Adesso volete svendere ai coreani anche Fincantieri?

Non basta Aker?

 

1.     L’anno scorso ci siamo opposti all’ingresso in Borsa di Fincantieri. Siamo fieri di averlo fatto nell’interesse dei lavoratori e della stessa azienda, che con la quotazione avrebbe perso e non guadagnato valore. Le imprese industriali italiane che sono in Borsa hanno perso dall’inizio dell’anno in media il 20 per cento, mentre la crisi finanziaria internazionale continua a mietere vittime e a produrre tonfi clamorosi: solo ieri le Borse europee hanno bruciato 123 miliardi di euro. 

2.     Un anno fa il gruppo dirigente di Fincantieri, il governo e autorevoli osservatori indicarono Aker, l’unico gruppo cantieristico europeo quotato in Borsa, come l’esempio da seguire. La proposta della Fiom di fare un accordo industriale tra Fincantieri e Aker, che avrebbe davvero messo al sicuro la cantieristica europea, non fu presa in considerazione. Nel frattempo Aker ha perso in un anno il 43% del suo valore, è finita nelle mani di un gruppo coreano, Stx Shipbuilding, che ha già cominciato a smantellarla (con la vendita di 3 cantieri che costruivano navi mercantili), perché l’unica cosa che interessa ai coreani è il know-how delle navi da crociera.

3.     Il governo Prodi aveva garantito che solo di quotazione e non di privatizzazione si trattava, perché lo Stato avrebbe mantenuto il 51% delle azioni di Fincantieri. Questa rassicurazione non ci ha convinto perchè avrebbe reso ancora più debole e meno credibile l’ingresso in Borsa e, quindi, avrebbe costituito un primo passo verso la totale privatizzazione della società.

4.     Il gruppo dirigente di Fincantieri riapre ora la campagna sulla Borsa, proprio mentre il nuovo governo parla esplicitamente di privatizzazioni e le indiscrezioni sul piano triennale indicano Fincantieri come oggetto da vendere per fare cassa. Altro che risorse da destinare agli investimenti! Riaprire adesso la partita Fincantieri significa soltanto aprire la strada a una pura svendita. Aker è in mano ai coreani: è un fatto irreversibile. E i coreani entreranno nel mercato del cruise, avendo per di più alle spalle i loro aiuti di stato. Che la Fincantieri resti un’azienda pubblica, perseguendo accordi internazionali a carattere esclusivamente industriale, è l’unica scelta di politica industriale che può veramente contrastare questa offensiva. Viceversa una scelta a carattere finanziario offrirebbe su un piatto d’argento ai coreani (non c’è solo Stx Shipbuilding…) un altro prelibato boccone europeo.

5.     Bisogna smetterla di parlare d’altro. Fincantieri si occupi dei suoi problemi industriali. Le operazioni finanziarie non possono coprire la mancanza di una strategia industriale. Le grandi campagne di comunicazione mediatica danno visibilità al gruppo dirigente, ma non risolvono i problemi industriali della società.

 

 Fiom nazionale

 

Roma, 12 giugno 2008