante l’esistenza di numerosi accordi
aziendali stipulati con aziende del Gruppo Finmeccanica (tra cui figura
anche una controllata della stessa Alenia), che limitano ad una
percentuale ridotta ed onnicomprensiva l’uso dei soli contratti di
inserimento e di somministrazione a tempo determinato, solo negli ultimi
giorni l’azienda ha dato segnali di voler recedere dalla propria
posizione oltranzista con la quale pretendeva di contrattualizzare in
sostanza un manifesto ideologico in favore della legge 30. Contestualmente
tuttavia,
la Fiom
ha appreso che di fatto Alenia Aeronautica sta introducendo all’interno
dei propri siti lo staff leasing, ovvero una delle poche tipologie
contrattuali che l’attuale governo ha chiaramente affermato di voler di
eliminare.
Si tratta di una scelta unilaterale
incomprensibile e contraddittoria, se non per tentare di compromettere in
modo pesante l’andamento della trattativa in corso.
La Fiom
non può sostenere l’idea che in un Gruppo come Alenia Aeronautica ci
siano lavoratori precari a vita e per questo chiede alla società di
recedere dall’applicazione dello staff leasing, prevedendo piuttosto
percorsi esigibili di stabilizzazione dei contratti di lavoro precari in
essere.
La scelta di Alenia Aeronautica inoltre si
colloca al di fuori della normale pratica di relazioni sindacali con
Finmeccanica e le aziende del Gruppo.
La Fiom
che auspica che si tratti di un fatto episodico e recuperabile, dato che
in caso contrario, si delineerebbe indubbiamente di un segnale chiaro
quanto preoccupante di un cambiamento di fase nelle relazioni sindacali,
con l’ovvia conseguenza che anche
la Fiom
sarà costretta a perseguire un modello differente.
Fiom
nazionale
Roma, 6 dicembre 2006
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