Fincantieri ringrazi la Fiom per essersi opposta alla quotazione in Borsa. Il futuro sta nel rafforzamento dell’intervento pubblico

 

Il Presidente del consiglio ha dichiarato che l’intervento pubblico a difesa della industrie è “un imperativo categorico” dopo la crisi finanziaria.

La Fincantieri ha pensato di finanziarsi quotandosi in Borsa. Questa quotazione finora non c’è stata per tante ragioni tra cui anche l’opposizione della Fiom.

Per la parte che ci riguarda la Fincantieri dovrebbe sentitamente ringraziarci. Se oggi il gruppo fosse quotato in Borsa, avrebbe visto svalutato drammaticamente il suo patrimonio e, come è stato detto dal governo, sarebbe a rischio scalate.

Grazie anche alla Fiom ora non corriamo il rischio di fare la fine di Aker, ma proprio per questo è giunto il momento di chiarire cosa si vuol fare di Fincantieri.

È chiaro infatti che la prospettiva della Borsa è priva di fondamento e realtà e l’azienda deve togliersela dalla testa e pensare ad altro.

Siamo d’accordo che è necessario un programma di finanziamento, ma a questo punto la strada migliore e più seria è quella che lo stesso governo finanzi gli investimenti del Gruppo con gli strumenti a disposizione dell’intervento pubblico.

È il momento di uscire dai sogni e dalla propaganda e di affrontare la dura realtà: solo un concreto e rigoroso intervento pubblico può dare forza e prospettiva a Fincantieri. Ogni altra ipotesi è pericolosa e rischiosa come non mai.


 

Fiom


 

Roma, 17 ottobre 2008