Il giudizio della Segreteria nazionale della Fiom sulla vertenza Fincantieri No alla privatizzazione. No al disimpegno del governo dalla proprietà pubblica La
segreteria nazionale della Fiom esprime profonda preoccupazione per il
futuro di Fincantieri dopo che il governo ha fatto proprio il piano
presentato dall’azienda. La segreteria nazionale della Fiom ribadisce
che la principale organizzazione dei lavoratori metalmeccanici non
intende dare il proprio consenso a un progetto che giudica dannoso. L’azienda,
infatti, ha deciso di quotarsi in Borsa per raccogliere risorse che
servono, tra l’altro, a finanziare acquisizioni all’estero e
delocalizzazioni. Non valgono al riguardo le affermazioni
tranquillizzanti dell’azienda. La realtà è che, di fronte alle sfide
del mercato mondiale, un gruppo industriale strategico per il paese
decide di reagire con un’operazione, a prevalente carattere
finanziario, che imporrà costi produttivi e occupazionali pesanti. L’affermazione
del governo, secondo il quale in una prima fase la proprietà pubblica
resterà al 51%, non è risolutiva in quanto, una volta collocato in
Borsa il 49% delle azioni, sarà il mercato finanziario a decidere il
valore di Fincantieri. Il rischio è che un’operazione di questo
genere svalorizzi la società, senza neppure raccogliere adeguate
risorse, e prepari quindi la via al totale disimpegno della proprietà
pubblica. In questi anni il gruppo Fincantieri ha raggiunto risultati di eccellenza nella costruzione navale, perché l’azienda era totalmente concentrata nella propria missione industriale. Ora sono necessari investimenti di qualità, ricerca, innovazione per affrontare le difficoltà industriali che Fincantieri attraversa, dopo un lungo periodo di crescita. Questa scelta è incompatibile con le aspettative di guadagno a breve degli investitori che acquistano quote di aziende pubbliche da privatizzare. Occorre,
dunque, che il governo assuma direttamente su di sé il compito di
salvaguardare un patrimonio industriale strategico, non affidandone la
soluzione alla speculazione di Borsa. La segreteria nazionale della Fiom
chiede un diverso piano industriale, che punti sull’alto valore della
produzione e del lavoro e che eviti la deriva delle produzioni a basso
costo. Il
futuro della cantieristica navale è una grande questione di politica
industriale. Pertanto il governo, in quanto unico azionista del gruppo,
ha il compito di garantire un piano di consolidamento e di sviluppo di
Fincantieri in tutti i suoi siti e con tutta la sua occupazione. La
segreteria nazionale della Fiom fa appello a Fim e Uilm perché, di
fronte al precipitare di scelte sbagliate per il gruppo, si possa
costruire una risposta comune. Decisivo
è il ruolo delle amministrazioni locali. L’incontro sindaci-sindacati
previsto per il 12 aprile costituisce un appuntamento di grande valore. La
vicenda Fincantieri è un banco di prova per il futuro dell’industria
e del lavoro in Italia. Roma,
20 marzo 2007 |